romantikus eroszak romer banda rock nazirock ungheria

LA MIA BANDA SUONA IL NAZI-ROCK – REPORTAGE DA BUDAPEST, DAL CONCERTO-RADUNO DEI “ROMER” (OVVERO “AGGRESSIONE ROMANTICA”), LA BAND ROCK IN CUI SI RICONOSCONO GLI ULTRANAZIONALISTI UNGHERESI, ALLA DESTRA DI ORBAN. TRA IL PUBBLICO CROCI CELTICHE, TESTE RIGOROSAMENTE RASATE E BRACCIA TESE – IL LEADER DEL GRUPPO: “PROTEGGIAMO I NOSTRI CONFINI E RAFFORZIAMO L’IDENTITÀ UNGHERESE: PATRIA, AMORE, COESIONE, LEALTÀ” – LA DIFFUSIONE IN TUTTA EUROPA DEL “ROCK IDENTITARIO” COME STRUMENTO DI PROPAGANDA E PROSELITISMO PER L'ESTREMA DESTRA... – VIDEO

Estratto dell’articolo di Alessandra Coppola per il “Corriere della Sera”

 

concerto romer band rock estrema destra ungheria

I due giovani dal cranio rasato in attesa del concerto si proclamano «banditi»: betyár. Come i leggendari briganti che nell’800 assalivano i viaggiatori per distribuire ai poveri. E come è scritto sul gilet di pelle che indossano, sopra il teschio e le asce incrociate. Con l’aggiunta di sereg, armati. «Significa difendere la nazione a costo della vita», spiegano, è il marchio del gruppo di motociclisti a cui appartengono.

 

Se sono qui stasera, continuano, è per ascoltare una musica che «rafforza l’identità ungherese»: «Patria, amore, coesione, lealtà». Sul palco stanno per salire i Romantikus eroszak, Aggressione romantica, Romer nell’abbreviazione dei fan. Festeggiano trent’anni di rock e di testi che celebrano fuorilegge e tradizione, minacciano «chi vuole male all’Ungheria», maledicono «la strada del tabacco», che per chi vive a Budapest corrisponde al quartiere ebraico.

 

fan della band romer ungheria

Canzoni preferite? Sondaggio in una comitiva di bomber neri, coccarde tricolori, croci celtiche, teste rigorosamente calve, con l’eccezione di un capellone che si definisce «rocker»; tutti maschi neanche ventenni, un’unica ragazza trascinata dal fidanzato: «Sempre skinhead», è il risultato, e «Ungheresi al cento per cento», assieme a una «Betyár ballada» sui briganti di cui sopra. Al momento della foto di gruppo, si alza un braccio teso nel saluto nazista.

 

È un concerto ma potrebbe essere un raduno della destra più estrema, che qui come altrove in Europa di questo rock identitario si nutre. E viceversa, a questa musica dà sostanza. [...]

 

È un fenomeno oramai da decenni oggetto di studi, anche in Italia. Lo ha approfondito, tra gli altri, la politologa dell’Università di Firenze Giorgia Bulli, che ha individuato tre fasi evolutive: una prima nostalgica e minoritaria dopo la Seconda guerra mondiale e la sconfitta del nazifascismo; una seconda più sfrontata, sorta soprattutto in Gran Bretagna negli anni Settata in sfida alla musica della sinistra radicale. Infine, l’ultima che include «un elemento forte di marketing», nota Bulli.

 

fan della band romer ungheria 2

«Queste produzioni musicali circolano sulle nuove piattaforme digitali, diventano molto più facili da raggiungere e si trasformano anche in un mezzo di reclutamento per un settore giovanile che o è già fortemente identificato con l’area subculturale dell’estrema destra oppure può essere anche attraverso la musica intercettato».

 

In questa lettura, il rock diventa dunque strumento di propaganda e proselitismo. È una linea che condivide in Ungheria la celebre sociologa Margit Feischmidt, che incontriamo in un bar di Pest. Le band, i concerti e i festival di rock identitario hanno avuto grande importanza nello sviluppo dell’estrema destra, dice, «perché hanno permesso al linguaggio di questo nuovo nazionalismo di penetrare ed espandersi nella cultura popolare». I testi aggressivi dei Romer si sono così mescolati a messaggi più soft. E il risultato è stato «un linguaggio nel quale un numero più ampio di persone si riconosce».

 

Fan dei Romer è anche László Toroczkai, 46 anni, deputato ungherese e leader del partito la Nostra Patria, che ci riceve nel bell’ufficio sul Danubio. «Il frontman è un mio amico — racconta —. A lungo ho organizzato un festival molto noto, “L’isola ungherese”, e gli Aggressione romantica erano sempre nel programma».

 

 

romer band rock estrema destra ungheria 1

[...] Da 14 anni il governo a Budapest è ininterrottamente guidato dal campione dei sovranisti europei Viktor Orbán e dal suo partito Fidesz, che alle prossime europee è quotato attorno al 47 per cento dei consensi (si vedrà poi se i recenti scandali e le proteste di piazza eroderanno voti).

 

Scavalcando Orbán, però, è sempre esistito uno spazio estremo che prima era occupato dalla sigla Jobbik. Quando dieci anni fa il leader di questa formazione ha impresso una vigorosa sterzata al centro, il giovane leone Toroczkai ha guidato la fronda e nel 2018 ha battezzato il suo movimento: Mi Hazánk , la Nostra Patria. I sondaggi lo danno poco sotto il 10 per cento, con la possibilità dunque di entrare per la prima volta all’Europarlamento e ingrossare le fila di Identità e Democrazia, il gruppo che potrebbe diventare il terzo più ampio dopo Popolari e Socialisti.

schermata 2024 04 26 alle 16.30.11

 

Il bagaglio che Nostra Patria porta a Strasburgo, in sintonia con i partiti fratelli, in particolare la tedesca Alternative für Deutschland, si regge su alcune idee essenziali, declinate prima di tutto in Ungheria: «Zero immigrazione — spiega Toroczkai — non la vogliamo. Intendiamo proteggere i nostri confini e quelli dell’Unione».

 

Il movimento ha ideato la legge contro la «promozione dell’omosessuale tra i minori», promulgata poi da Fidesz, e il leader ribadisce la sua preoccupazione per la «propaganda gay» e «i disturbi che può creare allo sviluppo sano dei bambini» (accusando anche Orbán di rubargli le idee). Infine, Toroczkai affronta la questione dell’esclusione sociale della minoranza Rom: «Sono loro che non si vogliono integrare». [...]

romer band rock estrema destra ungheriaconcerto band romer ungheria 4concerto band romer ungheria 10concerto band romer ungheria 3concerto band romer ungheria 5concerto band romer ungheriaconcerto band romer ungheria 6concerto band romer ungheria 9romer band rock estrema destra ungheria 2

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI. LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UNA FRECCIATA-AVVERTIMENTO ALL’AMICO LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)