renzi pisapia

ALLEANZA A PERDERE - PISAPIA E I SUOI PEONES IMPLORANO SEGGI SICURI AL PD (ALMENO UNA VENTINA) SENZA ESSERE NEANCHE “VISTI” DAI SONDAGGI - E POI HANNO POSTO IL VETO SULL’ACCORDO CON ALFANO, CHIEDONO UN “GARANTE” DELLA COALIZIONE E PRETENDONO IUS SOLI, ABOLIZIONE DEI TICKET E MODIFICHE AL JOBS ACT

Laura Cesaretti per il Giornale

 

RENZI PISAPIA

Alla vigilia di una Leopolda pre-elettorale, senza moltitudini di vip (sarà assente anche il premier Gentiloni, in Africa per un viaggio fissato prima dell' appuntamento fiorentino), Matteo Renzi continua a mostrare la propria impazienza per il tormentone alleanze.

 

«Noi facciamo di tutto» per ricucire il centrosinistra, dice duettando con il suo avversario interno Gianni Cuperlo, di cui ieri ha presentato il libro, ma «sono convinto che sia un errore tenere da mesi la discussione pubblica bloccata su questo e non sulle cose concrete. Non può essere questa l'unica cosa di cui ci occupiamo». Sui risultati delle future elezioni si mostra ottimista, nonostante i sondaggi: «Mi aspetto un risultato superiore al 30%», assicura.

PISAPIA TABACCI

 

Sul fronte delle alleanze, chiuso l'inutile balletto con gli scissionisti di Mdp, ora si tratta con Campo progressista (alias Pisapia) e i radicali di Emma Bonino, che ieri ha lanciato la lista «Più Europa». Entrambe le entità sono interessate all'apparentamento, ma la trattativa è irta di spine. Ieri l'instancabile mediatore del Pd Piero Fassino ha incontrato i messi di Giuliano Pisapia. Una delegazione strampalata: ne facevano parte l'immarcescibile Bruno Tabacci, ex Dc; l'ex Sel Ciccio Ferrara e Luigi Manconi.

 

luigi manconi

Il quale, per chi non lo sapesse, è senatore del Pd, ma era dall'altra parte del tavolo in quanto amico e consigliere politico di Pisapia, tanto per dare un tocco di comicità al meeting. All'uscita, i tre caballeros pisapiani hanno posto molte condizioni, dall'alto delle loro insondabili percentuali elettorali (insondabili perché i sondaggisti non riescono a «vederli»): abolizione dei ticket sanitari, approvazione dello ius soli, modifiche al Jobs Act. Si sono lamentati assai dello scarso entusiasmo mostrato da Matteo Renzi per la coalizione con loro.

 

In compenso, hanno rimesso nel cassetto gli ultimatum che avevano posto: no ad alleanze anche con i centristi di Alfano («Ma sono veti inaccettabili, ogni partito decide autonomamente chi candidare», dicono al Nazareno), richiesta di un «garante» della coalizione che il ministro Delrio ha già dichiarato inaccettabile perché avrebbe il sapore di un «commissariamento» di Renzi.

ALFANO RENZI

 

Il vero nodo su cui la trattativa è rimasta in sospeso sono però le candidature: consapevoli che la soglia del 3% è difficilmente alla loro portata, gli uomini di Pisapia vogliono un pacchetto di seggi «sicuri» nelle liste del Pd. C'è chi spiega che ne abbiano chiesti addirittura una ventina (quelli necessari a fare un gruppo parlamentare autonomo). Una condizione difficile da accogliere per il Pd, che prevede di prendere molti meno parlamentari della volta scorsa, quando grazie al premio del Porcellum con il 25% si ritrovò quasi 300 deputati. Stavolta il piatto piangerà, e nessuno vuol togliersi il pane di bocca per nutrire Tabacci e compagni.

 

DELRIO

I radicali mettono meno pretese sul tavolo: come spiega Emma Bonino, vogliono fare una loro lista autonoma con le parole d'ordine del federalismo europeo e considerano quella con il Pd non un'alleanza ma un semplice «apparentamento»: ognuno con le sue posizioni. Se mai, chiedono a Pd e governo di rendere più agevole la raccolta delle 50mila firme necessarie a presentare una nuova lista. Mentre il Pd guarda con una certa preoccupazione al fronte centrista, le cui divisioni interne stanno rendendo assai complicata la costruzione di una lista alleata.

emma bonino

 

Oggi a Firenze si apre l'ottava edizione della Leopolda, alla quale non prenderà parte il premier Paolo Gentiloni, impegnato in Africa per una missione fissata in precedenza. In serata, a Otto e mezzo in onda su La7, Renzi la presenta così: «Negli anni di governo venivano in tanti per farsi vedere. Stavolta verranno per farsi ascoltare, per fare delle proposte. Una esperienza di politica aperta. Ci saranno tanti ragazzi, tanti millennials».

Ultimi Dagoreport

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...