
UNA MERKEL DI TROPPO TRA LETTA E RENZI – ENRICHETTO: “DELL’INCONTRO L’HO SAPUTO DA ANGELA” – L’EBETINO DI FIRENZE: “ME LO HA SUGGERITO LETTA”
Giovanna Casadio per "La Repubblica"
«La delicatezza di avvertirmi l'ha avuta la Merkel, Renzi me l'ha detto dopo». Poche, gelide parole con le quali il premier Letta agli amici del Pd, che fin dalla mattina lo hanno chiamato, ha mostrato l'irritazione per quel lungo e inatteso colloquio del sindaco fiorentino con la Cancelliera tedesca.
Non a caso Palazzo Chigi fa sapere come sono andate le cose: il premier e la Cancelliera erano seduti accanto, alla cena di lavoro dell'ultimo vertice Ue di Bruxelles, il 27 giugno, e Merkel ha domandato a Letta se gli creasse problemi un suo incontro con Renzi. «No, certo », era stata la risposta del premier preso alla sprovvista. Come sempre, il "rottamatore" spariglia. Ma ora al gelo di Letta si sommano i malumori e le accuse nel Pd.
Da Renzi arriva una risposta netta. Palazzo Vecchio diffonde questa ricostruzione: «L'incontro con la signora Merkel era privato, non ufficiale. Ma è nato su suggerimento di Letta che ha saputo tutto passo passo, prima, durante e dopo. Lui era d'accordo, impossibile che gli sia bastato leggere i giornali per cambiare idea». A sostegno delle sue buone intenzioni, il sindaco di Firenze ricorda come è arrivata la notizia dell'appuntamento ottenuto.
Dopo la sua intervista alla Faz, il principale quotidiano tedesco, venne fissato il colloquio con la Merkel, avvenuto giovedì scorso, in cui si è parlato di lavoro, competitività e politiche Ue. Da Berlino un tweet del portavoce di Merkel, Steffen Seibert conferma. Emerge anche un particolare curioso: Merkel per prima cosa ha chiesto al sindaco di Mario Gomez, l'attaccante della nazionale tedesca passato alla Fiorentina. Grande tifosa di calcio, la Cancelliera ha spezzato così il ghiaccio.
Ma a Roma, la questione si complica e l'annuncio di nuovi incontri internazionali non contribuisce a rasserenare gli animi. Stefano Fassina, vice ministro dell'Economia e bersaniano, uno che con Renzi ha polemizzato spesso, commenta laconico: «Ogni paese ha un premier alla volta». Sentono Letta sia Roberto Speranza, il capogruppo del Pd alla Camera per avere ragguagli, che Lapo Pistelli. Pistelli è stato responsabile Esteri del Pd, e ha organizzato tra l'altro tutti i viaggi di Bersani.
Quando l'ex segretario andò a Berlino incontrò Schaueble, il ministro delle Finanze, non la Cancelliera, perché l'allora premier Monti aveva fatto sapere che non sarebbe stato opportuno. à a un premier in carica che toccano un certo tipo di colloqui, sia pure nella forma riservata. Giacomo Filibeck, ora responsabile Esteri democratico, ribadisce: «Immagino e spero che in questo giro che si propone di fare, Renzi sostenga il delicatissimo lavoro di Letta e di questo governo». Di fronte alle reazioni nel Pd, l'attacco di Grillo sul suo blog («L'ebetino di Firenze è andato a baciare in ginocchio l'anello alla Merkel») è il meno.
Il segretario Epifani glissa e rimanda a Letta. Ma è Davide Zoggia, il responsabile organizzazione del partito, a intervenire a gamba tesa: «Sarò un po' all'antica: io penso che un Primo ministro debba vedere un altro Primo ministro, visto che è persino difficile che incontri un ministro di un altro paese. C'è un problema di forma. Immagino che anche altri sindaci avrebbero qualcosa da dire alla Merkel, però stanno al loro posto». Twitta Beppe Fioroni, leader dei Popolari: «Tra tifo, visite e tour il governo Letta non c'è
più, ma tranquilli, Enrico è stato informato, tutti vogliono fare tutto, però prima viene l'Italia».
Qualche democratico prova a smorzare i toni. Boccia, lettiano, alla fine della giornata, stempera: «à sbagliato contrapporre Renzi e Letta». I renziani fanno quadrato. Marcucci difende il sindaco: «Renzi ha rispettato forma e sostanza ». Da Palazzo Chigi vogliono chiudere il fronte polemico: di problemi il governo ne ha già abbastanza, ci mancano pure i viaggi internazionali di Renzi...






