COLTO SUL “FATTO” - MASSIMO FINI FUORI DAL CORO: “LA LEGA È UN PRODOTTO DEL PIÙ GRANDE SCONVOLGIMENTO AVVENUTO IN EUROPA NEL DOPOGUERRA E CONSIDERO BOSSI L'UNICO, VERO, UOMO POLITICO COMPARSO SULLA SCENA NEGLI ULTIMI VENT'ANNI, IL SOLO ANIMATO DA UN'AUTENTICA, DISINTERESSATA, PASSIONE CHE HA FINITO PER PAGARE CON LA SALUTE. E IN QUEST'ORA DELLA SUA FINE POLITICA VOGLIO DIRGLI, CON RISPETTO, CON AMMIRAZIONE E CON AFFETTO: GRAZIE UMBERTO”…

Massimo Fini per il Fatto

Con le dimissioni di Umberto Bossi da segretario della Lega finisce un'epoca. E una speranza. La Lega è un prodotto del più grande sconvolgimento avvenuto in Europa nel dopoguerra, il tracollo dell'Unione sovietica, che portò alla fine di un Impero, alla liberazione dei 'Paesi satelliti', delle Repubbliche baltiche, alla riunificazione della Germania, alla disgregazione della Jugoslavia.

Più modestamente in Italia molti elettori che per decenni avevano votato, turandosi il naso, per la Dc, il Psi, il pentapartito, scomparso il pericolo comunista, rivolsero la loro attenzione a questo movimento strano e nuovo, nel linguaggio, nei contenuti, nei programmi e nella dichiarata intenzione di dare battaglia alla partitocrazia, alle sue pratiche clientelari e lottizzatrici, alla sua corruzione di sistema.

Contro la Lega i partiti, le tv, i giornali (tutti, perché tutti erano compromessi con la Prima Repubblica) organizzarono un fuoco di sbarramento quale non si era visto nemmeno all'epoca delle Brigate Rosse. Ma il movimento di Bossi riuscì a resistere. Dopo vent'anni di consociativismo era nata finalmente una forza di opposizione. Ciò permise alla magistratura di avviare le inchieste sull'endemica corruzione dei partiti. Crollava così la Prima Repubblica.

Ma alle elezioni del 1994 si assistette a un fatto strabiliante. Bossi aveva scosso l'albero, ma i frutti li aveva colti Berlusconi, il principale sodale economico di colui che era ritenuto l'emblema stesso della corruzione della Prima Repubblica, Bettino Craxi.

Fiutato il pericolo, Bossi nel 1995 col suo più bel discorso tenuto in Parlamento, fece cadere, dopo solo un anno, il primo governo Berlusconi. E si mise con le sinistre. Ma in breve queste lo regalarono di nuovo a Berlusconi, per insipienza (la sola cosa intelligente che D'Alema ha detto in vita sua è: "La Lega è una costola della sinistra". Bossi è sempre stato un uomo di sinistra, lui stesso me lo confessò, una notte, davanti alla solita pizza).

L'alleanza duratura con Berlusconi fu l'inizio della fine della Lega. Perse tutti i suoi connotati fondanti. Era un movimento che puntava sull'identità e si alleava con uno che viveva nell'etere. Era un movimento localista e quindi, in sé, antiglobalizzazione e si alleava con un globalizzatore assatanato. Era un movimento antiamericano e si alleava con uno più americano degli americani.

Le sue fortune erano andate di pari passo con le inchieste giudiziarie e dovette allinearsi con la devastante campagna di delegittimazione della magistratura condotta da Berlusconi e dai suoi. Berlusconi è stato il primo assassino di Bossi. Il resto l'ha fatto il sistema dei partiti. La melanconica parabola della Lega dimostra che non si può entrare in questo sistema senza assumerne i connotati.

La prima Lega era partita lancia in resta contro la lottizzazione, soprattutto in Rai e ha finito per lottizzare come tutti. Aveva fatto della lotta alla corruzione la sua bandiera e si è corrotta. Adesso la meschina soddisfazione dei partiti e dei loro reggicoda ("Vedete, anche la Lega è come tutti gli altri, è come noi") è del tipo di quella del marito che, per far dispetto alla moglie, si taglia i coglioni.

Il collasso della Lega fa crollare definitivamente la credibilità della forma-partito, già ai minimi termini, e mette anche in serio dubbio la validità della stessa democrazia, almeno così come si è realizzata in Italia.

Infine, due parole su Bossi. Considero Umberto Bossi l'unico, vero, uomo politico comparso sulla scena negli ultimi vent'anni, il solo animato da un'autentica, disinteressata, passione che ha finito per pagare con la salute. E in quest'ora della sua fine politica voglio dirgli, con rispetto, con ammirazione e con affetto: grazie Umberto.

 

UMBERTO BOSSI VOTA NEL NOVANTADUE mfn23 massimo finiUMBERTO BOSSI IN CANOTTIERA jpegUMBERTO BOSSI NEL NOVANTACINQUE jpegUMBERTO BOSSI E SILVIO BERLUSCONI NEL NOVANTAQUATTRO UMBERTO BOSSI E MARCO FORMENTINI UMBERTO BOSSI E BOBO MARONI UMBERTO BOSSI CON L AMPOLLA DEL PO jpeg

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...