L’ENTRATA A GAMBA TESA DI ELON MUSK SUL CASO MIGRANTI (“VIA QUEI GIUDICI”) METTE GIORGIA ALL’ANGOLO: LA DUCETTA CAMALEONTE, COME DAGO DIXIT, PUNTA SU MISTER TESLA PER RIACCREDITARSI CON TRUMP MA RISCHIA DI ALIENARSI L’APPOGGIO DELLE ISTITUZIONI EUROPEE, CHE SI PREPARANO A UN RAPPORTO CONFLITTUALE CON WASHINGTON - LE INTRUSIONI SULLA POLITICA ITALIANA DEL MILIARDARIO KETAMINICO POSSONO DIVENTARE UN PROBLEMA PER LA MELONI ANCHE SUL FRONTE INTERNO. IL "GABBIANO" RAMPELLI E’ GELIDO SULLA SORTITA DI MUSK: “SIAMO ATTREZZATI PER DIFENDERCI DA SOLI”. CHE DIRANNO, I CAMERATI, QUANDO MISTER TESLA METTERÀ BOCCA SULLE VICENDE ITALIANE CON UN RUOLO DI GOVERNO NEGLI USA? – DAL CONTRATTO STARLINK DA 1,5 MILIARDI DI EURO ALLA TESLA LOW COST: COSA BALLA TRA PALAZZO CHIGI E MUSK – DAGOREPORT
DAGOREPORT
ELON MUSK - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI
Filippo Santelli e Lorenzo De Cicco per la Repubblica - Estratti
«Con Musk ormai siamo amici», ripete da mesi Giorgia Meloni alla cerchia stretta dei suoi consiglieri. Il canale è diretto, senza filtri: un messaggino di Whatsapp dopo l’altro. Scambi frequenti, anche se non quotidiani, racconta chi è stato messo a parte dei dettagli di questa special relationship tra la premier e il patron di X.
Però l’amico Elon è anche un tipo incontrollabile, che una mattina può dare dello «scemo» al cancelliere tedesco e che in passato se l’è presa con i magistrati di Francia e Brasile, con il governo inglese, con Ursula von der Leyen, fino a ieri, quando è toccato ai giudici italiani. Un flusso quotidiano di post, senza imbeccate da Palazzo Chigi, sostiene il braccio destro a Roma del magnate di Tesla, Andrea Stroppa: «Musk segue i fatti italiani su X». Rilanciando o commentando quello che scrivono gli 800 contatti che segue.
ELON MUSK GIORGIA MELONI ANDREA STROPPA
Proprio per questo, però, il tasso di imprevedibilità è altissimo. L’incidente, dietro l’angolo. Rischia insomma, Musk, di diventare l’amico imbarazzante per un partito come FdI, che contro le “ingerenze straniere” ha costruito per anni un pezzo della sua propaganda e anche della sua fortuna elettorale.
Anche la linea «Elon è un privato cittadino», approntata da Meloni venerdì al Consiglio Ue di Budapest (a domanda proprio sugli insulti a Scholz) può reggere solo per qualche mese, se Donald Trump, come pare, manterrà l’impegno col fondatore di SpaceX e gli offrirà un incarico nella sua amministrazione. Che diranno, i Fratelli, quando Musk metterà bocca sulle vicende italiane con un ruolo di governo negli Usa?
ARTICOLO DI LE MONDE SULLA 'RELAZIONE' TRA GIORGIA MELONI E ELON MUSK
Per la premier gestire questo rapporto è (e sarà) una prova da equilibrista. Un calcolo continuo di costi e benefici. Il vantaggio principale è lampante: il legame le serve per riallacciare i rapporti con Trump e la galassia “Maga”, che in parte ha vissuto con fastidio la collaborazione, a tratti affettuosa, tra la presidente del Consiglio e il democratico Joe Biden. Non a caso è stata Meloni a chiamare l’imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense, subito, la notte dopo il voto. Ed è sempre stata Meloni a rendere nota la telefonata.
Anche per bilanciare l’attivismo di Matteo Salvini, che con Musk il rapporto se l’è costruito più tardi, ma che, al contrario della leader di FdI, non si cruccia minimamente di mostrarsi istituzionale. L’abbraccio con Musk, però, non può diventare troppo stretto per la premier.
Soprattutto, Meloni non può benedire fino in fondo le sue incursioni nella politica italiana, anche quando le farebbero comodo, come ieri. Sa che certe sortite passerebbero per intromissioni, non tanto nei lanci d’agenzia dell’opposizione, ma in un segmento di elettorato che queste “ingerenze” le ha sempre sofferte (e che solitamente vota a destra). Qualche voce critica da FdI già si leva, all’indirizzo del proprietario di X: «Siamo attrezzati per difenderci da soli è il commento gelido del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli - Ringraziamo Musk, ma non siamo come la sinistra che sbava per amplificare a livello internazionale le criticità italiane, ridicolizzando la nazione ».
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Parole che Meloni non può pronunciare. L’amico Elon, oltre ad essere un prezioso interlocutore per spazio e connessione satellitare, è il contatto più strategico che ha in rubrica nel giro di Trump. Difficilmente può esserlo Ron DeSantis, in questi giorni in Italia per promuovere le aziende della Florida e ricevuto ieri a Palazzo Chigi. È un governatore repubblicano, sì. Ma è stato il principale avversario di Trump alle primarie. E ha rotto con la nuova capo- staff del presidente eletto, Susie Wiles. Meloni un incontro glielo doveva: grazie alla mediazione di De-Santis è stato liberato Chico Forti.
Ma si è ben guardata dall’enfatizzarlo: Palazzo Chigi ha diffuso una stringata nota istituzionale, a sera, in cui si parla unicamente della «missione economico-commerciale».
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IL CONTRATTO STARLINK, LE CHAT, LA TESLA LOW COST: COSA C’È DIETRO L’AIUTINO DI ELON MUSK A GIORGIA MELONI
Da open.online
L’entrata a gamba tesa di Elon Musk nella politica italiana evidentemente non è un’ingerenza straniera. Per questo Giorgia Meloni e il suo governo, che per mesi le hanno stigmatizzate, oggi non protestano. E poi «con Elon ormai siamo amici», ha detto qualche tempo fa la premier.
Ed è vero, visto che i due periodicamente si scambiano chat su Whatsapp. E poi «è un privato cittadino», ha detto la settimana scorsa Meloni da Budapest. Anche se va verso un incarico di prestigio (si parla della delega all’intelligenza artificiale) nel governo di Donald Trump. E anche se la piattaforma Starlink vuole sbarcare in Italia e c’è bisogno dell’ok di Palazzo Chigi. Come abbiamo appreso grazie all’inchiesta su Sogei e Andrea Stroppa. Così come dietro l’attivismo dell’imprenditore sudafricano c’è una passione: l’Antica Roma.
Starlink e l’appalto da 1,5 miliardi con Palazzo Chigi
«Per aspera ad astra»: con un biglietto e un mazzo di fiori durante il suo ultimo viaggio a Roma ha reso omaggio nel luogo in cui bruciò il cadavere di Giulio Cesare. Attraverso le difficoltà si arriva alle stelle, è il senso del motto latino. E in effetti per i suoi emissari italiani di Starlink, Tesla e SpaceX è stato difficile salire ai piani alti dei ministeri per proporre affari.
Ma adesso, spiega il Corriere della Sera, sul tavolo c’è una fornitura di banda larga attraverso satellite per garantire connessioni “sicure” alle imprese italiane. Un accordo della durata quinquennale per una spesa totale di 1,5 miliardi di euro. Anche se le norme anti-pirateria potrebbero bloccare tutto. E non c’è solo questo. La premier, che ha conosciuto Musk grazie ai buoni uffici del giornalista Nicola Porro, potrebbe essere anche una sponda per ammorbidire le regole del Dsa.
La Tesla low cost
Ovvero l’atto di legge per combattere l’hate speech sui social network. Che metterebbe in difficoltà X. Ma nei piani e nei sogni del governo c’è anche una Tesla low cost. Un’auto elettrica a guida autonoma per il nostro mercato che Musk potrebbe lanciare. Anche questo fa parte dell’asse Meloni-Musk. Che potrebbe consolidarsi anche grazie alla passione per l’Antica Roma del nuovo tycoon.
E pazienza se anche lui pare proprio essere un miliardario globalista come George Soros, spesso attaccato dalla premier. Che ha voluto che a coordinare i lavori per l’appalto di Starlink fosse il generale Franco Federici. Visto che, spiega oggi La Stampa, l’esecutivo al termine dell’estate era pronto alla firma del protocollo d’intesa. Poi l’inchiesta su Sogei ha rallentato tutto. Anche se nel frattempo due progetti pilota per la connessione sono stati avviati nelle rappresentanze diplomatiche italiane in Libano e in Afghanistan.
Inchieste e contratti congelati
E c’è anche il progetto di offrire copertura alle navi come la Garibaldi e la Vespucci. E forse anche alla Libra, nel frattempo impegnata nel trasporto di naufraghi dal Mar Mediterraneo all’Albania e da qui all’Italia dopo le sentenze dei giudici. Il contratto è attualmente congelato dopo l’inchiesta su Sogei. E in Fratelli d’Italia c’è chi dice che proprio l’intervento dei magistrati su Andrea Stroppa abbia convinto Musk ad alimentare la polemica sui giudici. Che intanto dovrà convincere Guido Crosetto della bontà del suo progetto per connettere le istituzioni italiane tramite Starlink. Il ministro della Difesa infatti è stato l’unico a ricordare che Musk nel business satellitare è un monopolista e ha costi non paragonabili a quelli degli altri provider. Poi c’è anche una questione politica da non sottovalutare.
Salvini e Trump
Ovvero la concorrenza di Matteo Salvini nel centrodestra. Il leader della Lega finisce rivitalizzato dalla vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti perché lui, a differenza di Meloni, non ha dovuto scattare foto con Joe Biden nei tre anni precedenti. Giorgia invece ha un problema che si chiama Steve Bannon. Il quale ieri ha spiegato in un’intervista che si attende un riallineamento della premier.
È la stessa cosa che si attende Musk. Per questo ha deciso di forzare la mano sui giudici. E Meloni presto dovrà fare una scelta. O decide di seguire le istituzioni europee, che si preparano a un rapporto conflittuale con Washington. Oppure abbraccia la linea di Trump, anche per non farsi superare da Salvini.
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