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MATTARE', PENSA AI DUE MARO' - IL PRESIDENTE RICORDA DI NUOVO GIRONE E LATORRE MA NON FA NULLA PER GARANTIRNE IL RITORNO A CASA. PER L'ARBITRATO ALL'AJA CI VORRANNO ALMENO TRE ANNI, E LE PROVE SULL'INNOCENZA CI SONO
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
“Ai marò rinnovo il sostegno del Paese. Sarò lieto quando potrò incontrarli insieme in Italia”. Non basta, presidente Mattarella, un bel caffè tutti assieme e non ne parliamo più, detta così salva la faccia ma in realtà è una beffa è peggiore del danno. Caro Dago, facciamole due domandine al Quirinale, visto che per due volte, il 4 novembre e oggi, ha deciso di intervenire sulla storiaccia di LaTorre e Girone.
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Prendi i due poveri famosi marò, uno sempre a Delhi chiuso in ambasciata, l’altro in Italia per malattia seria ma in vigilia di restituzione all’India intanto che il tribunale apposito si costituisce all’Aja e ci metterà almeno tre anni per decidere, esattamente quanto quelli perduti da tre governi , pesantemente collusi e in spregio della Costituzione, come da Dago dimostrato a suon di documenti incredibilmente ignorati, prima di farvi ricorso;
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aggiungi che ormai le prove di innocenza dei due in quella maledetta giornata di sparatoria contro due pescatori o forse pirati si accumulano e vanno dal calibro dei proiettili alle autopsie inguattate agli orari di navigazione e via discolpando senza che le varie Pinotti e Gentiloni (chi?) alzino un dito neanche per decidersi a chiedere l’intervento della Croce Rossa Internazionale, figurarsi PittiBullo che pure li usò per la prima telefonata spaccona appena poggiato il posteriore a Palazzo Chigi;
rincara la dose di amarezza per il Bel Paese con i discorsi degli ammiragli capo come De Giorgi che trasudano spirito di corpo omettendo che furono loro a ordinare la consegna dei due marò agli indiani;
poi arriva il presidente che di solito tace e subito rimpiangi il silenzio, se le parole sono queste, pronunciate a bordo della fregata "Carabiniere" in missione in Oman nell'ambito appunto di una missione antipirateria dell'Unione europea: "Il mio pensiero va alla missione di Girone e Latorre, allora impegnati anch’essi a difesa della sicurezza delle nostre navi mercantili. A loro rinnovo il sostegno del Paese. Sarò davvero lieto quando potrò incontrarli insieme in Italia".
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In attesa del momento che non si sa quando verrà, il presidente tiene lezione di antipirateria, impeccabile: "La pirateria ha infestato per lungo tempo questi mari, dai quali transita quasi l’80% del commercio mondiale su nave. Tutti noi ricordiamo gli attacchi subiti da alcune unità mercantili italiane, con prolungati sequestri di equipaggi e di navi che tanta apprensione ci avevano procurato. Ora, grazie alle efficaci azioni di contrasto al fenomeno poste in essere dalla comunità internazionale, il numero degli assalti - che aveva toccato il picco nel 2006 - si è ridotto drasticamente.
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Il nostro sostegno ad entrambe le operazioni di antipirateria - Atalanta dell’Unione Europea e Ocean Shield della Nato - è stato determinante per il conseguimento di questo risultato. E ciò, indubbiamente, grazie alla professionalità degli equipaggi ed alla qualità delle navi messe in campo. Ed è stato proprio in virtù del nostro autorevole contributo che al Contrammiraglio Barbieri è stato affidato il comando delle forze navali europee partecipanti all’operazione Atalanta".
“La vostra è una missione certamente impegnativa, considerata l’ampiezza dell’area da pattugliare: dalle acque prospicienti la regione del Puntland - nel Corno d’Africa - al Golfo di Aden e all’Oceano Indiano, fino al largo dell’India. Un mare sconfinato da solcare, per prevenire e contrastare - prosegue Mattarella - le azioni dei pirati, perpetrate anche a oltre mille miglia dalle proprie basi d’appoggio. Un impegno considerevole per l’intera comunità internazionale, per garantire la libertà di navigazione e l’affermazione del diritto internazionale".
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Impeccabile, proprio questo facevano LaTorre e Girone, su richiesta di Onu e Unione Europea, su mandato del Parlamento italiano, garantivano ai petrolieri italiani, assieme a un risparmio notevole di quattrini rispetto all’assunzione di contractors, di guardie private, protezione dalle azioni dei pirati.
Peccato che l’abbiano pagata e la stiano pagando come la cronaca riferisce, e che il presidente della Repubblica parli della vicenda come se fosse accaduta da qualche settimana non da quasi quattro anni e come se e la soluzione felice fosse questione di giorni. Data per scontata però la buona fede del presidente, e il suo interesse anche una volta sceso dalla nave, rivolgiamo allora qualche domanda al Colle.
Perché non assume un’iniziativa diretta nei confronti del presidente indiano alla luce delle prove, depositate al Tribunale del Mare proprio agli indiani, dell’innocenza dei marò? Perché, nel caso di una mancata risposta di Modi, non si rivolge al segretario delle Nazioni Unite? Perché non chiede infine alla Croce Rossa, che a suo tempo aveva dichiarato disponibilità al governo Renzi che mai si è degnato di rispondere, di andare a prendere l’ostaggio Salvatore Girone?
L’innocenza conclamata, vale la pena di ricordarlo, supera i tempi del Tribunale Internazionale, al quale ci si è rivolti con oltre tre anni di ritardo rispetto alla pratica preparata dal ministro Giulio Terzi, il quale si dimise una volta constatato l’interesse di Monti, Passera, Di Paola a proteggere ipotetici affari con l’India piuttosto che due soldati italiani. I due furono restituiti senza una ragione nella primavera del 2012 alle autorità indiane, con lo zelante intervento dell’incaricato Staffan De Mistura.
giulio terzi ammiraglio giampaolo di paola
Perché, presidente Mattarella, le prove balistiche, autoptiche, le ricostruzioni sui tempi dell’incidente che non tornano con quelli della navigazione della petroliera Lexie, spuntano fuori ora dal Tribunale del mare e mai l’incaricato in questione le ha esibite quando sarebbe stato doveroso farlo, e agli organi di controllo parlamentari non sono mai arrivate? Com’è che tutta questa gente è stata premiata, promossa, laureata di cattedre alla Bocconi e alla Luiss, invece di finire sotto inchiesta?
salvatore girone Massimiliano Latorre
Di qui consegue, gentile presidente, l’ultima delle domande. Com’è che su una vicenda così platealmente sospetta non si riesce a mettere in calendario una Commissione d’inchiesta del Parlamento che appuri la verità? Devo dire che non la vuole nessuno, trasversalmente, che l’ha richiesta solo Fratelli d’Italia senza esito, ma devo aggiungere che lo ha fatto sommessamente, e che anche i guastatori del 5stelle sembrano silenti sull’argomento, tanto da far pensare che l’unica strada sia la richiesta su iniziativa popolare.
AUTOPSIA PESCATORI INDIANI NEL CASO DEI MARO GIRONE LATORRE
Per un presidente magari silenzioso. dopo tanto chiasso del predecessore, ma certo del proprio ruolo di comandante in capo delle Forze Armate, dovrebbero essere domande interessanti.
peschereccio maro st antony
peter maurer croce rossa
peter maurer
la lettera del presidente della croce rossa internazionale al presidente italiano
AUTOPSIA PESCATORI INDIANI NEL CASO DEI MARO GIRONE LATORRE
la lettera del presidente della croce rossa internazionale al presidente italiano
peschereccio maro st antony
enrica lexie