UN RIMORCHIATORE SOTTO CASA (BIANCA) - NON DITE AD OBAMA CHE LA NAVE RUSSA “NIKOLAY CHIKER” SORVEGLIA LE COSTE DELLA FLORIDA, AL LARGO DI CAPE CANAVERAL, E AGISCE IN APPOGGIO AD ALMENO DUE SOTTOMARINI NUCLEARI

Guido Olimpio per ‘Il Corriere della Sera'

Il «Nikolay Chiker» è sceso verso Sud, lungo la costa della Florida, e dopo aver superato Cape Canaveral ha virato leggermente a Est, una manovra per tenersi a distanza da un battello americano. Quindi un rapido dietro-front per risalire fino al centro spaziale. E' ormai chiaro che al «Chiker», un grande rimorchiatore russo inquadrato nella Marina militare, piace stare nelle acque della Florida. Soprattutto in concomitanza con le fasi più tese della crisi nell'Ucraina orientale.

Interessanti i movimenti della nave. A metà di febbraio, l'unità si lascia alle spalle Gibilterra e raggiunge abbastanza velocemente i Caraibi. A bordo 50 marinai, un team di specialisti in attività subacquee, attrezzature moderne, una piattaforma per l'elicottero, una stiva che accoglie scorte robuste in modo da garantire una lunga autonomia operativa. Il «Chiker» è una bestia poderosa, un rimorchiatore d'altura in grado di agire anche nel teatro artico, protagonista di molte missioni complicate, compreso il tentativo di salvataggio del sottomarino Kursk.

Infatti i sommergibili sono di solito i suoi compagni di viaggio. Li assiste, fa da sponda. E' come un'ombra. Per molti esperti il rimorchiatore agisce in appoggio ad almeno due sub nucleari schierati da Mosca al largo degli Usa. In alternativa lavora con altre navi spia. Ed è che quello che è avvenuto in queste ultime settimane.

Il rimorchiatore, dopo diversi giri nei Caraibi, si spinge fino ad un quadrante vicino a Kings Bay, la base che ospita i sottomarini atomici statunitensi della Seconda Flotta, al confine tra Georgia e Florida. Dicono che il «Chiker» non sia da solo. Poco lontano incrocia, invisibile, la «Viktor Leonov», un'unità per la guerra elettronica e lo spionaggio. L'apparizione delle unità russe si sovrappone alla prima fase della crisi in Crimea. Siamo tra la metà di marzo e il 22.

Seguendo un profilo di missione già visto, il rimorchiatore compie anche una visita nello spazio di mare antistante a Cape Canaveral. Segue un nuovo viaggio ai Caraibi con spostamenti che somigliano piuttosto ad un'attesa di ordini. Che probabilmente arrivano nella seconda settimana di aprile. Il rimorchiatore mette la prua in direzione della Florida.

E rieccolo - 15 aprile - davanti agli impianti spaziali. Giusto in tempo con la nuova fiammata del confronto in Ucraina, tra colonne blindate in azione e minacce. La crociera del «Chiker» è seguita grazie ai rilevamenti del transponder Ais (se c'è la copertura), da eventuali avvistamenti e dai messaggi Morse che la nave trasmette a Mosca lasciando una traccia elettronica. Quel ti-ti-ti- monotono permette di individuare le coordinate geografiche.

Come in passato il capitano russo compie il solito pendolo, avanti e indietro, tenendosi abbastanza vicino alle coste della Florida. Quindi ieri a metà giornata pare fermarsi, a sud del poligono della Nasa, come fosse in un punto di osservazione.

Le teorie sul «Nikolay Chiker» all'orizzonte delle spiagge americane sono molte. A partire dalla più ovvia: si tratta di una missione di spionaggio. Altri esperti ipotizzano un appuntamento con un sottomarino nucleare russo. Oppure l'incontro con la nave spia «Viktor Leonov», da tempo nella regione. Seguendo le strane evoluzioni nei Caraibi non si è neppure escluso un qualche tipo di azione subacquea.

E, infine, c'è la sorveglianza del centro di Cape Canaveral, magari alla ricerca di informazioni. Il 10, quando però l'unità era lontana, è stato lanciato un nuovo satellite spia e ai primi di maggio è prevista la messa in orbita di un carico riservato. E comunque si tratta di una presenza così evidente che non si può parlare di segreto.

In apparenza nulla ha disturbato il «Chiker». Soltanto ieri un rimorchiatore americano, il «McAllister», ha seguito in parallelo la rotta di quello russo, per poi proseguire. Almeno, è questo ciò che emerge dall'esame del transponder. Sempre che, da qualche parte, non ci sia un finto yacht che «fili» l'ospite.

 

 

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