MOSSAD O NON LO SA? - I SERVIZI SEGRETI ISRAELIANI, “PADRONI” DEL GOVERNO DI NETANYAHU, HANNO CERCATO DI TENERE NASCOSTO IL CASO DI UNO 007 CHE SI IMPICCÒ NEL 2010 IN UN CARCERE DI MASSIMA SICUREZZA - BEN ZYGIER ERA UN EBREO AUSTRALIANO DETENUTO NELLA STESSA CELLA COSTRUITA PER L’ASSASSINO DI ISAAC RABIN - NON SI SA QUALI GRAVI REATI ABBIA COMPIUTO, MA IL SUO SUICIDIO IMBARAZZA IL MOSSAD...

Fabio Scuto per "la Repubblica"

Il "prigioniero X" scuote a fondo lo Stato d'Israele, scatena una bufera di sospetti e accuse sul governo Netanyahu ed entra con passo pesante anche nell'area grigia dell'intelligence, dei servizi segreti, del Mossad, squarciando almeno in parte il segreto di Stato che fino a ieri sera aveva coperto il caso. Con il governo affannato a soffocare la notizia, confermata solo ieri, e la stampa in Israele, imbavagliata dalla censura, ma decisa a combattere la sua battaglia per libertà d'informazione.

Il caso è acceso dalla tv australiana Abc che martedì ha rivelato che il "prigioniero senza nome" in un carcere israeliano di massima sicurezza, trovato impiccato nella sua cella nel 2010, era in realtà un ebreo australiano arruolato dal Mossad, uno 007 che aveva compito audaci missioni in Iran, Libano e Siria.

Il premier israeliano ha cercato di impedire la diffusione della notizia convocando i proprietari e i direttori di giornali e tv per chiedere di non pubblicare informazioni «relative a un incidente molto imbarazzante per una certa agenzia del governo». Ma il caso del "prigioniero X" è arrivato ieri pomeriggio alla Knesset con le interrogazioni parlamentari dell'opposizione che - approfittando della loro immunità parlamentare - hanno aggirato la censura e chiesto spiegazioni al ministro della Giustizia presente in aula.

Un minuto più tardi stampa, tv, blog, twitter e social network israeliani, "liberati dalla censura", hanno finalmente potuto iniziare a raccontare la storia di Ben Zygier. Il prigioniero del carcere di massima sicurezza di Ayalon, detenuto per reati ignoti e confinato in isolamento totale, era tenuto d'occhio costantemente da telecamere di sicurezza.

Nemmeno i secondini sapevano chi fosse o cosa avesse fatto, tranne che quella cella speciale era stata costruita per un precedente inquilino, l'assassino dell'ex premier Rabin. Un livello di sicurezza che fa pensare a reati gravissimi, al tradimento, forse un doppio-triplo gioco nello spionaggio con qualche Paese nemico. Fu ritrovato impiccato, un apparente caso di suicidio, nel dicembre 2010; la salma fu poi trasferita in segreto a Melbourne e sepolta in un cimitero ebraico.

Zygier, che in Israele si faceva chiamare Ben Alon, era arrivato da Melbourne nel Duemila a 24 anni, aveva sposato una donna israeliana e i due avevano due figli piccoli. Dopo il servizio militare, venne arruolato dal Mossad e grazie al suo passaporto australiano - ne userà diversi con diversi nomi - ha viaggiato in Iran, Libano e Siria, entrando "nel cuore del nemico" di Israele.

La "spy story" è ancora tutta da rivelare. Troppe nebbie e troppi misteri per Aluf Benn, direttore del quotidiano Haaretz. «Il caso», scrive nel suo infuocato editoriale, «riflette la mentalità retrograda dei capi dello spionaggio israeliano, che pensano di vivere ancora nel secolo scorso con i segreti chiusi nelle casseforti del regime». Non è meno tenero il giornalista e scrittore Yossi Melman, specialista del mondo dello spionaggio: «Il governo, l'esercito, la censura devono rendersi conto che viviamo nel 21esimo secolo e non è più possibile proteggere certi segreti».

 

TARGA IN RICORDO DI BEN ZYGIER BEN ZYGIER BEN ZYGIER BEN ZYGIER BEN ZYGIER

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