giorgia meloni enrico letta

DITE A ENRICO LETTA DI MANGIARSI LE MANI PER NON AVER CAMBIATO LEGGE ELETTORALE - CON UNA LEGGE ELETTORALE PROPORZIONALE, IL VOTO AVREBBE PRODOTTO UN GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE IN CONTINUITÀ CON LE POLITICHE DEL GOVERNO DRAGHI - CON IL ROSATELLUM IL CENTRODESTRA, PUR NON AVENDO UN ENORME VANTAGGIO NEI VOTI COMPLESSIVI, POTREBBE OTTENERE FINO ALL'85-90% DEI COLLEGI MAGGIORITARI, PORTANDO COSÌ IL SUO RISULTATO IN SEGGI AL 15-20% IN PIÙ DEI VOTI CHE AVREBBE OTTENUTO CON IL PROPORZIONALE…

Estratto dell’articolo di Stefano Passigli per il “Corriere della Sera”

 

CONFRONTO LETTA MELONI

[…] Il Rosatellum prevede infatti un sistema «ibrido» in cui il 37% dei seggi è attribuito in collegi uninominali maggioritari, e il 63% con metodo proporzionale e liste bloccate, causa non ultima queste del crescente astensionismo. Poiché nei collegi uninominali si vince anche per un solo voto, ancorché sembri un sistema misto il Rosatellum in realtà risponde ad una logica maggioritaria imponendo alleanze tra partiti profondamente diversi al solo fine di vincere le elezioni, ma rendendo poi impossibile trasformare tali alleanze in coese ed efficaci coalizioni di governo. […]

SALVINI MELONI LETTA AL MEETING DI RIMINI

 

[…] Con una legge elettorale proporzionale è facile prevedere che il risultato elettorale […] avrebbe probabilmente prodotto un governo di unità nazionale in continuità con le politiche del governo Draghi, anche se non necessariamente guidato da un tecnico. […] Con il Rosatellum invece, causa anche gli errori del centrosinistra che si presenta diviso […], il centrodestra pur non avendo alcun sostanziale vantaggio nei voti complessivi potrebbe ottenere fino all'85-90% dei collegi maggioritari, portando così il suo complessivo risultato in seggi al 15-20% in più dei voti che avrebbe ottenuto con leggi proporzionali.

LEADER DI PARTITO AL MEETING DI RIMINI

 

Il nostro sistema istituzionale non è stato però adottato per operare con un sistema maggioritario. Il Parlamento elegge le nostre istituzioni di garanzia a maggioranza assoluta dei voti per la Presidenza della Repubblica e con il 60% per quanto concerne i Giudici Costituzionali di nomina parlamentare, di cui quattro su cinque nella prossima legislatura, cui si aggiungono i dieci membri del Csm.

 

Non si dimentichi infine che con il 65% dei seggi la maggioranza parlamentare può modificare la Costituzione senza essere obbligata a sottoporre le modifiche ad un referendum popolare […] Le dichiarazioni con cui il centrodestra ha annunciato la volontà di introdurre il presidenzialismo in luogo della forma di governo parlamentare scelta dalla Costituente mostra l'ulteriore effetto negativo che può conseguire da una legge elettorale in contrasto con la logica complessiva del sistema istituzionale.

 

GIORGIA MELONI ENRICO LETTA

Il presidenzialismo - come ogni forma di governo a termine che per cinque anni non possa essere sfiduciato anche se oramai privo del favore popolare - si adatta a sistemi non polarizzati, ove le differenze tra maggioranza e opposizione non vertono su questioni fondamentali come l'assetto stesso del sistema istituzionale, la politica estera, la giustizia, la difesa, il sistema fiscale, o su temi come la sanità, la previdenza, l'istruzione o la ricerca che richiedono politiche di lungo termine. Non è questo il caso dell'Italia, ove lo scontro politico verte proprio sui temi che in altri Paesi costituiscono il fondamento della stabilità del sistema politico. Quando un sistema è diviso su questioni fondamentali, maggioritario e presidenzialismo non sono una giusta ricetta istituzionale […]

Ultimi Dagoreport

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

trump musk bitcoin

DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO - SUCCEDE CHE QUELLO SVALVOLATO ALLA KETAMINA DI ELON MUSK, DA QUANDO HA FINANZIATO LA CORSA PRESIDENZIALE DI DONALD TRUMP, SI È MESSO IN TESTA DI TRASFORMARE LA CASA BIANCA IN CASA MUSK. E COME “PRESIDENTE VIRTUALE” DEGLI STATI UNITI, L'UOMO PIU' RICCO DEL MONDO HA IN MENTE DI SOSTITUIRE LA MONETA REALE CON UNA VIRTUALE, CON UNA LEGGE CHE PREVEDA GLI ACQUISTI DI BITCOIN PER LE RISERVE VALUTARIE DEGLI STATI UNITI - MA FATTI DUE CONTI, ALL’AMERICA FIRST DI TRUMP CONVIENE DI TENERSI STRETTO IL SACRO DOLLARO CHE, AD OGGI, RAPPRESENTA LA MONETA DI SCAMBIO DEL 60% DEL MERCATO INTERNAZIONALE -NEL 2025 TRUMP DOVRÀ VEDERSELA NON SOLO COL MUSK-ALZONE CRIPTO-DIPENDENTE: IN CAMPO È SCESO PREPOTENTE IL PIU' ANTICO NEMICO DEL “VERDONE” AMERICANO: L’ORO…

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATA, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO