BYE BYE NAZARENO - NESSUN SOCCORSO AZZURRO A RENZI, FI SI BLINDA: “NESSUNO VOTERÀ L’ITALICUM” - SOLO IN 4 SONO RIMASTI CON VERDINI: “I NOSTRI VOTI NON SERVONO, RENZI CE LA FARÀ DA SOLO”

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS

«Nemmeno uno del mio gruppo voterà a favore dell’Italicum». Renato Brunetta è solitamente tranchant, sicuro che non ci sarà alcun soccorso azzurro per Renzi. Del resto nemmeno il premier se lo aspetta o l’ha chiesto.

 

I contatti con Denis Verdini si sono interrotti da tempo. A confermarlo in privato è lo stesso Luca Lotti, il custode per lungo tempo del patto del Nazareno insieme al suo amico toscano. Ora le strade si sono separate e il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini relega le voci di sostegno dei deputati vicini a Verdini al genere fantasy.

SILVIO BERLUSCONI DENIS VERDINI SILVIO BERLUSCONI DENIS VERDINI

 

Che le cose stiano così lo ammettono anche i due verdiniani doc come Ignazio Abrignani e Luca D’Alessandro. «I nostri voti non servono: Renzi ce la farà da solo. C’è la fila di coloro che voteranno l’Italicum per non rischiare le elezioni anticipate», spiega Abrignani. «Noi - aggiunge D’Alessandro - non tradiremo la linea decisa dal partito e dal gruppo parlamentare.

 

Abbiamo espresso il nostro dissenso quando ci venne chiesto di votare contro la riforma costituzionale: 17 deputati firmarono un documento in cui si chiedeva di essere coerenti con il lavoro fatto al Senato. Anche sulla legge elettorale tutti sanno come la pensiamo, è un errore votare contro. Detto questo, siccome siamo leali - dice D’Alessandro - noi ci atteniamo alle indicazioni del presidente Berlusconi e alle decisioni prese a maggioranza nel nostro gruppo parlamentare». Fine del discorso. 
 

LOTTI E VERDINILOTTI E VERDINI

In pochi con Verdini
Quello che non viene detto è che di quei 17 deputati che lo scorso marzo firmarono il documento in difesa del patto del Nazareno ne sono rimasti ben pochi accanto a Verdini. Non più di 4 o 5. Troppo pochi per fare la differenza e per compensare il dissenso dentro il Pd. E poi sembra funzionare la minaccia del premier sulla fine del suo governo e quindi della legislatura se l’Italicum dovesse essere bocciato.

 

Tanto che si ironizza sul «Comitato 2018» ovvero su tutti quei deputati dell’opposizione e della sinistra Dem che non vogliono andare a casa e sperano di rimanere fino alla fine della legislatura.

renato brunettarenato brunetta

 

Brunetta è convinto che se non passa l’Italicum cade solo Renzi e il suo «governicchio», immaginando chissà quali altre maggioranze. Berlusconi non si fa illusioni, le pregiudiziali di incostituzionalità che verranno votate oggi alla Camera (Forza Italia ne ha presentate tre e su due ha chiesto il voto segreto) non fermeranno Renzi.

 

Ma crede anche che i deputati vicini a Verdini non voteranno a favore dell’Italicum, neanche a scrutinio segreto. Ci crede non perché pensa che Denis abbia cambiato idea. Secondo l’ex Cav l’uomo al quale aveva affidato le trattative con Palazzo Chigi si sarebbe reso conto che Renzi abbia abbandonato l’idea del Partito della Nazione. Il partitone pigliatutto che senza la sinistra di Bersani e D’Alema avrebbe imbarcato pezzi di Forza Italia. 
 

BERLUSCONI BERSANI BERLUSCONI BERSANI

Berlusconi resta ad Arcore
Con l’Italicum e il voto alla lista si andrà verso un nuovo bipolarismo. Anzi un bipartitismo tra due partiti a vocazione governativa. Ne è convinto l’ex Cav, che esclude i 5 Stelle da questa futura competizione bipartitica. Ci sarà il Pd da un lato e un movimento sul modello repubblicano e americano dall’altro. Il sogno di Berlusconi è tutto da costruire. Intanto questa settimana non verrà a Roma, concentrato sulla vendita del Milan e l'acquisto di Rcs Libri.

berlusconi-bersaniberlusconi-bersani

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NIN CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...