L’AFFARE S’INGROSSA: PER LO “ZEITUNG” I SERVIZI ITALIANI HANNO AIUTATO GLI USA NELLE ATTIVITÀ DI SPIONAGGIO (UNA SEDE NSA A ROMA) - LO “SPIEGEL” LA MERKEL VIENE INTERCETTATA DAL 2002

Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

Barack Obama ha assicurato Angela Merkel che lui «non sapeva delle intercettazioni». Però si sarà fatto un'idea sulle fonti delle informazioni che l'intelligence gli passa ogni mattina. Report precisi e dettagliati sullo stato del mondo, compilati grazie anche all'attività dello «Special Collection Service» (Scs), l'unità speciale composta da uomini della Cia e dell'Nsa.

Erano loro a tenere sotto controllo la cancelliera tedesca e da molto. Il settimanale tedesco Spiegel ha raccontato che l'azione di spionaggio è iniziata nel 2002 ed è proseguita almeno fino all'estate del 2013, alla vigilia della visita del presidente statunitense a Berlino. Tanto è vero che il consigliere per la sicurezza nazionale Susan Rice, in un colloquio con un alto dirigente tedesco, Christoph Heusgen, avrebbe affermato: possiamo escludere lo spionaggio in questa fase e per il futuro, ma non su quanto è avvenuto nel passato.

Come abbiamo raccontato nell'edizione di ieri, l'intelligence americana ha affidato la missione ad un team dello Scs ospitato nell'ambasciata statunitense di Berlino, distante appena 800 metri dalla Cancelleria. Tutto nello standard, in base ad un programma varato da Washington negli anni 70 durante la guerra fredda.

Sempre secondo lo Spiegel , che cita i documenti forniti dalla talpa Edward Snowden, l'unità sarebbe stata presente in 80 Paesi e tra questi 19 quelli europei, Italia compresa. Personale dotato di antenne e «cimici» in grado condurre uno spionaggio ravvicinato, operazioni necessarie per superare eventuali contromisure. Oppure pronti a intercettare le comunicazioni telefoniche utilizzando edifici nelle vicinanze come punto d'appoggio.

A Berlino come a Roma l'Nsa ha schierato nuclei formati da un minimo di due ad un massimo di otto agenti che, però, poteva ricevere rinforzi in occasione di interventi complessi. Infatti, in Germania erano presenti due «centri», uno nella capitale e l'altro a Francoforte, cuore economico del Paese, dipendenti dallo S2C32, lo «European States Branch».

Altre indiscrezioni apparse sulla Süddeutsche Zeitung sostengono che Israele, Svezia e Italia hanno collaborato con gli Stati Uniti, stessa cosa per la Francia in rapporti stretti con i «Five Eyes» (cinque occhi), definizione per indicare Usa, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Canada e Australia. Quello della collaborazione tra servizi è un altro filone della vicenda esplosiva.

A Washington lo sanno bene e nei giorni scorsi hanno avvisato gli alleati sulla prossima uscita di files su questo tema. In particolare sull'azione congiunta svolta dai partner occidentali contro paesi considerati avversari o rivali, come Iran, Siria e Russia. Si aprirà così un nuovo fronte suscettibile di ripercussioni e situazioni non proprio facili. Magari si avrà la conferma che alcuni Paesi europei hanno venduto tecnologia «fallata» o materiale con microspia inclusa a regimi pericolosi.

Le scorrerie degli spioni saranno al centro, tra pochi giorni, dei delicati colloqui a Washington tra americani e tedeschi. Berlino ha ordinato ad una delegazione dei servizi di raggiungere la capitale Usa per affrontare il dossier. Le domande saranno molte e incalzanti, colloqui tra «tecnici» meno inclini alle cortesie. In arrivo anche la commissaria Ue alla Giustizia, Viviane Reding. Le missioni di indagine sulle rive del Potomac si legano a altre iniziative diplomatiche. Il governo tedesco, insieme a quello brasiliano, intende presentare una risoluzione alle Nazioni Unite per tutelare la privacy dei cittadini. Già 21 i paesi pronti a sottoscriverla.

Una richiesta di difesa e un messaggio di protesta è arrivato anche dalle strade di Washington dove ieri si è svolta una manifestazione all'insegna dello slogan «Basta ficcare il naso nelle nostre vite». Circa 5 mila persone hanno sfilato con striscioni e poster in omaggio a Edward Snowden.

Una mobilitazione che ha ottenuto anche l'appoggio di alcune star di Hollywood, dal regista Oliver Stone all'attore John Cusack. A sollecitare un chiarimento su quanto è avvenuto in questi anni è stato anche il New York Times . In un commento ha chiesto alla Casa Bianca di rispondere agli europei raccogliendo le loro preoccupazioni.

E in questo confronto si sono inseriti a sorpresa gli hacker di Anonymous. Con un comunicato hanno annunciato di aver messo fuori uso il sito ufficiale della Nsa. Dall'agenzia di spionaggio hanno invece affermato che si sarebbe trattato di un «problema tecnico». Per il portavoce non sono state trovate tracce di alcuna «incursione».

 

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