CORDA AL COLLE PER GRILLO - GIORGIO BANALITANO NON PERDE OCCASIONE PER TIRARE BORDATE MIGLIORISTE AL “MOVIMENTO 5 STELLE” E NELLA SUA OTTOCENTESCA ESALTAZIONE DEI PARTITI MORTI INFILZA INTERNET: “IL WEB NON È LA RICETTA PER LA DEMOCRAZIA NÈ LA FORMULA NUOVA DELLA PARTECIPAZIONE. LE SCELTE VERE SI COMPIONO NELLE ISTITUZIONI DOVE I PARTITI SONO INDISPENSABILI” - DOPO IL SUICIDIO DI CREDIBILITÀ DI PDL-PD-TERZO POLO-LEGA E COMPAGNIA SVACCANTE, SI PUÒ ANCORA PENSARE CHE IL MALE SIA NELLA RETE?...

Umberto Rosso per "la Repubblica"

Non sarà magari una nuova puntata dell´offensiva anti-Grillo, perché l´allarme del capo dello Stato viaggia a più largo spettro rispetto a M5S, ma è ormai chiaro che per Giorgio Napolitano il pericolo numero uno oggi si chiama antipolitica. L´ultima conferma ieri mattina, al Quirinale, in un botta e risposta con i giovani dell´Arel carichi di tanti dubbi e poche illusioni sul futuro che li aspetta.

Il capo dello Stato «frena» sul web come ricetta per la democrazia e rilancia i partiti, «il loro ruolo è insostituibile». Poi, ma lo fa in un messaggio al sindaco di Brescia, punta il dito contro deviazioni e collusioni, accusa quella parte di apparati dello Stato che si sono «frapposti alla verità» sulla strage di piazza della Loggia.

E´ il web la formula nuova della partecipazione, la ricetta vincente di fronte alla crisi dei partiti? No, non lo è. E´ un´illusione, avverte il capo dello Stato. Perché la rete non è «il luogo delle decisioni», le scelte vere si compiono altrove, nelle istituzioni. E per entrarvi dentro servono, ancora, i partiti. Insostituibili. «I partiti sono le cinghie di trasmissione delle istanze dai cittadini alle istituzioni: se manca questo anello nella partecipazione popolare e giovanile non si toccano le decisioni politiche».

E siccome, guarda caso, l´arma-fine-di-mondo teorizzata e praticata da Beppe Grillo è proprio la rete, il sospetto che il forte richiamo di Napolitano sia rivolto in particolare (anche se non solo) all´avanzata del grillismo, si direbbe fondato. E a questa onda che sale e che mette tutti i partiti nello stesso mazzo e li rifiuta in blocco, si rivolge il presidente della Repubblica con parole più che accorate, dure e allarmatissime, citando quelle di Giaime Pintor durante la Resistenza: «Guai se invece della corsa alla politica scatta la fuga della politica, sarebbe una catastrofe per la nostra democrazia e la nostra società».

I pericoli, del resto, sia pure su altri e ben più pericolosi fronti, in questi anni non sono mancati. Napolitano, prima di incontrare i giovani, manda un messaggio al sindaco di Brescia a 38 anni dalla strage. Eccidio rimasto senza colpevoli (l´ultima sentenza ha mandato tutti assolti gli imputati), e dunque la verità va cercata ancora, «la giustizia deve fare il suo corso».

Ma nel contempo va però fin da ora messo in luce quanto è emerso, dalle carte processuali e dalle inchieste parlamentari, «sulla matrice di estrema destra neofascista di quell´azione criminale e sugli ostacoli che una parte degli apparati dello stato frappose alla ricerca della verità».

Ai giovani, che al Colle hanno illustrato i risultati di una ricerca dell´Osservatorio dell´Arel guidato da Enrico Letta, Napolitano dice che la loro condizione si è complicata anche a seguito «delle politiche di bilancio restrittive», alle scelte di «risanamento e al consolidamento fiscale adottate per far fronte alla pressione dei mercati sui titoli del nostro debito pubblico».

I tagli lineari su ricerca e formazione sono un errore. I ragazzi gli chiedono: qual è stato il peggior errore della sua generazione? «Sono stato 38 anni deputato e di questi per 34 sono stato all´opposizione: potrei scrivere un trattato su come si sta all´opposizione, che a volte condivideva le decisioni. L´errore più grave è stato varare delle riforme affidandosi al canale della spesa pubblica, dilatandola, accumulando sulle spalle dei giovani pesantissime cambiali».

 

Giorgio NapolitanoBEPPE GRILLO Angelino Alfano bersani casini ROBERTO MARONI E UMBERTO BOSSI SI STRINGONO LA MANO monti mario

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...