LETTA CALZA L’ELMETTO - ENRICO SI PREPARA ALLO SCONTRO CON RENZI: “È INAFFIDABILE”

Goffredo De Marchis per "La Repubblica"

Pressato dai fedelissimi, Enrico Letta ha spiegato perché non vuole candidarsi alla segreteria del Pd, pur avendo accarezzato l'idea. È una promessa solenne che ha
fatto a Giorgio Napolitano.

La promessa è non immischiarsi nelle vicende del partito mentre guida la faticosa maggioranza delle larghe intese. Non si rimangerà la parola «come fece Monti» quando si candidò con una sua lista alle elezioni politiche. Assieme ai dirigenti della sua area, aveva esaminato l'ipotesi di un candidato di riferimento, ma per mantenere una vera equidistanza si era opposto anche a questa soluzione.

Adesso però, sulla seconda ipotesi almeno, i lettiani tornano alla carica con il premier aspettando un suo via libera. «L'atteggiamento di Renzi è insostenibile. Non ci possiamo fidare di lui, ormai è chiaro. Dal momento in cui sarà segretario non darà tregua al governo. L'accusa di ieri è gravissima e merita una risposta forte».

Ormai nel Pd si gioca una partita con due soli sfidanti. Sono saltati ambasciatori e mediatori. Guglielmo Epifani, dopo l'accordo clamorosamente saltato ieri all'assemblea nazionale, ha perso il ruolo di cuscinetto esercitato finora.

Fuori i secondi, sono rimasti sul ring solo Letta e Renzi. Faccia a faccia, in una riedizione delle sfide democristiane della Prima repubblica. Con la cattiveria 2.0, imposta dalla mutazione genetica della comunicazione, dai tempi che viviamo: meno sottile e più diretta.

D'Alema, Bersani, Cuperlo, Civati sono solo i comprimari dello scontro epocale che si annuncia senza tregua. Dario Franceschini ha provato a fare da pontiere schierandosi per il sindaco (e incassando con dolore l'accusa di tradimento), ma ieri ha capito che la strada della convivenza è piena di trappole. «Ho sempre detto: ci vuole un accordo tra i due. Ma adesso comincio a pensare che sia impossibile», ripeteva il ministro dei Rapporti con il Parlamento dietro le quinte dell'assemblea nazionale nelle fasi concitate del pasticcio.

Per Renzi non è un pasticcio. «È un'operazione orchestrata da Letta. Da lui in prima persona e portata avanti da Bersani in assemblea - raccontava una deputata vicinissima al sindaco - . Enrico sta giocando sporco». Il Rottamatore è sicuro che il premier punti ancora a un rinvio delle primarie. Con un doppio obiettivo: chiudere la finestra elettorale della prossima primavera a Renzi, prima di tutto. Ma non solo.

«Letta vuole vedere come finisce con Berlusconi. Se il Cavaliere stacca la spina a breve, allora si candiderà alla segreteria del Pd». In quel caso la promessa a Napolitano sarebbe sciolta e i lettiani non hanno dubbi: il loro capo dovrebbe sfidare il sindaco e correre per la leadership. Intorno al match Letta- Renzi, il Pd rischia più della scissione. Rischia la sopravvivenza, le macerie. Bersani fa capire che la data dell'8 dicembre non è poi così sicura. L'obiettivo dell'ex segretario e dei bersaniani è riportare Letta a Palazzo Chigi con le elezioni. «Vediamo di limitare i danni - dice Alfredo D'Attorre, vicinissimo a Bersani - .

Si può trovare un'intesa e svolgere il congresso l'8. Ma Renzi la smetta di sparare sul pianista, di giocare allo scaricabarile. Noi abbiamo rispettato i patti. Basta. È incredibile che quello che viene considerato il segretario in pectore non si preoccupi di tenere unito il
Pd».

La richiesta che arriva dagli anti-Renzi è un impegno concreto per la corsa alla premiership. «Il sindaco dovrebbe compiere un atto politico: garantire che non farà valere la regola del segretario-candidato a Palazzo Chigi. Come è successo con lui», spiega D'Attorre. Impegnarsi cioè a trasferire la sfida a distanza di oggi, in una partita a viso aperto contro Letta nei gazebo. Quando giungerà l'ora delle elezioni.

 

LETTA-RENZILETTA-RENZILETTA-RENZIRENZI E LETTA BY BENNY

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