ferragni damiano maneskin michielin elodie

IL PARTITO DEGLI INFLUENCER NON CONTA UN CAZZO - LA CRITICA DELL'INVIATO DI "STRISCIA" ED ESPERTO DI DIGITALE MARCO CAMISANI CALZOLARI: "I 'GRANDI INFLUENCER' CON MILIONI DI FOLLOWER NON RIESCONO A VENDERE TRENTA T-SHIRT, FIGURARSI SMUOVERE QUALCHE VOTO...SE I MEZZI DI COMUNICAZIONE MAINSTREAM NON CITASSERO I LORO POST, QUANTI NE VEDREMMO REALMENTE? POCHISSIMI" 

Francesco Maria Del Vigo per “il Giornale”

 

INFLUENCER GIULIA TORELLI

«Gli influencer sono famosi solo perché i media tradizionali ne parlano, è questo il paradosso». Marco Camisani Calzolari, imprenditore, esperto di digitale, docente universitario e, tra le altre cose, inviato di Striscia la Notizia, non ha dubbi in proposito. E noi lo incalziamo.

 

Prima delle elezioni c'è stata una grandissima campagna da parte degli influencer per mobilitare gli elettori contro il centrodestra. A conti fatti sembra che abbiano influenzato poco. Come mai?

«Il problema sta a monte, ancor prima dell'influenza politica. Mi riferisco alla percezione delle persone nei confronti degli influencer, ovvero quei personaggi che normalmente sono noti on line e monetizzano la propria popolarità con la vendita e la promozione di prodotti. Il fatto stesso di presentarsi ogni volta con un prodotto diverso, alla mercè del brand che in quel momento li paga, li rende poco credibili e meno autorevoli. Perché la percezione è che le loro siano opinioni in vendita».

fedez chiara ferragni 3

 

E quindi è difficile che qualcuno li prenda sul serio...

«La conversione tra il mondo online e quello offline, cioè l'azione scatenata dall'influencer - che si tratti di un prodotto o di un voto - è molto complicata. Sono molti i casi in cui grandi influencer con milioni di follower non riescono a vendere più di trenta t-shirt».

 

Come mai, dov' è l'intoppo?

«Ci sono una serie di ragioni, almeno tre. Una di queste è che un conto è essere quasi passivi, al massimo fare un like, e un conto è eseguire un'azione. La maggior parte degli utenti si ferma al primo passaggio».

APPELLO AL VOTO DI CHIARA FERRAGNI

 

Questo riguarda anche chi ha milioni di follower?

«Ecco, passiamo alla questione dei numeri. Già naturalmente, anche quando gli account sono completamente genuini, l'interazione che non sia solo una views è - quando va bene - dell'1%. Quindi su un milione di follower sono diecimila quelli che interagiscono, ma per arrivare all'action bisogna togliere almeno un altro zero: e diventano mille. Se poi devi pure pagare possono diventare anche 100. Ed ecco perché, in alcuni casi, gli influencer che hanno milioni di follower non riescono neanche a vendere le bamboline».

 

INVITO A VOTARE DI PAOLA TURCI - FRANCESCA MICHIELIN - MARCO MENGONI

Si parla molto anche di numeri gonfiati e «seguaci» comprati. È una leggenda metropolitana?

«No, i fake sono molto diffusi, in alcuni casi li utilizzano gli influencer per gonfiarsi e apparire più forti. Ma tra le aziende sta anche nascendo un fenomeno per cui li comprano agli altri per fare danni all'algoritmo, per screditarli. Se io ho due milioni di follower, dei quali un milione è falso, la mia interazione scende sotto lo 0,5% per cento, perché i miei post saranno orientati per il mio falso pubblico».

 

x factor francesca michielin

Però, comunque, follower veri o falsi, tutti ne parlano.

«Perché c'è un terzo fattore: la percezione dei numeri, che spesso viene gonfiata involontariamente dai media tradizionali. Se i mezzi di comunicazione mainstream non citassero gli influencer e i loro post, quanti ne vedremmo realmente? Pochissimi. Ci sono influencer che sono considerati molto importanti solo perché sono riportati spesso dalle testate giornalistiche, sono queste ultime che danno loro quella percezione di visibilità».

 

Quindi siamo di fronte a una bolla?

«Semplificando molto possiamo dire di sì».

IL TWEET DI FRANCESCA MICHIELIN DOPO LE ELEZIONI

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...