1- FERMI TUTTI! IL SIMPATICO TESORIERE DELLA MARGHERITA LUIGI LUSI HA FATTO UN USO POLITICO, OLTRE CHE PERSONALE, DEI 13 MILIONI CHE IL PARTITO-ZOMBIE ACCAPARRAVA 2- MOLTO PRIMA DELLE INCHIESTE, AVEVA PRODOTTO UNA POLEMICA FURIBONDA, UNA SCENA MADRE, E PERSINO UN GIALLO SULLE PRIMARIE TRA DARIO FRANCESCHINI E BERSANI 3- LUSI, MESSO SPALLE AL MURO DA PARISI, GIUSTIFICAVA UNA VOCE DEL SUO BILANCIO COSÌ: “HO DATO 4 MILIONI DI EURO A FRANCESCHINI PER LA SUA CAMPAGNA DA SEGRETARIO” 4- QUANTO COSTÒ DAVVERO A BERSANI E FRANCESCHINI LA CAMPAGNA DELLE PRIMARIE? CHI LA FINANZIÒ? E, VISTO CHE NON SONO ANDATI A FRANCESCHINI, COME SONO STATI IMPIEGATI QUEI 4 MILIONI? E PERCHÉ NESSUN DELLA EX MARGHERITA SI POSE IL PROBLEMA DEL MODO IN CUI VENIVA AMMINISTRATO UN PATRIMONIO DI MILIONI DI EURO?

Luca Telese per "il Fatto Quotidiano"

La truffa di Luigi Lusi non è stata un fulmine a ciel sereno. Il partito-Zombie che accaparrava fondi senza rendere conto a nessuno, sopravvivendo di tre anni alla fine della legislatura, aveva prodotto - molto prima delle inchieste - una polemica furibonda, una scena madre, e persino un giallo sulle primarie tra Dario Franceschini e Pierluigi Bersani.

L'allora tesoriere della Margherita, infatti, messo spalle al muro da Arturo Parisi, giustificava una voce del suo bilancio così: "Ho dato 4 milioni di euro a Franceschini per la sua campagna da segretario". Lo scandalo inizia il 20 giugno del 2011, a via del Nazzareno c'è l'assemblea della Margherita che deve approvare il bilancio.

"QUANDO FINIRÀ IL FINANZIAMENTO?"
I 300 dirigenti della ex Margherita dovevano approvare i conti di un partito ufficialmente morto ma finanziariamente floridissimo. La seduta iniziò malissimo, non più di 15 persone in sala. Nessuno dei partecipanti aveva ricevuto una copia del consuntivo. "Come pensi - aveva detto Parisi a Lusi - che noi si possa approvare un bilancio a scatola chiusa?".

Era scoppiato un finimondo. Un altro dirigente, l'umbro Luciano Neri: "Fra un anno il finanziamento finirà: che cosa facciamo di questi soldi? La cosa più logica, per me, sarebbe dividere i fondi tra organizzazioni sociali: Emergency, La Caritas, Medici senza Frontiere".

Parisi torna alla carica: "La seduta va aggiornata per dar modo ai dirigenti di visionare il testo e chiedere chiarimenti, oppure la votazione perde qualsiasi legittimità politica". A questo punto Lusi esplode, cancellando l'immagine del dirigente tecnico compassato e pignolo: "Adesso basta! Non posso accettare di essere trattato in questo modo". Estrae dalla borsa un fascicolo che sbatte sul tavolo: "Il bilancio è qui. Non c'è nessun segreto: ma se queste proteste vogliono suggerire che io non faccio bene il mio lavoro, non ho problemi a rimettere il mio mandato!". Cala il gelo.

Oltre ai due "contestatori" - Parisi e Neri - ci sono Francesco Rutelli, Paolo Gentiloni, Giuseppe Fioroni, Enzo Bianco, Giulio Santagata. La riunione si interrompe. Lusi si alza. Fioroni media. Parisi chiede di visionare il fascicolo. Lusi accetta che il professore guardi, ma non gli da una copia del testo. Parisi non ha una preparazione contabile, ma l'occhio gli cade su una voce: "Attività politica, 4 milioni di euro". Allora chiede a bruciapelo: "Scusa Lusi, cosa vogliono dire questi denari, nel 2011, per un partito che ha cessato l'attività politica?".

La risposta del tesoriere: "Lo scorso anno ci sono state le primarie tra Bersani e Franceschini. Quella voce indica il nostro contributo al candidato che veniva dalla Margherita". Parisi trasecola: "Ma come? Il tetto di spesa prescritto dal regolamento interno del Pd, era di 250 mila euro!".

LO STRANO DIVORZIO DAL CAPO
Il problema che Parisi si pone, non sospettando truffe, è quindi tutto politico: lo stesso Franceschini aveva più volte lamentato la spesa enorme sostenuta da Bersani per la sua visibilissima campagna. A chi scrive, nell'anticamera dell'Infedele di Gad Lerner, solo sei giorni prima del voto aveva detto: "Io i soldi per affiggere e stampare una manifesto nazionale non li ho mai avuti!".

Torniamo per un attimo al 20 giugno 2011. "La riunione - raccontaNeri-fuaggiornata alla sera, per dare tempo ai pontieri di ricucire lo strappo. Il bilancio, malgrado le nostre proteste fu approvato con la scusa che si era oltre il termine massimo. Lusi pro-mise solennemente che lo avremmo ricevuto a casa. Non arrivò mai". I dirigenti, ancora una volta pressati da Parisi e Neri, prendono l'impegno di convocare un comitato per decidere cos afare dei soldi quando, dopo il 2011, il finanziamento sarà finito.

L'assemblea non si riunirà mai. Si arriva a settembre. Dopo la scissione dell'Api, sorprendendo tutti, Lusi sceglie di non seguire Francesco Rutelli. Rimane senatore del Pd, parte dell'Area democratica che fa capo proprio a Franceschini. La Margherita, come soggetto giuridico, continua a stipendiare una decina di funzionari e a occupare una parte della sede del Pd. Per fare cosa? Mistero.

Quando chi scrive era venuto a conoscenza della polemica, chiede a Franceschini (diventato capogruppo del Pd) come sia possibile che Lusi giustificasse una spesa così ingente con un finanziamento a lui. Questa la risposta dell'ex segretario del Pd: "Ho sentito anche io questa voce! E' una menzogna vergognosa e priva di qualsiasi fondamento. Primo: non avevo realmente un euro a disposizione. Secondo: non avrei mai accettato di ricevere una cifra di questa entità perché lo avrei ritenuto immorale, per una primaria. Terzo, c'era un regolamento che lo vietava".

Obiezione, allora perché Lusi dice di aver stanziato quella cifra?. Franceschini è netto: "Non lo so. Sono solo certo che non può essere che una balla. E voglio anche io andare fino in fondo". Lusi, cercato dal sottoscritto su tema, si è sempre negato.

Il bilancio della Margherita viene pubblicato, su Europa, con le voci di spesa raggruppate e poco comprensibili. Oggi Parisi dice: "Avevo individuato voci opache, ma il sospetto di corruzione o di appropriazione indebita nonloavevoavuto,altrimenti avrei denunciato tutto ad un magistrato. Quello che io sospettavo - aggiunge Parisi - era un uso, discrezionale sicuramente, forse clientelare,edicertoimpropriodidenaro pubblico. Ho ripetuto la mia protesta e i miei dubbi in ogni sede, ma non ho ricevuto nessuna risposta e nessuna spiegazione".

LE DOMANDE SENZA RISPOSTA
Lusi amministrava la Margherita con un rigore quasi arcigno: non pochi, in quella sede, ricordano le ramanzine impartite ai dipendenti anche per un semplice rimborso taxi, e i contributi negati alle tante richieste. Certo che la vicenda lascia aperti non pochi dubbi: quanto costò davvero a Bersani e Franceschini la campagna delle primarie? Chi la finanziò? Dove sono i rendiconti?

E perché nessun dirigente della ex Margherita si pose il problema del modo in cui veniva amministrato un patrimonio di milioni di euro? E soprattutto: Lusi ha fatto un uso politico, oltre che personale, di parte di quei fondi che amministrava con disinvoltura ed arroganza? E, visto che non sono andati a Franceschini, come sono stati impiegati quei 4 milioni?

 

luigi lusiDARIO FRANCESCHINI PIER LUIGI BERSANI FRANCESCO RUTELLI Arturo Parisi - Copyright PIzziPAOLO GENTILONIsenato16 giuseppe fioroniENZO BIANCO

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO