UN PAESE DI EXPOLLI - PISAPIA AI CANTIERI EXPO UFFICIALIZZA LA SOLITA FIGURACCIA DELL’ITALIA: “FORSE NON TUTTO SARÀ FINITO PER L’INAUGURAZIONE” - MANCANO 24 GIORNI ALL’INAUGURAZIONE E I LAVORI ARRANCANO
Fabio Poletti per “la Stampa”
A questo punto rimane solo da essere ottimisti e incrociare le dita. Mancano 24 giorni all’inaugurazione di Expo 2015 e i lavori non sono ancora conclusi. Però il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che ieri ha visitato il cantiere dove si lavora pure nel giorno di Pasquetta, giura che si sta facendo di tutto: «Forse non tutto sarà finito per l’inaugurazione ma si potrà comunque vedere il bello di Expo». Giuseppe Sala, il commissario unico che ha accompagnato il sindaco nel tour del cantiere che non dorme mai, assicura che si farà bene e quasi tutto: «Alcuni progetti sono stati semplificati per fare in tempo, ma senza snaturare il progetto».
I tornelli di ingresso sono quasi finiti. Mancano gli archetti agli accessi pedonali. Piante ed alberi sono quasi tutte a posto. Poi inizierà l’asfaltatura dell’intero sito grande come 170 campi da calcio. Quello che sarà finito o meno lo si capirà solo il primo maggio. Matteo Renzi in un’intervista ha detto che la riuscita di Expo «sarà un miracolo», se si considera ciò che ha trovato quando è arrivato al governo.
Frase che non sembra essere piaciuta molto da queste parti. Giuseppe Sala più che alla divina provvidenza crede all’efficienza milanese: «Lascerei perdere i miracoli, ritengo un atto di devozione quello che stanno facendo gli operai». Giuliano Pisapia se la prende con i suoi predecessori: «Siamo partiti con tre anni di ritardo non per colpa di questa amministrazione. La mia amministrazione con le altre istituzioni sta facendo un miracolo».
MATTEO RENZI A MILANO PER L EXPO FOTO LAPRESSE
Per il redde rationem c’è tempo. Si sa già che Palazzo Italia e il Cardo Sud dove sorgeranno i siti di Confindustria, Coldiretti e Regioni sono quelli più in affanno. Il sindaco fa l’ottimista: «C’è la volontà di arrivare in tempo». Il commissario di Expo dice che si stanno bruciando i tempi: «C’è un buon recupero».
Alcuni Paesi come Oman, Qatar, Svizzera, Germania e Giappone hanno già finito. Nella zona italiana sono in ritardo i lavori e in accelerazione i costi. Passati da 63 a 92 milioni di euro e si spera che l’Avvocatura dello Stato e l’organismo Anticorruzione approvino le spese aggiuntive prima dell’inizio di Expo.