zelensky macron putin

MACRON, CHE GRAN FURBON: LA SPARATA DEL PRESIDENTE FRANCESE SULLE TRUPPE IN UCRAINA GLI SERVE PER GARANTIRSI IL RUOLO DI APPARECCHIATORE DEL NEGOZIATO – LA STRATEGIA DEL TOYBOY DELL’ELISEO, CAPO DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE DELL’UE, È L’AMBIGUITÀ STRATEGICA: MOSTRARE OGGI IL PUGNO DURO POTRÀ SERVIRE DOMANI A CONVINCERE KIEV A TRATTARE SENZA PASSARE PER PUTINIANO – L’IPOTESI DI UNA TREGUA OLIMPICA E LA POSIZIONE DI “MAD VLAD”: “LA FRANCIA PUÒ SVOLGERE UN RUOLO”

Articoli correlati

DAGOREPORT - CHE CONFUSIONE, SARA PERCHE VOTIAMO: LE EUROPEE DEL 9 GIUGNO METTONO IN SUBBUGLIO ...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”

 

putin zelensky macron

«Sembra che la Francia possa svolgere un ruolo. Non tutto è ancora perduto». Le parole di Vladimir Putin disegnano uno scenario su cui ancora nessuno scommette. Tranne, forse in segreto, il destinatario di quel messaggio inviato da Mosca: Emmanuel Macron. Il leader francese ha compiuto nell’ultimo mese una spettacolare trasformazione della sua posizione nei confronti della Russia.

 

Macron ha scosso gli alleati occidentali con le sue dichiarazioni muscolari contro il Cremlino, fino a “non escludere” l’invio di truppe sul territorio ucraino. […] Eppure Macron non ragiona solo su un’escalation militare che […] «dipenderà solo dalla Russia». Da come si muoverà nella linea del fronte, da quale sarà l’offensiva di primavera e da eventuali nuove provocazioni nei confronti della coalizione occidentale che sostiene l’Ucraina.

 

PUTIN MACRON

Su tutti questi rischi Macron rivendica una visione “lucida” […] per mobilitare gli alleati ad ampliare e velocizzare gli aiuti a Kiev. Il leader francese, nella veste di capo delle Forze armate nell’unico Paese Ue che detiene l’arma nucleare, sente di avere la responsabilità di allertare sui nuovi pericoli nella guerra che divampa sul continente.

 

«Tra Strasburgo e Leopoli - ha osservato in tv - ci sono meno di 1500 km». Cominciano a esserci però segnali che Macron non voglia rinunciare a essere anche una «potenza di pace», come ha ribadito nello stesso intervento tv. «Dobbiamo preparare la guerra se vogliamo la pace».

 

EMMANUEL MACRON - DONALD TUSK - OLAF SCHOLZ

È il senso dell“ambiguità strategica” che può avere appunto una doppia lettura. E che quindi non prevede solo l’opzione militare. Prova ne è che Macron ha ricominciato a parlare anche la lingua delle diplomazia. A Berlino, con Olaf Scholz e Donald Tusk, non ha più detto che la Russia deve essere «sconfitta per garantire la sicurezza in Europa» ma che «non può e non deve vincere ».

 

voldymyr zelensky emmanuel macron vladimir putin

Una sfumatura decisiva, anche se bisognerebbe poi definire cosa sia una “non vittoria” di Putin in Ucraina. E se Parigi si è allineata con gli alleati sul non riconoscimento del voto per le presidenziali della Federazione russa nei territori occupati dell’Ucraina, denunciando un voto truccato e la mancanza di pluralismo nelle urne, Macron ha rilasciato un’intervista a un giornale di Kiev per segnalare che la Francia chiederà alla Russia una “tregua olimpica”.

 

È un dettaglio passato inosservato ma già a novembre la Francia […] ha sottoposto al voto dell’Onu una risoluzione in questo senso. Il testo, adottato con 118 voti favorevoli, nessun contrario e solo 2 astensioni, “esorta” tutti i membri dell’Assemblea generale “a osservare la Tregua Olimpica nello spirito della Carta delle Nazioni Unite” per tutta la durata dei Giochi di Parigi, dal 26 luglio all’11 agosto.

PUTIN ZELENSKY

 

E se l’Eliseo per ora minimizza questa mano tesa a Mosca, dietro le quinte c’è chi è convinto che sia una carta che Macron potrebbe giocare, se e quando ci fossero le condizioni. A gennaio lo stesso leader aveva confidato ad alcuni interlocutori la sua intenzione di convocare una conferenza di pace sull’Ucraina prima o dopo la rielezione di Putin. L’idea è sembrata poi definitivamente accantonata ma gli stessi interlocutori non escludono che la svolta militarista di Macron serva a preparare un ritorno dell’azione diplomatica.

MACRON - PUTIN - MERKEL

 

Alzare la posta e i toni per giustificare meglio un suo ruolo a un futuro tavolo dei negoziati. Trasformarsi in falco per ridiventare forse colomba. «L’ho già detto e lo ripeto: siamo favorevoli ai colloqui di pace, ma non se organizzati semplicemente perché il nostro avversario sta finendo le munizioni», ha commentato il leader russo a proposito della proposta francese di una tregua olimpica in Ucraina.

 

[…] Ma è un fatto che Putin sia tornato a indicare un «possibile ruolo» della Francia. «Macron ha smesso di chiamarmi », aveva detto qualche settimana fa, salvo aizzare una propaganda feroce contro la Francia. […] il presidente francese ha ammesso di aver «passato centinaia di ore» a parlare con il capo del Cremlino che però non sente più «da diversi mesi». […]

incontro vladimir putin emmanuel macron meme 1putin zelenskyMacron Scholz TuskEMMANUEL MACRON - OLAF SCHOLZ - DONALD TUSK putin e macron 2MEME ZELENSKY PUTINvoldymyr zelensky emmanuel macron vladimir putin angela merkel 1PUTIN MACRON Emmanuel Macron con Zelensky

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO