MACRON BIFRONTE: DA UN LATO DICE DI NON VOLERE “LASCIARE SOLA L’ITALIA” SUI MIGRANTI, DALL’ALTRO MANDA I SUOI FALCHI A TIRARE BORDATE CONTRO MELONI – L’ATTEGGIAMENTO “BIPOLARE” DEL TOYBOY DELL’ELISEO È PARTE DI UNA DOPPIA STRATEGIA: DA UN LATO, ALL’ESTERNO, HA BISOGNO DI FARSI VEDERE APERTO AL DIALOGO PER CONTENERE I FLUSSI. DALL’ALTRO HA IN MENTE LE ELEZIONI EUROPEE, E PARLA ALLA “DUCETTA” AFFINCHÉ I FRANCESI INTENDANO: INDEBOLIRE LEI SIGNIFICA MOSTRARE I LIMITI DELLA VERA AVVERSARIA, MARINE LE PEN…
Estratto dell’articolo di D.Cecc. per “La Stampa”
Proprio mentre il presidente Emmanuel Macron cerca di ricucire lo strappo con Roìma, il suo ministro dell'Interno Gerald Darmanin tira un altro strattone alle già sfilacciate relazioni franco-italiane.
Il terreno di scontro, ancora una volta, è limmigrazione: «Quando si fanno delle promesse sconsiderate, quando si è un membro dell'estrema destra - e la signora Meloni francamente non è una progressista di sinistra - ci si accorge che la realtà è molto più dura», ha detto ieri il titolare di Place Beauvau intervenendo a France Inter.
ULTIMO TANGO A PARIGI - MACRON E MELONI BY CARLI
Una nuova critica al governo italiano, dopo l'attacco lanciato ad inizio maggio, quando definì la premier «incapace» di gestire i flussi. […] l'inquilino dell'Eliseo ci ha provato ad allentare le tensioni […] a Reykjavik […] ha salutato la premier in un clima definito da fonti italiane «di grande cordialità». Prove tecniche di disgelo arri vate dalla fredda Islanda che dovrebbero continuare questo fine settimana al G7 di Hiroshima, in Giappone.
Un atteggiamento apparentemente bipolare […] che in realtà nasconde una strategia su due piani. Quello esterno, prima di tutto, con Macron impegnato a sbandierare la necessità di cooperare sul piano europeo per affrontare i flussi. Ma anche interno al Paese d’Oltralpe, dove evidentemente già si pensa alle elezioni europee del prossimo anno, in vista delle quali la maggioranza macroniana cerca di bissare il duello contro la storica rivale Marine Le Pen, che fino ad oggi gli ha portato più o meno bene.
Del resto la stessa Meloni ha cercato di sminuire gli attacchi derubricandoli a questioni interne. «Le soluzioni dell'estrema destra non funzionano», ha martellato ieri Darmanin, ponendo sullo stesso livello la leader del Rassemblement National e la presidente del Consiglio, che a suo dire non rappresentano un «buon modello». Da Parigi si giustifica questa linea ricordando le normali schermaglie politiche, anche se in questo caso si sta parlando di relazioni diplomatiche, che sul lungo andare rischiano di risentirne.
MACRON E GIORGIA MELONI LE PAROLE DI GERALD DARMANIN - VIGNETTA ELLEKAPPA gerald darmanin 8LE PEN MELONIgerald darmanin 6gerald darmanin 3Gerald Darmanin