MORS TUA, VITA CRI-MEA - MOSCA STA PORTANDO VIA I SUOI SOLDI DA BANCHE, BORSE, SOCIETÀ DI INVESTIMENTI, TITOLI DI STATO OCCIDENTALI, NEL TIMORE DELLE SANZIONI PER IL REFERENDUM SULL’INDIPENDENZA DELLA CRIMEA - RUSSIA FUORI DAL G8?

Enrico Franceschini per "la Repubblica"

Nella sfida fra Russia e Occidente sulla Crimea è cominciata la grande fuga: di capitali, non di persone. Mosca sta portando via i suoi soldi da banche, borse, società di investimenti, titoli di Stato occidentali, nel timore che già lunedì, alla riapertura dei mercati finanziari, America ed Europa facciano scattare le sanzioni per il referendum sull'indipendenza della penisola russofona in Ucraina.

La preoccupazione di oligarchi vicini al Cremlino e aziende russe è il congelamento dei loro beni nei paesi del G7, una delle misure prospettate dal presidente Obama, reiterata dal segretario di Stato americano Kerry nei suoi colloqui con il ministro degli Esteri russo Lavrov venerdì a Londra, come ritorsione per un'annessione della Crimea alla Russia o anche solo per lo svolgimento del referendum.

Secondo il Financial Times, due grandi banche di stato russe, la Sberbank e la Vtb, e colossi energetici come la Lukoil, sono tra le compagnie che stanno rimpatriando i propri fondi dall'Occidente. La Vtb ha anche annullato una riunione con investitori americani che era prevista per il mese prossimo. Non solo: secondo lo Spiegel, il G8 starebbe muovendosi per estromettere la Russia dalle proprie file.

La Gran Bretagna si è affrettata a proporre Londra per il prossimo vertice, a questo punto a sette. È in questo clima che gli oligarchi - i miliardari russi fedeli a Putin - corrono ai ripari. Dati della società di analisi finanziarie Wealth X rivelano che i dieci uomini più ricchi del paese, con in testa Alisher Usmanov, hanno perduto 6 miliardi e 600 milioni di dollari del loro patrimonio complessivo soltanto nell'ultima settimana come risultato dell'instabilità dei mercati causata dalla situazione in Crimea.

Gli altri imprenditori colpiti dal crollo dei propri investimenti in Occidente includono Mikhail Fridman, Vladimir Potanin e Mikhail Prokhorov, tutti nomi legati a stretto filo al Cremlino. Il rublo è crollato al cambio di 36,7 per 1 dollaro, quasi un record negativo per la valuta russa, e la Borsa di Mosca registra un andamento analogo: le azioni ordinarie russe hanno perso il 20 per cento dall'inizio dell'anno.

«Non c'è bisogno di imporre sanzioni per provocare un tracollo economico in Russia», dice Christopher Granville, direttore della Trusted Sources, una società di analisi di mercato, «è sufficiente l'aspettativa delle sanzioni».

Così tutti, ovvero tutti i grandi ricchi di Mosca, scappano dalle banche occidentali dove avevano portato i propri capitali. Scappano i privati: un importante banchiere russo racconta al Financial Times che il 90 per cento degli investitori del suo paese si stanno comportando come se le ritorsioni, in sostanza il congelamento dei beni di cui dispongono nelle nazioni del G7, fossero già in vigore.

Le banche americane stanno vendendo titoli russi a tutto spiano, per liberarsene prima che scattino i provvedimenti minacciati dalla Casa Bianca. Potenzialmente si tratta di una montagna di denaro: secondo la Bank for International Settlements, le banche e le società di investimenti Usa hanno un'esposizione di 75 miliardi di dollari nei confronti della Russia. E scappano gli investitori istituzionali: cifre pubblicate dalla Federal Reserve di New York fanno supporre che la banca centrale russa sta cercando di ridurre il più rapidamente possibile la propria vulnerabilità alle sanzioni.

Le statistiche indicano un calo di 105 miliardi di dollari in buoni del Tesoro in possesso di istituzioni straniere per la settimana conclusasi il 12 marzo. Non si può sapere con certezza chi abbia deciso di portare via i propri soldi dalla Fed in questo momento, «ma un ovvio sospetto è la Russia », dice al quotidiano finanziario britannico Lou Crandall, analista della "Wrighton Icap". E banche occidentali hanno sospeso mezza dozzina di operazioni per finanziarie alcune delle maggiori aziende russe. È la grande fuga dei capitali di Mosca. Si salvi chi può, prima di lunedì.

 

soldati russi a sevastopol in crimeaSIM UKRAINE RUSSIA TROOPS MGzoom SIM UKRAINE RUSSIA TROOPS MGzoom CRIMEA - SOLDATI PRO PUTINCRIMEA -ANTI-PUTIN CRIMEA - SOSTENITORI DELLA RUSSIA

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI