NON CI VOGLIONO COSÌ MALE – JUNCKER FA LO SCONTO ALL’ITALIA E CI REGALA 6 MILIARDI SUL RISANAMENTO DEI CONTI PUBBLICI – IN ARRIVO SEI RACCOMANDAZIONI DA BRUXELLES: CI MARCHERANNO STRETTI SULLE PENSIONI
Marco Zatterin per “la Stampa”
matteo renzi pier carlo padoan
Lo sconto che volevano Renzi e Padoan c’è. La bozza delle «raccomandazioni specifiche» all’Italia che verrà esaminata oggi dai capi di gabinetto dei commissari Ue afferma che la correzione del deficit strutturale - quello al netto di congiuntura e una tantum - potrà essere nel 2016 dello 0,1%: è il numero contenuto nel Def inviato dal governo quassù il 28 aprile. Tuttavia, precisa il documento, è un verdetto condizionato e dovrà essere rivalutato quando saranno chiari gli effetti sulla contabilità tricolore della sentenza con cui la Consulta ha bocciato il taglio di alcune indicizzazioni previdenziali introdotte nel 2011. Ovvero da 5 a 12 miliardi che potrebbero avere effetti pesanti sul pieno rispetto dei nostri obiettivi europei.
Le raccomandazioni
Nell’agenda della riunione di mercoledì dell’esecutivo guidato da Jean Claude Juncker ci saranno le raccomandazioni. Punto confermato, per ora. Sono uno degli strumenti cruciali del cosiddetto «semestre europeo», il ciclo che gli Stati Ue hanno disegnato per cercare di rendere omogenee le politiche macroeconomiche e di bilancio. Con le «country-specific recommendations» la Commissione prende le misure dei Paesi, segnala i settori prioritari di intervento, propone l’obiettivo di aggiustamento strutturale per l’anno successivo. Pagelle e giudizi vengono poi approvati dal Consiglio, cioè dai governi nazionali.
I dati sulla correzione
A quanto si apprende, l’Italia avrà sei raccomandazioni e un certificato di fiducia rivedibile. Quest’ultimo riguarda la correzione strutturale che, secondo le nuove linee interpretative del Patto di Stabilità, nel 2016 avrebbe dovuto essere di mezzo punto (circa 8 miliardi). Roma ha ottenuto una prima riduzione di carico nel 2015 sfruttando i fattori eccezionali, come la recessione. Avvalendosi sull’efficacia delle riforme, il governo ha chiesto di portare il dato dell’anno venturo allo 0,1 (sconto: 6 miliardi). Bruxelles ha accolto l’istanza a bocce ferme e a livello tecnico. La decisione politica è fra 48 ore.
Il nodo della Consulta
L’incognita è la sentenza della Consulta che, dice una fonte, è citata esplicitamente nella bozza di raccomandazioni. La Commissione si aspetta da Roma un quadro preciso e un piano di intervento. E che il ministro del tesoro Padoan sia solerte come al solito e chiarisca la situazione, anche perché fonti del Ministero dell’Economia hanno confermato ieri gli obiettivi di bilancio. Qualche orientamento potrebbe anche darlo oggi all’Eurogruppo. Nell’attesa, Bruxelles avanzerà come se niente fosse, monitorando l’Italia da vicino. Al momento opportuno deciderà cosa fare.
Le riforme
Le sei raccomandazioni (che giorni fa erano 7) puntano all’essenziale come vuole il presidente Juncker e ricalcano il programma di riforme nazionale: bilancio, governance bancaria, fiscalità, mercato del lavoro, pubblica amministrazione, apertura dei mercati. Niente sorprese, sono cose che il governo sa di dover fare. Sono cadute questioni di più lungo termine, come la «povera» Ricerca. Non è escluso che ne compaiano altre. Ma in fondo per Renzi e Padoan sono notizie digeribili o buone. Se non fosse per il «caveat» della Corte Costituzionale...