benjamin netanyahu joe biden segno della croce

L’OCCIDENTE SCRICCHIOLA SUL SOSTEGNO A ISRAELE – UN DIRIGENTE DEL DIPARTIMENTO DI STATO USA SI È DIMESSO IN PROTESTA CON LA DECISIONE DI BIDEN DI CONTINUARE A RIFORNIRE TEL AVIV DI ARMI E MUNIZIONI: “IL CIECO SOSTEGNO A UNA PARTE STA PORTANDO A DECISIONI DISTRUTTIVE” – IN INGHILTERRA IL LEADER LABURISTA, KEIR STARMER, È NEL MIRINO PER LA LINEA PRO-ISRAELE. COME STUPIRSI: IL PRECEDENTE SEGRETARIO, CORBYN, UNA VOLTA POSÒ UNA CORONA DI FIORI ALLE TOMBE DEI TERRORISTI DELLA STRAGE DI MONACO

1. ARMI A ISRAELE, DIRIGENTE DIPARTIMENTO DI STATO USA LASCIA

biden netanyahu 2

(ANSA) - Un dirigente del Dipartimento di Stato nell'ufficio che sovrintende ai trasferimenti di armi si è dimesso per protestare contro la decisione dell'amministrazione Biden di continuare a inviare armi e munizioni a Israele mentre assedia Gaza nella sua guerra con Hamas.

 

Nella sua lettera di dimissioni, Josh Paul afferma che il "cieco sostegno a una parte" dell'amministrazione Biden sta portando a decisioni politiche "miopi, distruttive, ingiuste e contraddittorie rispetto agli stessi valori che sosteniamo pubblicamente".

 

JEREMY CORBYN CON LA KEFIAH

"La risposta che Israele sta dando, e con essa il sostegno americano sia a quella risposta che allo status quo dell'occupazione, porterà solo a sofferenze maggiori e più profonde sia per il popolo israeliano che per quello palestinese", ha scritto Paul, che è stato direttore degli affari pubblici e parlamentari per l'ufficio affari politico-militari del Dipartimento di Stato per oltre 11 anni.

 

JOE BIDEN SI FA IL SEGNO DELLA CROCE DAVANTI A NETANYAHU

"Temo che stiamo ripetendo gli stessi errori commessi negli ultimi decenni e mi rifiuto di farne parte per un periodo più lungo", ha spiegato. In un'intervista, Paul ha affermato che il taglio da parte di Israele dell'acqua, del cibo, dell'assistenza medica e dell'elettricità a Gaza, un territorio di due milioni di persone, dovrebbe far scattare la protezione prevista da una serie di leggi federali di lunga data intese a tenere le armi americane fuori dalle mani di chi viola i diritti umani.

 

Ma queste barriere legali stanno fallendo, ha detto. "Il problema con tutte queste disposizioni è che spetta al ramo esecutivo stabilire se si sono verificate violazioni dei diritti umani", ha proseguito Paul. "La mossa di prendere una decisione non spetta a qualche entità accademica apartitica, e non c'è alcun incentivo affinché il presidente determini effettivamente qualcosa".

 

2. GB: MALUMORI NEL LABOUR CONTRO STARMER 'ANTI-PALESTINESE'

KEIR STARMER

(ANSA) - Crescono i malumori nella base del Partito laburista britannico, prima forza d'opposizione del Regno Unito, contro la linea assunta dal leader neomoderato Keir Starmer sulla ri-esplosione del conflitto israelo-palestinese innescata dal sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre.

 

Linea denunciata da alcuni come indistinguibile su questo dossier da quella del governo conservatore di Rishi Sunak e appiattita sulle ragioni di una parte sola. A protestare sono in particolare - ma non solo - dirigenti e militanti locali con radici familiari musulmane (rappresentanti di comunità sempre più numerose nel Regno e tradizionalmente più favorevoli al Labour): come nel caso di Amna Abdullatif, dimessasi furiosamente da consigliera comunale a Manchester dopo aver accusato lo stesso Starmer di aver "orrendamente" giustificato persino l'iniziale blocco "di combustibili, acqua, cibo ed elettricità" imposto a due milioni di civili palestinesi della Striscia di Gaza, in "aperta violazione" della legge internazionale e delle indicazioni dell'Onu.

 

CORBYN POSA UNA CORONA DI FIORI VICINO ALLE TOMBE DEGLI IDEATORI DELLA STRAGE DI MONACO

Il leader, che nei giorni scorsi aveva fatto circolare sotto traccia fra i deputati laburisti un'intimazione a non partecipare a qualunque manifestazione pro Palestina nel Regno in questa fase (intimazione subito trapelata sui social media), sta ora cercando di correre ai ripari anche nei confronti delle sensibilità dei britannici d'origine araba.

 

Tanto da aver convocato una riunione urgente a porte chiuse con i capigruppo di tutti i consigli locali affiancato da Sue Gray, capo del suo staff, e dal ministro degli Esteri ombra, David Lammy. Riunione durante la quale, come si è saputo, ha rassicurato che il Labour chiede pure a Israele il rispetto del diritto umanitario internazionale e la ripresa degli aiuti ai civili di Gaza; ma in cui non sono mancate contestazioni e toni accesi, stando a indiscrezioni di stampa.

keir starmer 9JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU

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