LA ROMANELLA GRILLINA CONTRO DI MAIO - L’ASSE TAVERNA-LOMBARDI, UN TEMPO FEROCEMENTE ANTI-PD, OGGI SPINGE PER L’ASSE CON ZINGARETTI - LE DUE, SOSTENUTE DA UN GRUPPO DI SENATORI, VOGLIONO METTERE DI MAIO ALL’ANGOLO - LA COMUNICAZIONE DI VITO CRIMI SARÀ GESTITA DA ILARIA LOQUENZI, GIA’ AL SERVIZIO DI LUIGINO - DI BATTISTA TACE E CASALEGGIO VUOLE CAPIRE CHI GARANTIRÀ DI PIÙ I SUOI INTERESSI…
Jacopo Iacoboni per “la Stampa”
Il M5S è sempre stato, essenzialmente, un partito-propaganda in cui la comunicazione è tutto, dunque va spiegata bene una notizia delle ultimissime ore: la gestione dell' immagine e delle uscite del nuovo reggente M5S, Vito Crimi, sarà nelle mani dello staff comunicazione M5S del Senato, guidato da Ilaria Loquenzi. Significa qualcosa politicamente questa scelta, o è un fatto neutro?
Si tratta dello stesso gruppo che, pur essendo al servizio del M5S di Di Maio - allora ancora capo politico - non è riuscito a impedire che un gruppo di senatori guidati da Emanuele Dessì e Gianluca Perilli iniziassero a uscire sui media in maniera assai superiore alla loro forza politica, con una serie di interviste critiche sia di Di Maio sia di Casaleggio; interviste poi sfociate nel famoso documento in cui venivano messi in discussione i due capi.
virginia raggi roberta lombardi
Naturalmente, Dessì - che fin lì era assurto all' onore delle cronache solo perché aveva scritto sui social, anni fa, che era stato costretto «per la seconda volta a menare un rumeno», e poi perché aveva postato un suo video con Roberto Spada, dell' omonima famiglia di Ostia, in una palestra di boxe - non ha di suo il peso politico per mettere in discussione nessuno, tantomeno Di Maio. Forse, però, il gruppo a cui Dessì appartiene, sì.
Si tratta di quella che potremmo definire l'enclave romana del M5S. L'unica operazione strutturata contro Di Maio e, ça va sans dire, rigorosamente filopiddina. È guidata da due donne, Paola Taverna e Roberta Lombardi, un tempo così dure nel populismo anti-Pd da esser parse destrorse, e invece oggi scatenate sostenitrici dell' alleanza M5S-Pd, nonché fautrici di un ottimo dialogo con Zingaretti (peraltro, presidente proprio della Regione Lazio).
Taverna, appena due anni due anni fa, conduceva campagne pesantissime contro il Pd e twittava così contro Zingaretti: «Il presidente del Lazio indagato per seconda volta in #MafiaCapitale. Fatto gravissimo. Chiarisca suoi rapporti col faccendiere Cionci». Insomma, trattava il futuro segretario Pd come un soggetto deprecabile, sul filo della corruzione.
NICOLA ZINGARETTI E LUIGI DI MAIO BY CARLI
Ora invece dice cose come «con Zingaretti c'è un rapporto costruttivo», e appena tre giorni fa: «Oggi lavoriamo con il Pd, un partito che non pensa solo a se stesso». Non ricordiamo tutto ciò per sottolineare una banale contraddizione (se è per questo, Taverna fu anche quella che diceva «Pd mafiosi, infami, ladri»), ma per illustrare una notizia, e la relativa operazione in corso: sarà lei la candidata dell'unico vero gruppo organizzato contro la linea autonomista di Di Maio, nei prossimi stati generali di marzo (che poi il ministro si candidi in proprio, è da vedere).
Qualche giorno fa lei stessa l'ha più che fatto capire: «Non sono stata io a propormi. Ma se qualcuno riconosce il lavoro che ho fatto in questi anni, lo ringrazio». Si riferiva forse all'enclave romana, dalla Lombardi a Dessì a Perilli, al vicepresidente dell'europarlamento Fabio Massimo Castaldo, al presidente della commissione ecomafie Stefano Vignaroli?
Se vincono, questi personaggi romani potrebbero salvare e riproporre persino Virginia Raggi. Magari con un aiuto dal carissimo Pd. Di Battista invece non fa parte dell'enclave. Resiste ancora, va detto, al Pd.
In Senato, gestisce le ultime interviste di Taverna Ilaria Loquenzi; la stessa che si occupa ora del neo reggente Vito Crimi: il medesimo staff si trova nelle mani i personaggi chiave per mandare in soffitta Di Maio. Guarda il caso.
Roberta Lombardi, che in un remoto passato scriveva sul blog cose che profumavano assai di destra, ormai esprime posizioni simil-Dem: «Nella nostra storia tutto dice che siamo progressisti e riformisti, per natura». Taverna tempo fa ricordò che Loquenzi fu «la mia prima "portaborse"». Alla festa di laurea, pur tardiva, della Taverna, lei rimase a festeggiare con chi Dessì, Francesco Silvestri e altri loro amici tra cui il notaio Valerio Tacchini, che certifica i risultati della piattaforma Rousseau. Davide Casaleggio, di fronte a questa enclave romana contro Di Maio, aspetta. Deve capire chi lo garantirà meglio.