CALDEROLI MOTOR SHOW – LA “PASSIONACCIA” PER I MOTORI DEL MINISTRO LEGHISTA, CHE HA 6 DIVERSE PATENTI DI GUIDA, DALLE MOTO ALLE BARCHE FINO ALL’ESCAVATORE. “ORA HO ANCHE QUELLA PER I CAMION. IL GIORNO CHE HO FATTO L’ESAME, MI È ARRIVATA UNA PROPOSTA DI LAVORO COME CAMIONISTA” – “ALLE PRIME GARE DI MOTO ANDAVO CON LO ZAINO DA CACCIA DI MIO PADRE, DENTRO UNA TANICA DA 25 LITRI DI BENZINA. ERO UNA SPECIE DI BOMBA-UMANA...”
Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per “Sette - Corriere della Sera”
Non sono molti quelli che prendono la patente a 67 anni. Pochi, se poi la patente è la C, quella “dei camion”. Pochissimi collezionano 6 patenti, e certamente nessun ministro. Roberto Calderoli sì. Il responsabile degli Affari regionali e delle Autonomie, lo scorso novembre ha fatto gli orali, i suoi bravi quiz alla motorizzazione di Bergamo circondato dai neo maggiorenni suoi compagni d’esame. Altro che fuori corso: «Quaranta domande, contro le trenta della patente B, e 40 risposte giuste».
[…] Poi, l’antivigilia di Natale, di buon mattino, il ministro monta sul camion per la prova pratica: «Sono stato il primo perché poi dovevo correre a Roma per il voto di fiducia sulla legge di bilancio». Il tutto mentre il Parlamento da quasi otto mesi stava lavorando alla legge Calderoli, l’Autonomia differenziata delle Regioni, poi approvata dal Senato lo scorso 23 gennaio. […]
Ma torniamo alle patenti, che in realtà c’entra. Perché prendere la patente per i camion all’età in cui di solito si acquista il villino al mare? «Ho comprato una Motor home dalla famiglia di un amico scomparso. Lo scorso settembre c’è stata la prima Pontida senza Vittorio Turconi, un militante che ha seguito gli eventi della Lega per una vita, riempiva il camper di salami e ogni ben di Dio, e arrivava. A Pontida, in piazza del Popolo, alla Bocca della verità... Da Maurizio Bosatra ho saputo che la famiglia non l’avrebbe più usato e l’ho comprato io. Ho deciso di prenderlo perché il costo era quello di un’utilitaria a causa della necessità della patente C. E poi, è un pezzo della nostra storia e io continuerò a usarlo per la Lega».
Con una sorpresa: «Il giorno che ho fatto l’esame, alle 14.30 mi è arrivata una proposta di lavoro come camionista, si vede che guardano chi prende la patente. Perché su 10 che vanno in pensione, ne entrano due. Anche se lo stipendio parte da 2.800 euro al mese, mica male... Anche se mi hanno detto che da quando è stato tolto il reddito di cittadinanza, il numero degli iscritti all’esame si è impennato».
Auto e moto alle spalle
Roberto Calderoli durante un rally 1
Fatto sta che al ministro serviva la patente per i mezzi giganteschi. E il ministro l’ha presa. Ma il ricordo dell’amico e la storia del supercamper non spiegano perché le patenti di Calderoli siano 6. Elenco: patente A (moto), patente B (auto), patente per barca a motore, patentino per il trattore, patentino per l’escavatore.
Alla fine, sono lo specchio delle molte vite di quest’uomo acuto e bizzarro, facile da odiare ma anche da amare: chirurgo maxillo facciale, imprenditore radio televisivo, corridore di moto Regolarità e rallysta di livello europeo, poi diventato architetto istituzionale e (sfortunato) modificatore della Costituzione, ingegnere delle leggi elettorali oltre che tre volte diabolico vice presidente del Senato e tre volte ministro.
Roberto Calderoli alla guida di un trattore
In realtà, la passione per i motori è molto precedente alla motor home: «Sissì, viene da mio padre Beppe, lui era appassionatissimo, un maniaco...». Ed ha la stessa radice, in fondo, dell’ossessione per l’Autonomia: «Lui era il figlio di Guido, che aveva fondato il Movimento autonomista Bergamasco, con cui nel 1956, l’anno della mia nascita, fu eletto in consiglio comunale a Bergamo. Cercando le foto che servivano per questo servizio ne ho tratto una del 1966 in cui a Pontida lui e altri amici fondarono la Lega lombarda. Circa 18 anni prima di Umberto Bossi dal notaio. Anche la gallina dalle uova d’oro dei nostri primi manifesti l’ho ritrovata in un libro di mio nonno».
La famiglia alle spalle
Roberto Calderoli alla guida di un trattore
Insomma, motori e autonomia come lascito della famiglia: «Ma sì. Tenga presente che mia nonna era altoatesina della val Passiria. Mio nonno aveva un ambulatorio da dentista, ma alla sera faceva queste riunioni carbonare con anche i valdostani, i trentini. Io li vedevo che avevo 6 o 7 anni, c’eran quelli dell’Union Valdôtaine, i sudtirolesi».
[...] Chissà che avrebbe detto oggi, nonno Guido Calderoli, con l’approvazione dell’autonomia con una legge che porta il suo stesso cognome: «Beh, certo, per me questa legge è anche il coronamento dei sogni del nonno».
Le prime sgommate
MATTEO SALVINI - ROBERTO CALDEROLI
E allora torniamo ai motori. Ben presto, le moto del padre diventano (di nascosto) le moto dei figli Roberto e Guido, che a 10 anni cominciano a farsi le ossa nei campi. A 15 anni l’oggi ministro affronta le prime gare, il campionato Regolarità (oggi Enduro), la corsa epopea Valli Bergamasche inclusa nel campionato europeo: «Alla prima gara andai con lo zaino da caccia di mio papà con una tanica piena di miscela e benzina, 25 litri di una specie di bomba mobile....».
Che fa confessa? Il suo segretario è il ministro ai Trasporti, le fa sequestrare la patente. «Ma erano anni tutti diversi... Pensi che la spedizione con benzina nello zaino, quando avevo 15 anni, ebbe il benestare dei miei genitori. Se oggi mio figlio Giampi, che ha 23 anni, mi confessa una roba del genere, lo mando a stendere...».
La seconda passione
Nel circuito delle moto scopre il Rally, «dopo una notta passata a La Thuile a ghiacciare. Ma era nato un amore». Prima auto, una Simca Rally 2: «Ho corso da quando avevo 19/20 anni fino a 34/35. Per 6 o 7 anni sono stato nell’elenco dei piloti prioritari internazionali. Anche il mondiale... ero forte, ho vinto tante gare anche all’estero, due europei di fila, l’ultimo in Bulgaria».
Ma la barca, ministro? Perché la barca? […] Ma di barca stavamo parlando... «Ammettiamolo pure, quella è una fissa che mi aveva passato Stefano Stefani, l’ex tesoriere e presidente della Lega. Ma quella patente l’ho usata solo una volta, per fare l’esame. E la barca non l’ho mai avuta o più usata».
I nuovi mezzi
roberto calderoli umberto bossi
E il trattore? Il patentino per l’escavatore? Il fatto è che Calderoli qualche anno fa s’incapriccia della Rotonda gentile del Piemonte, nocciola regina. Acquista «un terreno molto interessante» dalle parti di Alessandria e oplà, si trasforma in contadino: «I patentini li ho presi per quello, li uso quasi ogni settimana per il mio lavoro».
E noi che credevamo si occupasse di Autonomia e Lep, livelli essenziali di prestazioni... «E infatti, io speravo avere il tempo di poter fare molto di più nell’azienda agricola. Ringrazio il cielo di avere l’aiuto di mio cognato Paolo Gancia, di mia moglie Gianna e del Giampi, mio figlio. E diciamolo, anche dei miei vicini che hanno riconosciuto all’azienda di aver valorizzato un territorio dimenticato da dio».
matteo salvini roberto calderoli
Ministro, le mancano soltanto i cieli... Ho sentito con queste orecchie Umberto Bossi maledirla per aver preso l’elicottero per andare sul Monviso con tremendissima traversata. «Non mi faccia parlare. Le dico soltanto che in elicottero la prima volta mi ci ha portato Bossi». […]
ROBERTO CALDEROLIROBERTO CALDEROLI giorgia meloni roberto calderoli.