giuseppe conte davide casaleggio

CINQUE STELLE, QUATTRO SOLDI - GLI SCAZZI TRA CASALEGGIO E CONTE SONO ANCHE E SOPRATTUTTO UNA QUESTIONE DI VIL DENARO: PER LA “RIFONDAZIONE” BY “GIUSEPPI” SERVE ALMENO UN MILIONE DI EURO E IN CASSA CE NE SONO 100MILA - IL FIGLIO DI GIANROBERTO CONTINUA A MENARE: “CONTE LEADER M5S? IGNORO CHE IDEE ABBIA, PER ORA HA SOLO MEDIATO TRA M5S, PD E LEGA. NON SI È MAI INTESTATO UNA BATTAGLIA POLITICA. VEDIAMO QUALI SONO LE SUE PROPOSTE E SE È IL CASO DI CONDIVIDERLE..."

davide casaleggio

Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

 

Un nuovo affondo di Davide Casaleggio contro la riforma del Movimento e tante polemiche che hanno un unico comun denominatore: il denaro e i costi per il neo M5S (dal budget di un milione di euro annui al canone d' affitto della sede da 15 mila euro mensili). Il Movimento è sempre più nel caos.

 

Gli attriti con Rousseau ormai sono all' ordine del giorno. Ieri è stato Casaleggio a pungere: «Conte leader M5S? Ignoro che idee abbia, per ora ha solo mediato tra M5S, Pd e Lega. Non si è mai intestato una battaglia politica. Vediamo quali sono le sue proposte e se è il caso di condividerle». Per la consegna della lista degli iscritti, «dobbiamo capire quali sono i poteri del curatore legale. Approfondiremo», ha detto Casaleggio al Tg La7 .

 

giuseppe conte a 'italia a 5 stelle' 7

Ma a tenere a tenere banco nelle discussioni interne ai Cinque Stelle sono ancora i soldi. Ieri i parlamentari hanno ricevuto il sollecito per il pagamento della quota mensile a Rousseau. C' è chi ha reagito con rabbia («Cosa vogliono da noi?»), chi si è sentito un po' smarrito («Perché questa comunicazione?»): il messaggio però è servito a Rousseau per evidenziare il legame che c' è ancora tra piattaforma e M5S. Ma ci sono altre questioni che hanno a che fare con il denaro.

 

VITO CRIMI GIUSEPPE CONTE

I nodi sono quelli legati alle rendicontazioni e ai costi del neo Movimento di Giuseppe Conte: discorsi intrecciati, visto che la rifondazione pentastellata dovrà per forza essere foraggiata in buona parte con i contributi dei parlamentari. Il tema è stato affrontato da Vito Crimi nel corso dell' assemblea con deputati e senatori di lunedì.

 

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

«L' intera struttura di funzionamento, l' intero budget per far "funzionare" il Movimento, incluso (ma molto marginalmente) la parte e-voting, prevede un budget intorno al milione di euro. Inferiore dunque all' 1,3 che è costato Rousseau», dicono fonti di vertice M5S. Tra le spese anche l' affitto per la nuova sede, che costerà circa 15 mila euro al mese.

 

IL NUOVO BLOG DELLE STELLE

La nuova piattaforma che sostituirà Rousseau è stata scelta dopo un' indagine di mercato. Serviranno «dai 30 mila ai 50 mila euro» per votare, ha detto Crimi ai parlamentari. La cifra però non ha placato gli animi all' interno dei Cinque Stelle. Anzi. C' è chi ha evidenziato: «Siamo al paradosso. Per una questione da 450 mila euro andiamo a spendere il doppio. Valeva la pena?». E chi invece ha polemizzato: «Perché non abbiamo fatto una valutazione e una votazione interna?». Oltretutto, per venire incontro alle esigenze di Conte e alla necessità di ampliare lo staff ci saranno nuovi ingressi nel gruppo della Comunicazione.

 

giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 1

Ormai i rapporti sono logori tra il direttivo e una buona parte del gruppo. Nonostante i continui solleciti delle ultime settimane solo una parte del gruppo ha deciso di versare il contributo di mille euro nelle casse del partito ad aprile. «Siamo alla metà del numero di parlamentari», ha detto il tesoriere Claudio Cominardi in assemblea. In pratica il Movimento ha in cassa circa 100 mila euro in questo momento: una cifra ancora esigua rispetto al milione prospettato dai vertici. Non solo.

 

DAVIDE CASALEGGIO

In caso di prolungati ritardi nelle rendicontazioni - i parlamentari sono al momento 238, per un budget totale teorico di quasi 3 milioni di euro annui - il neo Movimento potrebbe già trovarsi costretto a rivedere alcuni costi.

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1 BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIOELEZIONI DEL 4 MARZO 2018 - GIUSEPPE CONTE NEL QUARTIER GENERALE M5S DURANTE LE PROIEZIONI DI VOTO

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…