lotta continua - meme su giorgia meloni e matteo salvini by edoardo baraldi

LA LOTTA TRA SALVINI E MELONI FA UN’ALTRA VITTIMA: LE PROVINCE – IL “CAPITONE” AVEVA ANNUNCIATO IL RITORNO DELL’ENTE INTERMEDIO, CON ELEZIONE DIRETTA, E PUNTAVA ADDIRITTURA A VOTARE IL 9 GIUGNO, INSIEME ALLE EUROPEE. MA FRATELLI D’ITALIA HA FATTO MURO E IL DOSSIER È CONGELATO. È UNA QUESTIONE POLITICA, MA ANCHE DI RISORSE: IL COSTO PER IL RIAFFIDAMENTO DELLE DELEGHE CANCELLATE CON LA RIFORMA DELRIO È DI CIRCA UN MILIARDO

Estratto dell’articolo di Giovanna Casadio per www.repubblica.it

 

giorgia meloni e matteo salvini.

Per Matteo Salvini è un altro colpo. Aveva detto che le Province “servono per le scuole, per le strade”: da ripristinare al più presto. Aveva giurato che sarebbe stata una battaglia da lui vinta: le avrebbe riportate all’elezione diretta con le competenze, la scelta diretta dei cittadini e i soldi.

 

[…] La Lega puntava addirittura a votare di nuovo per le Province il 9 giugno prossimo, insieme alle europee. Previsione: fare cappotto, strappandone la maggioranza al centrosinistra con l’elezione diretta.

 

Peccato che Fratelli d’Italia abbia fatto orecchie da mercante. La fretta leghista si è scontrata con il muro meloniano. Adesso […] il dossier Province – che giace in commissione Affari costituzionali del Senato - è archiviato: non si discutono provvedimenti in cui sia prevista una spesa.

 

MATTEO SALVINI - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FEDERIGHI

In questo caso il costo è di circa un miliardo, se si vuole riaffidare all’ente provinciale le funzioni che aveva prima della riforma del dem Graziano Delrio. Nelle mani della sottosegretaria Wanda Ferro, fedelissima di Giorgia Meloni, il ritorno delle Province sembrava essere entrato nell’accordo tra Salvini e Meloni sul pacchetto riforme istituzionali: autonomia differenziata e Province sul piatto della bilancia della Lega; premierato su quello di Fratelli d’Italia.

 

Prima c’è stato un rallentamento, anche a causa di un infortunio della sottosegretaria Ferro. Ma è soprattutto uno stop politico quello che vede adesso scomparire dall’orizzonte il ripristino delle Province.

 

“Tensioni tra Fratelli d’Italia e Lega? Prima ancora c’è un problema di risorse: il governo i soldi per le competenze da riassegnare all’ente provinciale non li ha trovati”, osserva Dario Parrini, vice presidente della commissione di Palazzo Madama, del Pd. I Dem sono a favore, ma a condizione che non si tratti di un “poltronificio”: ha detto più volte Andrea Giorgis, capogruppo del partito in commissione. E Michele De Pascale, sindaco dem di Ravenna e presidente dell’Unione delle Province, ha ribadito che la riforma Delrio va superata e che la situazione di limbo in cui le Province, enti di secondo livello, si trovano non può più reggere.

 

GRAZIANO DELRIO

[…] I leghisti temono che prima delle europee non si muova foglia. Tanto che l’altra misura che sta a cuore a Salvini, ovvero via al limite di mandato per sindaci e - tema ancora più spinoso - per i presidenti di Regione, potrebbe essere presentata con un provvedimento ad hoc. Nella riforma delle Province c’è un emendamento – grimaldello del senatore altoatesino Meinhard Durnwalder. […]

 

Riguarda però solo il terzo mandato per i sindaci; l’altra misura, ovvero nessun limite di mandato per i governatore – che per la Lega significa il via libera alla ricandidatura di Luca Zaia, presidente del Veneto – potrebbe avvenire solo con un blitz. Contrarissima la segretaria del Pd, Elly Schlein in un braccio di ferro con Vincenzo De Luca, presidente della Campania […] . […]

matteo salvini e il patriarcato vignetta by rolli per il giornalone la stampaPRECETTO LA QUALUNQUE - MEME BY EMILIANO CARLI

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…