emmanuel macron volodymyr zelensky olaf scholz mario draghi giorgia meloni

NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE MERIDIONALE: IN EUROPA HANNO SEMPRE COMANDATO FRANCESI E TEDESCHI – “IL FATTO QUOTIDIANO” METTE IN FILA GLI SGARBI E LE UMILIAZIONI DI PARIGI E BERLINO AL NOSTRO PAESE: NON SOLO I RISOLINI DI MERKEL E SARKOZY A BERLUSCONI, MA ANCHE L'INAZIONE DI MARIO DRAGHI, COSTRETTO AD ASSISTERE INERME AGLI ACCORDI TRA MACRON E SCHOLZ – LA TROIKA DI GUERRA CHE “NON È MAI ESISTITA” E IL DOSSIER AIUTI DI STATO, SU CUI LA GERMANIA, COME AL SOLITO, HA PENSATO SOLO AI CAZZI PROPRI (CON L’OK INTERESSATO DI MACRON)

Estratto dell'articolo di Salvatore Cannavò per "il Fatto quotidiano”

 

emmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola

Se Giorgia Meloni non avesse reagito stizzita all’incontro tra Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Volodymyr Zelensky, avvenuto all’Eliseo, la cosa si sarebbe fermata lì.

 

Perché che l’Europa sia trainata dal famoso “motore franco-tedesco” è cosa nota e ovvia. Il “processo” che va avanti da tempo di cui ieri parlava il presidente francese.

 

Basti pensare alla celebre foto di François Mitterrand ed Helmuth Khol mano nella mano in occasione del 70° anniversario dall’inizio della Prima guerra mondiale (era il 1984) o ai risolini anti-Berlusconi tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel nel 2011, per mettere nella giusta prospettiva l’ultimo incontro tra Scholz e Macron.

 

VOLODYMYR ZELENSKY - EMMANUEL MACRON - OLAF SCHOLZ - INCONTRO A PARIGI

Parigi e Berlino, di fronte alle difficoltà, hanno sempre deciso, dalla Seconda guerra mondiale in poi, di fare fronte comune, non curandosi affatto dei propri alleati o partner europei.

 

La controprova è data da quanto avvenuto durante la permanenza a Palazzo Chigi del “più grande leader italiano del dopoguerra”, secondo la grande stampa amica, Mario Draghi.

 

[…] Circa un anno fa, a fine febbraio, le agenzie di stampa davano la notizia che l’allora premier non avrebbe partecipato all’incontro previsto tra Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen […]. 

 

SARKOZY E MERKEL RIDONO DI BERLUSCONI

Draghi spiega in un intervento alla Camera: “Ieri non c’era un vertice internazionale, ma un invito a cena, una tavola rotonda con alcuni importanti industriali d’Europa. Sono stato invitato nel pomeriggio molto gentilmente dal presidente Macron e ho detto che non avrei potuto esserci in presenza. È stato tentato ogni modo per fare una connessione, ma non ci si è riusciti. Tutto qua”. Un’ammissione che, come successo ieri per Meloni, amplificava lo smacco.

 

mario draghi emmanuel macron

[…]  La marginalità di Draghi si è poi registrata costantemente nel corso delle riunioni sull’emergenza energetica e sul prezzo del gas impennatosi drammaticamente nel corso del 2022. […] Anzi, il 5 settembre, Francia e Germania sottoscriveranno un patto esclusivo […].

 

[…]  Gli osservatori di rito mariano, nel senso di Mario, invocano però l’immagine del treno con i tre leader mentre si recano a Kiev per incontrare Zelensky. Una “visita storica”, un “segnale di unità europea” e di una “troika di guerra”. Solo che quell’incontro non ha prodotto nulla di significativo se non le scelte decise su scala nazionale. L’Italia ha continuato a deliberare i propri decreti per l’invio di armi, Scholz è sempre oscillato tra una linea prudente e un intervento più deciso, come nel caso dei Leopard, mentre Macron su una linea di dialogo con Mosca – “Non bisogna umiliare la Russia” – affianca un atteggiamento solidale con l’Ucraina, ma senza sbilanciarsi su forniture consistenti di armi, come i caccia. La “troika” di guerra non è mai esistita […].

 

DRAGHI - ZELENSKY - MACRON - SCHOLZ

La dimostrazione di come gli Stati europei più forti decidano in base ai propri specifici interessi è data il 29 settembre scorso quando la Germania annuncia lo stanziamento di 200 miliardi per fissare un price cap nazionale al prezzo del gas con buona pace degli accorati inviti di Mario Draghi. Il prezzo dell’energia in Italia, intanto, vola e sia il governo Draghi sia poi quello Meloni, saranno costretti a stanziamenti nell’ordine di decine di miliardi per proteggere le fasce più deboli della popolazione, ma soprattutto le imprese.

 

EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI

[…] La forza dell’asse franco-tedesco è confermata dal modo in cui il Consiglio europeo deciderà sugli aiuti di Stato e sull’istituzione di un fondo sovrano europeo. L’Italia sta per accodarsi alla scelta in cambio di maggiore flessibilità sulle regole di governance del Pnrr (si veda articolo a fianco).

 

Il modo in cui ieri Giorgia Meloni ha esposto il proprio isolamento è anche l’ammissione di questa debolezza di cui la presidente del Consiglio ha una responsabilità dovuta all’incapacità di saper manovrare in politica estera. Ma sarebbe ingiusto fare di lei una paria europea rispetto ai fasti del governo precedente: in Europa, l’Italia ha sempre fatto da spettatrice. Pagante.

mario draghi abbraccia emmanuel macron

meloni von der leyen macron trudeau biden emmanuel macron olaf scholz volodymyr zelensky OLAF SCHOLZ - VOLODYMYR ZELENSKY - EMMANUEL MACRON - INCONTRO A PARIGIemmanuel macron giorgia meloni xavier bettel roberta metsola

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...