UN PAESE SENZA - BELLA NAPOLI NON SE LA SENTE DI AFFIDARE A IN-CULATELLO L’INCARICO PRIVO COM’E’ DI MAGGIORANZA. NELLO STESSO TEMPO RE GIORGIO SI RENDE CONTO DI QUANTO SIA PERICOLOSO TENERE IL PAESE SOSPESO NEL VUOTO FINO A METÀ MARZO - CHI GODE E’ SUDARIO MONTI CHE RISCHIA DI RESTARE A PALAZZO CHIGI FINO A OTTOBRE…

Francesco Bei per "La Repubblica"

Anticipare la convocazione delle Camere per uscire dall'incertezza. Il Quirinale ne ha discusso con Palazzo Chigi e sono stati anche sondati i principali leader politici. Perché Napolitano è convinto che altri quindici giorni di caos e reciproche delegittimazioni il Paese non se le possa in fondo permettere.

Ieri, mentre lo spread saliva a 340 punti, l'agenzia di rating Fitch, quella che ha finora mantenuto il giudizio più positivo ("A -") fra le grandi americane, ha messo nero bianco un timore diffuso: "La prospettiva di un lungo periodo di instabilità politica dopo le elezioni italiane aggiunge pressione sul rating sovrano del Paese". Anche al Quirinale, nonostante le rassicurazioni pubbliche, l'allarme per un attacco speculativo e una corsa a disinvestire è massimo. Una preoccupazione condivisa con il governo.

Eppure il tentativo di convocare subito le Camere per uscire dallo stallo è al momento tutto in salita. Le Corti d'appello che devono convalidare i risultati elettorali sembra infatti che non riescano a forzare i tempi. Inoltre per modificare la data di insediamento, stabilita dal decreto di scioglimento anticipato delle Camere, servirebbe un altro decreto del presidente della Repubblica, "previa deliberazione del Consiglio dei ministri".

Ancora ieri sera a palazzo Chigi non era nell'aria una convocazione imminente del governo ma, dicevano, "ci teniamo pronti a ogni evenienza". Dunque si potrebbe proseguire per inerzia verso metà marzo a meno che il Colle non imprima in questi giorni una improvvisa accelerazione.

E di fronte agli anatemi di Grillo contro il Pd, crescono anche i dubbi del capo dello Stato. Sarà prudente affidare l'incarico direttamente a Bersani, deciso ad andare avanti con il suo "governo di scopo"? Nonostante in tv il capo dello Stato abbia detto di non averla letta, l'intervista a Repubblica del segretario del Pd è stata infatti analizzata al Colle riga per riga.

E la sicurezza con cui Bersani si presentava, come se avesse già in tasca il mandato di formare il governo, ha fatto alzare qualche sopracciglio. Se infatti il leader democratico andasse a sbattere contro il niet del Movimento 5 Stelle, deciso a non concedere a palazzo Madama alcuna fiducia preventiva, per il capo dello Stato si restringerebbe assai il mazzo delle carte da giocare.

Insomma, Napolitano sta valutando fin da ora tutte le possibili soluzioni avendo come bussola l'opportunità di non lasciare al suo successore una situazione talmente compromessa che il voto a giugno sia l'unico esito possibile. Sul Colle hanno sempre sottolineato l'esigenza di dare certezze al Paese e anche alla comunità internazionale.

Non a caso nelle ultime ore molti stanno prendendo in esame l'opzione di un incarico esplorativo. E provare a coinvolgere anche il centrodestra. Persino Bruno Tabacci, alleato convinto del segretario del Pd, si mostra molto realista e ammette: "Non sono sicuro che ci siano i tempi per un incarico a Bersani subito. Non credo che il capo dello stato possa dare un incarico a Bersani senza una maggioranza".

Si partirà intanto con i primi adempimenti, l'elezione degli uffici di presidenza di Camera e Senato, dove si potranno sperimentare ipotesi di intesa. Per palazzo Madama non c'è alcun timore di stallo, visto che il regolamento prevede che alla quarta votazione si debba andare al ballottaggio secco fra i due meglio piazzati. Una clausola di garanzia perché la Repubblica non può stare senza un vicario del capo dello Stato.

Insomma il capo dello Stato al momento si tiene aperte tutte le strade, nessuna esclusa. Nemmeno quella di un'intesa fra il Pd e M5S, se è vero quello che racconta un alto dirigente del Pdl: "A noi risulta che Bersani stia provando in queste ore a coinvolgere Grillo, anche con la mediazione di Napolitano".

Dunque la situazione è sempre più avvitata. Quello che Napolitano va ripetendo nei suoi colloqui da Berlino è che dall'Italia deve partire il prima possibile un messaggio di stabilità: "Dobbiamo dare garanzie interne e internazionali".

L'ammonimento sulla stabilità si accompagna a un altro convincimento che si sta facendo strada al Quirinale: come dimostrato dagli attestati di stima arrivati dall'America e dall'Europa, in un modo o nell'altro Mario Monti dovrebbe far parte del nuovo governo. Se non come premier, come ministro.

Al momento, vista la paralisi politica e la possibilità che Monti resti in carica, le segreterie dei ministri hanno avuto il contrordine: basta fare gli scatoloni, c'è la possibilità di restare fino a ottobre.

 

Giorgio Napolitano MONTI SBRANA UNA PIZZA A NAPOLI NAPOLITANO BERTINOTTI FINI CEASESCU-NAPOLITANO GIORGIO NAPOLITANO E OBAMALA STRETTA DI MANO TRA NAPOLITANO E BENEDETTO XVI napolitano agnelli fa b d a d b e c b b BACIAMANO NAPOLITANO MARELLA CARACCIOLO AGNELLI CON LAPO ELKANN SULLO SFONDO FOTO REPUBBLICA jpegNAPOLITANO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...