ANGELO RIZZOLI SBATTUTO DA UN OSPEDALE ALL’ALTRO

Corrado Zunino per "La Repubblica"

Nella tarda mattina di ieri, preoccupati dalla piega che la vicenda Rizzoli stava prendendo (il ministro della Giustizia Paola Severino aveva chiesto il fascicolo), i due sostituti procuratori Giorgio Orano e Francesco Ciardi hanno aperto la porta al ritorno a casa dell'ex editore Angelo Rizzoli, 70 anni, arrestato per una nuova bancarotta fraudolenta, afflitto da una sclerosi a placche che gli ha paralizzato la parte destra del corpo e che all'interno della struttura medico-penitenziaria del "Sandro Pertini" non poteva combattere. Due ore dopo il giudice per le indagini preliminari, Aldo Morgigni, quella porta l'ha richiusa: sì agli arresti domiciliari, ma in un altro ospedale.

Angelo Rizzoli non tornerà nel suo vasto appartamento ai Parioli di Roma, sarà trasferito invece - appena si libererà un letto - in un secondo ospedale romano distante dieci chilometri. Dice la moglie Melania Rizzoli, parlamentare uscente del Pdl, pure lei indagata per il crack da trenta milioni: «Nemmeno a Tor Vergata Angelo potrà però fare la fisioterapia necessaria».

Il Gip, nell'ordinanza di ieri, ha chiesto un'altra settimana di arresti domiciliar-ospedalieri per ottenere una nuova relazione medica. Sarebbe la terza. Le prime due già hanno certificato la sclerosi con cui Rizzoli ha convissuto per cinquant'anni, un'insufficienza renale, un pregresso infarto.

Angelo Rizzoli, che nella sua seconda vita post-editoriale ha intrapreso la carriera di produttore di fiction televisive, era stato arrestato lo scorso 14 febbraio. La bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale di cui è accusato ha cagionato «con dolo e per il profitto personale» il fallimento di quattro società controllate.

Da allora, l'ex editore del Corriere della Sera è ricoverato nella struttura protetta - sbarre alle finestre, cancelli serrati al posto delle porte - del Pertini. Repubblica lo
ha raggiunto insieme al garante dei detenuti per il Lazio e ne ha raccolto la testimonianza, diversi parlamentari del Pdl (tra cui Sandro Bondi) hanno quindi scritto al Csm e al ministro della Giustizia, che ha attivato i suoi ispettori.

I due procuratori che hanno in mano l'inchiesta ieri hanno scritto: «Le patologie di cui soffre Rizzoli, pur non costituendo un quadro di radicale incompatibilità con il regime carcerario, lasciano preferire la prosecuzione della detenzione con modalità (arresti domiciliari) che consentano lo svolgimento di una attività fisioterapica in grado di fronteggiare i profili degenerativi della sua patologia». Inoltre, hanno sottolineato positivamente il nuovo atteggiamento dell'indagato nei confronti dell'inchiesta: «Ha consegnato una memoria difensiva con la quale rivede le precedenti dichiarazioni».

Lette le indicazioni della procura, il Gip non le ha fatte proprie. E ha deciso, firmando un'ordinanza dove si sostiene che «non sono venuti meno i gravi indizi di colpevolezza»,
che i domiciliari vadano comunque fatti in una «struttura di cura». Individuata nel reparto Medicina interna A di Tor Vergata.

Il giudice Morgigni ha ordinato, ancora, l'immediato trasferimento dell'indagato «con mezzi
propri e per le vie più brevi». La moglie Melania si è rifiutata, i clinici del Pertini hanno insistito per il trasporto in ambulanza.

Ma è bastata una telefonata per scoprire che alla Medicina di Tor Vergata non c'era posto e che Angelo Rizzoli, ieri notte, doveva restare steso su un letto del "carcere Pertini". Ancora Melania: «Mio marito è peggiorato, quasi non si muove, non so se me lo restituiranno vivo».

 

L'ARRESTO DI ANGELO RIZZOLIAngelo Rizzoli rizzoli AngeloANGELO RIZZOLI - copyright PizziMelania Rizzoli SANDRO BONDI

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