renzi bersani

IL PIANO GENIALE DI BERSANI: SUICIDARE LA SINISTRA PUR DI FAR PERDERE RENZI - LA SUA SETE DI VENDETTA PORTA L’EX SEGRETARIO PD VERSO IL SECONDO HARAKIRI IN 5 ANNI: L’IPOTESI DI ALLEANZA TRA LUI E I 5 STELLE SERVE SOLO A CONDIZIONARE L’ESITO DEL CONGRESSO DI UN PARTITO NEL QUALE ASPETTA DI TORNARE APPENA CAMBIERÀ LA LEADERSHIP. CAPITO, ORA, PERCHÉ GRILLO VINCERÀ LE ELEZIONI?

Francesco Cancellato per www.linkiesta.it

RENZI BERSANIRENZI BERSANI

 

Fino a ieri era solo una congettura, oggi è una strategia. Parole e musica di Pierluigi Bersani, raccolte da Francesco Verderami sul Corriere della Sera. In quattro punti. Uno, bisogna sperare che i Cinque Stelle non si indeboliscano alle prossime elezioni, perché «altrimenti arriverebbe una robaccia di destra». Due, i Cinque Stelle «sono il partito di centro dei tempi moderni, i moderati incazzati». Tre, se i Cinque Stelle fossero maggioranza relativa in Parlamento lui ci starebbe ancora per ricercare un accordo programmatico di governo. Quattro, al contrario, mai appoggerebbe «un rassemblement dei responsabili contro i populisti».

 

http://www.corriere.it/politica/17_marzo_22/bersani-cinque-stelle-8499dbd2-0e78-11e7-bc58-c287e833415a.shtml

 

Tutto legittimo, sia chiaro. Ed è pure piuttosto fisiologico che qualcuno cominci a saltare sul carro del presunto vincitore, man mano che la vittoria si avvicina e il distacco aumenta. Bersani non è nemmeno il primo, del resto, visto che Michele Emiliano l’ha anticipato di qualche settimana. Quel che perplime è la superficialità dell’analisi di un politico navigato come Bersani, incapace anche solo di rendersi conto che la sua sete di vendetta nei confronti di Matteo Renzi lo sta portando dritto in bocca al secondo suicidio politico nel giro di cinque anni.

RENZI BERSANIRENZI BERSANI

 

 

Dall’inizio. No, il Movimento Cinque Stelle non è di centro. È interclassista, certo. Trasversale, pure. Ma di moderato non ha proprio nulla. È un Movimento che ha proposte legittime, ma estreme, come il referendum per l’uscita dall’Euro o il reddito di cittadinanza o la non obbligatorietà dei vaccini, o i respingimenti dei clandestini in arrivo dal mare di Sicilia.

 

Non solo: nelle poche proposte programmatiche che abbiamo avuto il piacere di leggere, si scorge in Grillo un autoritarismo rivoluzionario, soprattutto nell’imposizione, attraverso tasse e punizioni, di nuovi stili di vita e di consumo. Peraltro, sarebbe interessante capire come un politico di cui si ricordano sopratutto le liberalizzazioni possa trovarsi a suo agio a sostenere un Movimento che - dai taxi agli ambulanti - si è sempre schierato dalla parte degli interessi corporativi. Misteri della strategia politica.

 

bersani epifani dalemabersani epifani dalema

Non solo: che il Movimento Cinque Stelle sia argine per l’arrivo di «robaccia di destra» è piuttosto opinabile. Primo, perché in Italia abbiamo già una destra nazionalista e identitaria - Lega e Fratelli d’Italia - che vale circa il 20%, solo cinque o sei punti in meno di Marine Le Pen, che cresce assieme al Movimento Cinque Stelle.

 

RENZI E BERSANIRENZI E BERSANI

Secondo, perché i punti di contatto tra Grillo e quella destra, soprattutto in ambito internazionale, non sono pochi. Giova ricordare a Bersani, se lo fosse dimenticato, che i Cinque Stelle, a Bruxelles, sono alleati con l’Ukip di Farage. O che Grillo stesso ha definito Donald Trump «un moderato», plaudendo alle sue politiche economiche protezioniste. O che i retroscena politici siano già pieni di congetture sull’alleanza populista tra Lega e Cinque Stelle all'indomani del voto del 2018. Domanda innocente, caro Bersani: esattamente, cosa intende per robaccia di destra?

 

 

Peraltro, peccato che Di Maio, a stretto giro e sempre dalle pagine del Corriere, abbia respinto sdegnosamente al mittente la proposta. Semmai, ha detto, una volta arrivati al Governo, saranno le altre forze politiche a non potersi sottrarre dal «votare alcuni punti come l’abolizione di Equitalia (già abolita da Renzi, ndr) e dell’Irap o il reddito di cittadinanza». Non esattamente le parole di uno propenso a dialogare alla pari.

 

bersani grillo by chamuyo bersani grillo by chamuyo

Del resto, di pari non c'è proprio nulla: nel 2013, i Cinque Stelle e il Pd di Bersani avevano entrambi il 25%. Oggi i Cinque Stelle hanno il 33% dei consensi, Mpd, ad andare bene, il 3%. E se nella nuova legge elettorale fosse inserita una soglia di sbarramento attorno a quella percentuale, dopo l'intemerata cripto-grillina di Bersani, rischierebbero di regalare loro buona parte del poco consenso che ha e di non entrare in Parlamento. Chapeau.

 

Bersani 'convoca' il M5SBersani 'convoca' il M5S

Alla fine, siccome tutto ha una logica, il punto è semplicemente tattico: far capire di essere disposto a tutto - anche a omeopatizzare la sinistra dentro il Movimento Cinque Stelle - pur di non allearsi a un Pd guidato da Matteo Renzi. Sperando, in questo modo, di condizionare l’esito del congresso di un partito da cui se n’è andato sbattendo la porta e nel quale tornerebbe di corsa se cambiasse la leadership. Capito, adesso, perché Grillo vincerà le elezioni?

 

 

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…