L'ARTICOLO DI SELVAGGIA LUCARELLI SULLA COMUNICAZIONE SOPORIFERA DI CONTE HA APERTO UNA BRECCIA AL "FATTO QUOTIDIANO" - OGGI IL GIORNALE DI TRAVAGLIO SPENDE UNA PAGINA PER ANALIZZARE L'ELOQUIO TANTO FORBITO QUANTO FUMOSO DELL'AVVOCATO DI PADRE PIO - CI SI METTONO IN DUE (CAPORALE E GOMEZ) A FARE LE PULCI AL CONTE LEADER DI ACQUA DOLCE: ERA ORA, DOPO ANNI DI SVENTOLATE DI CIPRIA ELARGITE SULLA FIDUCIA - CHE ANCHE TRAVAGLIO NON SIA CONVINTO DEL "FORLANISMO" DI CONTE?
"SE VA AVANTI COSÌ, IL NUOVO CONTICIDIO SE LO FA CONTE DA SÉ" - SELVAGGIA LUCARELLI SUL "FATTO" ASSESTA UN CEFFONE ALL'AVVOCATO DI PADRE PIO E ALLA SUA POCHETTE (PRESTO, PORTATE I SALI A TRAVAGLIO!): "CONTE FINISCE DI PARLARE E NON SAI CHE HA DETTO, IN QUEL CONTINUO, SOVRUMANO ESERCIZIO DI DIPLOMAZIA E DI ALLERGIA AL CONFLITTO CHE RISCHIA DI RENDERLO UNA FIGURA SBIADITA. VA BENE CHE DEL MOVIMENTO DEGLI ESORDI RESTI POCO O NIENTE, MA PASSARE DAL "VAFFANCULO" A "LA ACCOMPAGNO ALLA PORTA, MI SALUTI LA SUA CONSORTE", FORSE NON È UN AFFARE" - CHISSA' SE MARCOLINO HA CAPITO CHE IL SUO COCCO NON HA IL QUID...
PAROLE D'ACQUA DOLCE, MA ORMAI SOLO LUI RIEMPIE LE PIAZZE
Antonello Caporale per il "Fatto quotidiano"
Nell'articolo pubblicato ieri sul Fatto, Selvaggia Lucarelli mette in guardia l'ex premier Conte dal cambio di stile del M5S anche nell'eloquio: "Va bene che del Movimento degli esordi resti poco o niente, ma passare dal 'Vaffanculo' a 'La accompagno alla porta, mi saluti la sua consorte', forse non è esattamente un affare. () finisce di parlare e non sai che ha detto, in quel continuo, sovrumano esercizio di diplomazia e allergia al conflitto che rischia di renderlo una figura sbiadita. () Insomma, se va avanti così, il prossimo Conticidio sarà ad opera di Conte stesso". Un "Contesuicidio".
Pro Parole d'acqua dolce, ma ormai solo lui riempie le piazze È vero, il discorso pubblico di Giuseppe Conte è inodore e insapore. Scorre via come acqua. Non c'è una direzione di marcia, né un'idea forte di società. È un insieme vaporoso di proponimenti. L'ecumenismo, questa oramai provata abilità dell'ex premier di rivolgersi a destra e a manca facendo attenzione a non urtare la suscettibilità degli uni e degli altri, come se la società fosse fatta di uguali, come se non esistesse una fetta che patisce e una che campa di rendita, una - piccola - che detiene ogni potere e un'altra - grande - che invece ne è sprovvista, è l'elemento distintivo. D'accordo.
GIUSEPPE CONTE E CORRADO FORMIGLI A PIAZZAPULITA
E però c'è da chiedersi perché Giuseppe Conte riempia le piazze, tutte le piazze, nelle piccole e nelle grandi città. A sud e a nord. Presidente di un movimento che sembra una meringa, friabile al punto che al primo boccone si riduce in frantumi, reduce da uno scontro capitale con il suo fondatore, senza leve di potere in mano, senza nemmeno un seggio in Parlamento, spesso preso in giro e spesso anche boicottato da una grande parte della stampa. Perché allora ha successo? Anzi, correggo: perché non ce lo domandiamo?
giuseppe conte foto di bacco (7)
Noicattaro e Treviso, Savona e Torino, non c'è stato un luogo dove Conte non abbia coinvolto, non abbia certificato di essersi conquistato in solitudine un ruolo, ed essere divenuto lui punto di riferimento di un'area politica in espansione. Chi altri oggi può programmare un comizio in piazza?
Enrico Letta ha chiuso la festa dell'Unità sotto un tendone quando prima serviva una spianata, Matteo Salvini ha rinunciato persino a Pontida, Giorgia Meloni per tentare di riempire le sedie di piazza del Popolo ha dovuto raccogliere le genti d'Abruzzo, a conferma che le truppe cammellate sono immortali. Assenza di spigoli, solo sorrisi, pace e bene per tutti. Perché la camomilla contiana appare vincente, malgrado tutto?
Azzardo una risposta: l'eloquio, così scarso d'immagini ed emozioni, soddisfa chi, e forse sono molti di più di quanto crediamo, ormai non chiede altro alla politica, scaduta allo zero della reputazione per responsabilità dei protagonisti storici, che un po' di buona condotta, di buoni modi, di approssimata ma sincera cura del bene pubblico. Son convinto sia troppo poco e infatti non sono stato e non sarò elettore dei 5Stelle, ma resta per gli scettici la necessità di domandarsi ancora: e allora perché?
STILE FORLANI: PER UN MESSAGGIO CHIARO SERVE PASSIONE
Peter Gomez per il "Fatto quotidiano"
SELVAGGIA LUCARELLI E MARCO TRAVAGLIO
Passione, senso di responsabilità, lungimiranza. Sono queste le tre qualità che il grande sociologo tedesco Max Weber definiva decisive per l'uomo politico. Giuseppe Conte, in queste settimane di campagna elettorale, ha spesso dimostrato le ultime due, ma è più volte apparso deficitario sulla prima.
La passione è emersa, e secondo molti lo ha reso vincente, quando ha dovuto difendere se stesso e il suo operato davanti a intervistatori dichiaratamente ostili come Nicola Porro su Rete4, ma è scomparsa quando a porgli le domande sono stati Corrado Formigli e Alessandra Sardoni a Piazzapulita su La7. In quel frangente, ma era accaduto altre volte, il leader del Movimento 5 Stelle è invece apparso evasivo, quasi sgusciante, più simile (per chi se lo ricorda) all'ex segretario Dc, Arnaldo Forlani, che al capo di un movimento entrato dieci anni fa nei palazzi del potere sostenendo di volerli cambiare in favore dei cittadini. Perché? Conte ha due problemi. Il primo è l'inesperienza.
virginia raggi e giuseppe conte 6
Nel corso di questi ultimi tre anni ha imparato in fretta a fare il presidente del Consiglio (ve lo ricordate quando al suo primo voto di fiducia chiedeva consigli a Luigi Di Maio?), ma non a muoversi da politico a caccia di consensi. Va bene negli incontri con la gente dove ripete un copione collaudato, va meno bene, anzi male, se deve affrontare gli imprevisti del talk-tv. La cosa è per lui risolvibile.
LA PAGINA DEL FATTO SUL LINGUAGGIO DI CONTE
Ma solo a patto che riesca a sciogliere il suo secondo e più grande problema: avere, come avevano i 5 stelle del 2018, 4 o 5 punti di programma per tutti immediatamente comprensibili. Allora i pentastellati parlavano di reddito di cittadinanza, leggi anticorruzione, taglio del numero dei parlamentari. C'era chi era d'accordo e chi no. Ma tutti capivano.
Oggi invece nessuno sa cosa vogliano (a parte sopravvivere). E da questo punto di vista sono uguali a quasi tutti gli altri. Anche la loro ultima battaglia, il salario orario minimo garantito, dimenticata. "Presentarsi moderati nei toni, ma radicali nei contenuti" come dice Conte è giusto, ma a patto che i contenuti ci siano. E per ora o non ci sono, o non si vedono. Peter Gomez.