OBAMA NELLE MANI DI HILLARY: L’AUTOGOL DI KERRY RINVIGORISCE MOSCA E DAMASCO

Maurizio Molinari per "La Stampa"

La Casa Bianca apre alla proposta russa sul controllo internazionale degli arsenali chimici siriani ma teme un trucco del regime di Damasco per prendere tempo e dunque avverte: «Bashar Assad deve consegnare immediatamente le armi proibite».

È Anthony Blinken, viceconsigliere per la Sicurezza di Barack Obama, ad assicurare che «esamineremo con attenzione la proposta russa» promettendo di «parlarne con Mosca al più presto».

Ma c'è scetticismo sulla serietà dell'impegno di Assad «perché fino a questo momento non ha ammesso neanche di possedere l'arsenale chimico» come precisa Ben Rhodes, consigliere strategico del presidente. L'offerta russa viene discussa nello Studio Ovale da Barack Obama con Hillary Clinton.

Al termine è l'ex Segretario di Stato che, parlando ad un evento pubblico alla Casa Bianca, fa conoscere l'opinione del presidente: «Il piano russo può essere un passo importante ma può funzionare solo se Assad inizia immediatamente a consegnare le armi chimiche alle Nazioni Unite».

Hillary aggiunge: «Se tale possibilità esiste è grazie alla minaccia dell'azione della forza da parte degli Stati Uniti» e dunque «il Congresso deve votare l'autorizzazione ad usarla al presidente Obama».

Grinta politica e determinazione personale, fanno dell'ex First Lady il personaggio del giorno a Washington. Anche perché illustra le ragioni dell'intervento militare con una chiarezza che ad altri esponenti dell'amministrazione finora è mancata: «L'uso dei gas da parte di Assad è una minaccia alla convivenza globale, la comunità internazionale non può consentire l'uso di armi di distruzione di massa contro i civili, toglierle dalla circolazione significa impedire che possano cadere nelle mani di Iran o Hezbollah, minacciando partner ed alleati dell'America».

Nelle insolite vesti di portavoce di Barack, Hillary domina la scena politica a Washington trasformandosi nell'alleata più importante nella Casa Bianca in vista della battaglia che incombe al Congresso sul voto per l'intervento. Se infatti al Senato Obama si sente al sicuro, alla Camera dei Rappresentanti è vero l'opposto: i deputati favorevoli sono appena 44 a fronte di 149 contrari e ben 340 indecisi.

E' la conferma di un orientamento dell'opinione pubblica che, secondo un sondaggio Cnn, vede il 59 per cento degli americani contrari e solo il 39 per cento favorevoli all'intervento. La raffica di interviste tv di Obama, trasmesse nella notte, e il suo discorso alla nazione in programma questa sera puntano proprio a conquistare i favori mancanti.

A indebolire l'amministrazione sono anche passi falsi come quelli del Segretario di Stato, John Kerry, che parlando da Londra di «intervento incredibilmente limitato» irrita i repubblicani al Senato e suggerendo l'ipotesi della consegna delle armi siriane all'Onu sembra suggerire la mossa di Mosca.

Per lunghe ore il tam tam di Washington parla di "scivoloni" e "gaffes" di Kerry fino a quando, ancora una volta, è Hillary a correre in soccorso dell'amministrazione precisando che "come ha detto il Segretario di Stato, la consegna funzionerà solo se inizia subito" e dunque non ci troviamo davanti "all'ennesimo tentativo di Assad di ingannare tutti e prendere tempo".

 

OBAMA E HILLARY CLINTON IN BIRMANIA MYANMAR OBAMA E HILLARY CLINTON IN BIRMANIA HILLARY CLINTON E BARACK OBAMABASHAR ASSAD JOHN KERRY Siria OBAMA E PUTIN SIRIA john kerry JOHN KERRY SILVIO BERLUSCONI

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