OCCHIO, “L’INTERDIZIONE NON È UN MECCANISMO AUTOMATICO, SERVE SEMPRE UNA PRONUNCIA DEL PARLAMENTO” - ERGO, SENZA IL VOTO DEL SENATO BERLUSCONI POTREBBE PRESENTARSI ALLE ELEZIONI…

Liana Milella per La Repubblica

La sentenza Mediaset «ormai è irrevocabile». Berlusconi candidato? «Sarebbe opportuno un passo indietro». La legge Severino? «Le Camere sono sovrane». È questo il parere di Piero Alberto Capostosti, ex presidente della Consulta e del Csm. Che subito chiarisce: «I meccanismi di incandidabilità sono largamente inefficienti perché non immediati ed automatici».

È possibile che Berlusconi si candidi alle prossime elezioni?
«Non sappiamo quando ci saranno. La data è importante perché se fossero tra molti mesi scatterebbe la decadenza prevista dalla legge Severino. Ci sarebbe tutto il tempo per la pronuncia della giunta e dell'aula. Sempre che la adottino, perché se non la adottano è evidente che non ci sarebbe alcun problema».

Scusi, ma lo stop alla candidatura di un condannato a oltre due anni non è automatica?
«Sul piano della corretta applicazione del diritto coloro che sono in condizione di incandidabilità o anche di ineleggibilità, avrebbero il dovere giuridico di non presentarsi alle elezioni. Se non che può accadere che qualcuno creda o ritenga di non trovarsi in quelle condizioni e si candidi ugualmente. La parola definitiva, ai sensi dell'articolo 66 della Costituzione, spetta solo alla Camera di appartenenza».

Ma la corte di appello non può bloccare candidature "sporche"?
«Non rientra nelle sue competenze ».

Ma la legge Severino così non rischia di diventare solo un proclama ?
«L'interrogativo è più che logico. Il meccanismo dell'ineleggibilità, cui oggi bisogna accomunare quello dell'incandidabilità, ha un vizio di origine: la possibilità che soggetti anche ineleggibili o incandidabili possano presentarsi alle elezioni acquisendo anche molti voti per poi vedersi dichiarati ineleggibili o incandidabili. La ragione è che nel nostro sistema la pronuncia ultima sui titoli di ammissione dei candidati - la cosiddetta verifica dei poteri - spetta unicamente all'organo presso cui si è eletti».

Che succede se si vota in autunno?
"Scatterebbe l'incandidabilità prevista dall'articolo 1 della Severino, con le stesse conseguenze temporali. Io però sottolineo un aspetto molto rilevante. Non è ragionevole ipotizzare che dei leader di partito si presentino alle elezioni pur conoscendo benissimo la propria situazione di incandidabilità. Si tratterebbe di una sfida aperta alla pubblica opinione, quando invece sarebbero molto apprezzabili dei passi indietro spontanei onde evitare che in Parlamento e nel Paese si accenda una battaglia sull'interpretazione di una legge che è molto chiara nelle sue enunciazioni e prescrizioni ».

Le stesse regole valgono per l'interdizione dai pubblici uffici? Se la Corte d'appello di Milano dà tre anni a Berlusconi lui si può candidare?
«Mi rendo conto che la situazione che espongo ha aspetti paradossali, ma questi meccanismi - direi purtroppo - non sono automatici ed immediati, ma abbisognano di una pronuncia espressa della Camera di appartenenza. Ricordo il caso di Previti, simile a quello di Berlusconi, che alla fine si risolse, ma dopo molti mesi di battaglia parlamentare, con le sue dimissioni».

Lei inviterebbe Berlusconi a dimettersi?
«Per quello che può valere la mia parola, certamente lo riterrei un gesto apprezzabile dalla pubblica opinione perché servirebbe a spegnere fuochi inutili nel Parlamento e nel Paese, dimostrando il senso dello Stato».

Su tutto questo incidono le motivazioni della sentenza?
«La legge Severino ha come parametro di applicabilità solo la pena inflitta, a prescindere dalle motivazioni. L'importante è che si tratti di una sentenza definitiva, come quella di cui parliamo».

Motivazioni della Cassazione: possono "saltare" se il presidente Esposito finisce sotto procedimento disciplinare?
«Assolutamente no. La sentenza ormai è stata pronunciata ed è irrevocabile. Eventuali sanzioni disciplinari riguardano personalmente Esposito, ma non hanno il benché minimo rilievo sulla validità della sentenza e sulla sua efficacia».

 

pietro alberto capotostiENZO CHELI PIETRO ALBERTO CAPOTOSTI esposito cancellieri santacrocecassazione esposito antonio

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