theresa may

MAY NA GIOIA – LA PREMIER BRITANNICA VERSO L’ENNESIMA SCONFITTA IN PARLAMENTO. I CONSERVATORI PIÙ FAVOREVOLI ALLA BREXIT HANNO GIÀ DETTO CHE VOTERANNO NO, COSÌ COME GLI UNIONISTI NORDIRLANDESI – I DUBBI DEL PROCURATORE GENERALE GEOFFREY COX SUL BACKSTOP CHE LE MODIFICHE STRAPPATE A BRUXELLES NON HANNO SCIOLTO – VOTO FINALE ALLE 20 ORA ITALIANA – VIDEO: DIRETTA DALLA CAMERA DEI COMUNI

 

theresa may alla camera dei comuni

Da www.ilsole24ore.com

 

L’accordo strappato da Theresa May al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker viaggia verso la bocciatura. Dopo i dubbi espressi dal procuratore generale Geoffrey Cox (vedi sotto) le ale più oltranziste della maggioranza conservatrice sono decise a respingere il deal proposto dalla premier. May, intervenendo alla Camera dei Comuni, ha letteralmente «implorato» i deputati di approvare il suo accordo, sottolineando che «non ci sono garanzie» per un rinvio.

 

theresa may con i leader del dup arlene foster e nigel dodds

Finora, però, l’aula sembra remarle contro. Lo European Research Group, una formazione pro-Brexit che raggruppa diversi deputati del Partito conservatore, sono inclini a votare no. «Alla luce della nostra analisi legale e di altre - ha detto Billy Cash, un esponente di spicco del partito - non raccomandiamo di accettare la mozione del governo». Anche il Democratic unionist party (Dup), il partito unionista dell’Irlanda del Nord, è orientato a bocciare il patto.

 

theresa may alla camera dei comuni 2

Un portavoce del Dup ha evidenziato che si sono registrati «solo limitati progressi» rispetto al testo già stroncato in due occasioni dalla Camera dei Comuni. Il verdetto finale è atteso stasera alle 19, ora britannica, quando i parlamentari voteranno prima i vari emendamenti all’accordo, poi l’intera mozione.

 

Il parere negativo di Cox

A far sbilanciare in negativo le opinioni dei deputati è stato, in buona parte, il parere di Cox sul nodo più controverso dell’intesa: il backstop, la “polizza” che dovrebbe garantire che non venga eretto alcun confine fisico tra Irlanda e Irlanda del Nord. I cambiamenti all’accordo su Brexit, ha dichiarato, riducono ma non eliminano il rischio che la Gran Bretagna resti legata all’Unione Europea per un periodo indefinito.

 

GIUSEPPE CONTE E THERESA MAY GIOCANO A BILIARDO

I rischi legali che il Regno Unito non abbia gli strumenti per uscire unilateralmente dal protocollo con la Ue restano invariati. Il parere di Cox non ha quindi attenuato,ma aggravato, i dubbi dei Brexiters sulla nuova intesa concordata lunedì sera tra Theresa May e Jean Claude Juncker a Strasburgo sul confine irlandese. Alla notizia, la sterlina ha invertito la rotta e cede oltre un punto percentuale sull’euro.

 

Diversi esponenti della Camera dei Comuni, in particolare del partito unionista nordirlandese (Dup) e dei Conservatori hanno chiesto più tempo per leggere il nuovo documento politico concordato dalla premier britannica e dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. Il voto al momento è previsto per oggi, ma non è escluso che possa slittare di un giorno.

brexit

 

In caso di voto positivo della House of Commons, che lo scorso 15 gennaio aveva bocciato l’accordo Ue-Londra, il Regno Unito uscirebbe dall’Unione Europea il 29 marzo, come previsto originariamente. Se invece l’intesa sarà nuovamente bocciata, si spianerebbe la strada a un rinvio dell’uscita, proroga che tuttavia sarà di breve durata, almeno nelle intenzioni della May.

 

Il parere del procuratore generale Cox, che di fatto boccia il nuovo accordo negoziato dalla premier, aumenta le probabilità di una seconda bocciatura a Westminster, anche se un incontro tra i deputati Tories e la premier è avvenuto in un clima «positivo», secondo alcuni membri del partito. Il voto si preannuncia comunque più incerto rispetto alla sonora bocciatura subìta dalla premier il 15 gennaio.

 

theresa may alla camera dei comuni 1

Sono tre i cardini dell'intesa strappata da Theresa May a Strasburgo per cercare di uscire dall'impasse sullo spinoso nodo decisivo: quello del cosiddetto backstop, la clausola di salvaguardia sul mantenimento di un confine aperto fra Irlanda del Nord e Irlanda destinata a scattare in caso di necessità a garanzia di quanto previsto dalle parti fin dallo storico accordo di pace del Venerdì Santo del 1998. Tre punti su cui la premier britannica, Jean-Claude Juncker e il capo negoziatore, Michel Barnier, fanno leva per alimentare la speranza di un via libera alla ratifica da parte del riottoso Parlamento di Westminster.

THERESA MAY

 

Le tre novità sono: 1) un cosiddetto «strumento condiviso legalmente vincolante», allegato all'accordo di divorzio raggiunto a novembre, che garantisce al Regno Unito di non restare “intrappolato” a tempo indefinito in quel supplemento di unione doganale europea che l'eventuale attivazione del backstop comporterebbe temporaneamente. E di potersi rivolgere in caso di controversia a un arbitrato indipendente per dirimere la questione.

 

2) Una “dichiarazione unilaterale” allegata alle intese dalla sola parte britannica (ma senza essere smentita da Bruxelles) che afferma come nulla di quanto previsto dall'accordo di recesso possa impedire in futuro al Regno di mettere fine con decisione sovrana alla propria adesione allo stesso backstop, laddove l'Unione mostrasse di volerne prolungare la durata.

 

manifestazioni contro la brexit 1

3) Infine una “dichiarazione congiunta” collegata a quella sulle relazioni future che impegna le parti a definire entro il dicembre 2020 - ossia entro la fine del previsto periodo di transizione post divorzio - soluzioni alternative al backstop per assicurare un confine irlandese senza barriere. Per esempio immaginando il ricorso a nuove tecnologie avanzate di controllo che non impongano lo stop a persone e merci. Per il vicepremier di fatto del governo May, David Lidington, si tratta di documenti che hanno lo stesso “valore legale” dell'accordo di novembre tra Londra e i 27. Per il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, e per il suo ministro ombra per la Brexit, Keir Starmer, invece no.

 

la camera dei comuni boccia l'accordo sulla brexit

Di certo si tratta di passi in avanti per venire incontro alla premier e alle resistenze della sua maggioranza: specialmente quelle dei falchi Tory brexiteer e degli alleati della destra unionista nordirlandese del Dup. Passi che tuttavia non cancellano almeno due punti deboli:

 

1) Gli impegni previsti nei tre allegati erano in effetti già indicati, almeno in sostanza, nella lettera di rassicurazioni (insufficiente per Westminster) inviata dallo stesso Juncker e del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, qualche settimana fa. E non modificano il testo originario dell'accordo, integro con le sue 585 pagine come voleva Bruxelles.

un finto david cameron nelle foto immaginarie di alison jackson

 

2) Nella prima bozza della mozione che il governo intende mettere ai voti del Parlamento (e che recepisce in cinque punti i tre documenti nuovi, assieme all'accordo di divorzio e alla dichiarazione politica sulle relazioni future di novembre) è scritto nero su bianco che “i cambiamenti” introdotti “riducono il rischio” di una proroga “indefinita” del backstop per il Regno. Non che lo eliminano del tutto.

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…