LA SIAE IN UNA STANZA - GINO PAOLI E I SUOI 4 AMICI CHE NON VOGLIONO CAMBIARE NIENTE

Federico Pontiggia

Il cantautore Gino Paoli presiederà la Società Italiana Autori e Editori. Su proposta del presidente Mario Monti, il Consiglio dei ministri ha avviato la procedura "per la nomina a presidente della SIAE del Maestro Gino Paoli, designato dall'Assemblea della Società".

È la diretta conseguenza della prima riunione il 18 marzo del Consiglio di Sorveglianza, composto da 34 membri (17 per gli autori e 17 per gli editori), in cui il Maestro Franco Micalizzi era stato nominato presidente, vice Paolo Franchini: il Consiglio stesso aveva nominato i componenti del Consiglio di Gestione, ovvero Gino Paoli, designato presidente, Federico Monti Arduini e Biagio Proietti per la minoranza, Domenico Luca Scordino e Filippo Sugar. Ma era stata una decisione tormentata e non priva di polemiche.

Le associazioni dei piccoli e indipendenti Acep, Arci e Audiocoop avevano fatto ricorso contro il nuovo statuto della Società, redatto sotto la gestione del commissario straordinario Gian Luigi Rondi e approvato a novembre 2012 dal governo: nocciolo del problema, un sistema di votazione dei vertici della SIAE basato sul censo, ovvero un voto a testa per i 100 mila associati più un voto per ogni euro incassato dal monte dei diritti d'autore distribuiti ogni anno (circa 400 milioni di euro).

Il meccanismo tiene insieme "un euro-un voto" e "una testa-un voto", vale a dire 400 milioni contro 100 mila: leggermente sbilanciato? Non solo, finisce per certificare e quindi depositare nell'urna la spaccatura tra i big, ovvero multinazionali e super-cantautori italiani, e i piccoli autori ed editori musicali: tra i primi, Gino Paoli, appunto, che con Mogol, Micalizzi, Tony Renis e la Federazione degli Autori ha appoggiato lo statuto. Acep, Arci e Audiocoop lamentavano il drastico passaggio dalla democrazia alla plutocrazia della SIAE, accusando Rondi di ossequio ai dettami delle corporation musicali, i giganti Warner, Universal, Sony e la nostrana Sugar, che si spartiscono annualmente una torta di circa 140 milioni.

Ma a fine febbraio il Tar del Lazio ha respinto l'istanza cautelare di queste associazioni, che avevano chiesto la sospensione delle elezioni del Consiglio di sorveglianza: in breve, un - almeno temporaneo - lasciapassare al "voto pesante", accogliendo la difesa della SIAE, secondo cui cancellare l'election day avrebbe comportato una perdita di un milione di euro. Dunque, il 1° marzo si è votato a Roma e in forma palese - altre due decisioni polemizzate - per il Consiglio di Sorveglianza, che rimarrà in carica per quattro anni.

Ora il compito che attende Paoli è, dovrebbe essere quello del pacificatore, ma ce la farà partendo da una posizione così esplicitamente schierata? Oltre a penalizzare i giovani e misconosciuti autori, il nuovo statuto non certifica forse la perfetta equivalenza tra soldi e cultura? E c'è di più: a votare quanti sono stati? Meno dell'1% degli aventi diritto, e lo spettro dell'oligarchia si fa più sensibile.

Dissiparlo, ed è dura, toccherà al Maestro di scuola genovese, nell'Olimpo della nostra musica con classici quali Il cielo in una stanza, La gatta, Senza fine, Sapore di sale, Una lunga storia d'amore e Quattro amici. Ad hoc tornerebbero utili a Paoli le parole che ha recentemente rivolto a Grillo a Un giorno da pecora: "Beppe è un mio amico, lui dice sempre delle cose molto giuste, quello che gli rimprovero è di essere così sicuro di essere il depositario della verità. E con le persone che sono depositarie della verità io non riesco a parlare".

Speriamo che da neo-presidente della SIAE la verità non pensi di averla in tasca lui, e gli altri Paperoni del diritto d'autore. Non esiste, forse, anche il dovere d'autore?

 

GINO PAOLIGino Paoli e Ornella Vanoni SIAESEDE SIAEMOGOL pip00 tony renis

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