conte di maio fioramonti

SCISSIONI E ROTTURE DI COJONI - A PREOCCUPARE DAVVERO DI MAIO NON È LA SCISSIONE SCIAMANNATA DI PARAGONE MA QUELLA DI FIORAMONTI CON IL SUO GRUPPO “ECO” - DA SINISTRA, POSSONO FARE MOLTO MALE AL GOVERNO CONTE, CHE HA SOLO 4 VOTI DI MAGGIORANZA IN SENATO: L’APPOGGIO SARÀ “TEMATICO”. SI TRATTEREBBE DI UNA NUOVA COMPONENTE DELLA MAGGIORANZA CHE LA FAREBBE BALLARE NON POCO…

Mario Ajello per “il Messaggero”

 

luigi di maio lorenzo fioramonti

Una scissione? Macché due! La prima, in quel che resta del mondo grillino che esplode tra rancori, espulsioni e fughe, la chiamano «la scissione dei matti»: con il redivivo Dibba conducator da fuori e Paragone e la Lezzi bomber nel Senato a corto di numeri per la maggioranza. La seconda, quella di Fioramonti con un grappolo di «bravi parlamentari», viene chiamata invece la «scissione dei seri». Che poi siano tanto seri, cioè preparati e dotti, anche se alcuni provengono dalla commissione Cultura, i compagni di cordata sinistresi e ecologisti dell'ex ministro, si vedrà.

di maio e paragone

 

La scissione 1, anche se Paragone dice di voler restare dov'è da espulso che non intende andarsene, potrà avere un impatto molto forte sui territori in quel mondo grillino delusissimo dal movimento e che sogna un ritorno identitario alla radici, il recupero del radicalismo anti-sistema e cose così, tutte contro il Pd e l'alleanza rosso-gialla.

 

barbara lezzi

Ma anche a livello parlamentare il trio Paragone-Lezzi-Dibba (anche se il primo e l'ultimo non hanno un vero seguito) può provocare sfracelli perché, così temono ai vertici M5S, può diventare il carro su cui salgono malpancisti di ogni tipo: quelli che non vogliono pagare più i soldi a Casaleggio (Mario Giarrusso al Senato è uno dei capofila della grande rivolta anche contro Casaleggio); quelli che si aggrappano a tutto pur di liquidare il capo politico; quelli che «ci siamo ridotti a scendiletto di Zingaretti e di Franceschini»; quelli che Di Maio definisce così: «Prima vengono da me a chiedermi una carica e poi quando non la ottengono decidono di andarsene»; quelli che non sanno dove andare. E qualcuno di loro (dopo Urraro, Grassi e Lucidi) potrebbe finire nella Lega. A cominciare dal senatore Di Marzio, un notabile sudista da uninominale, stile Rotary e per niente grillesco.

luigi di maio lorenzo fioramonti 1

 

E se il radicalismo alla Dibba torna ad essere un'ancora di salvezza («Dobbiamo morire? Ma allora moriamo combattendo per i nostri Ideali!», è il mantra del revival degli ortodossi), ci sono le fughe spicciole. Alcune di peso. Potrebbero andare via a giorni due figure di vertice: una in Italia e una in Europa. Quest'ultimo c'è chi immagina potrebbe trattarsi - ma sarebbe sensazionale - di Fabio Massimo Castaldo che ha espresso «perplessità» sull'espulsione di Paragone. Ed è un pezzo grosso, vice-presidente del Parlamento Europeo, che ha espresso «perplessità» sulla cacciata di Paragone e parla spesso di «errori» del movimento.

 

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

Di Maio fa il duro: «Chi non rema nella direzione comune non verrà trattenuto solo per convenienza numerica». Di Maio c'è restato malissimo per quello che i suoi chiamano «il tradimento del Dibba». Che ha scelto Paragone contro Di Maio. In realtà la freddezza tra i due dura ormai da tempo. Quanto alla «convenienza numerica» è tema molto delicato, considerando che al Senato ci sono solo 4 voti in più di maggioranza. Infatti Di Maio il capo politico chiede e s'informa continuamente su quanta consistenza abbia non tanto la «secessione dei matti» quanto la «secessione dei seri».

 

MARIO MICHELE GIARRUSSO

Ossia il gruppo di Fioramonti, quelli che già hanno trovato il loro nome: Eco. E da sinistra, possono fare molto male al governo Conte, forte ossia debole di soli 4 voti di maggioranza in Senato, perché il loro appoggio sarà «tematico»: votare ciò che piace, contrastare - esempio: se non dovesse esserci la revoca a Autostrade - ciò che non piace. Si tratterebbe di una nuova componente della maggioranza che la farebbe ballare non poco.

 

FUOCO EX AMICO

La vera preoccupazione di Di Maio riguarda così i dieci, o quindici ma anche di più possibili aderenti ad Eco. La base di partenza c'è, innesti potrebbero arrivare dai grillini cacciati come Cecconi, e i personaggi di cui si parla per l'armata Fioramonti in certi casi sono stimati dai vertici M5S e questo aggrava la paura e l'arrabbiatura. Gente come Max Del Toma, come Rachele Silvestri, e alteri della commissione Cultura, quella con cui Fioramonti in questi anni ha avuto più consuetudine: Flora Frate e Nicola Acunzo.

 

conte di maio

E ancora: Felice Mariani, Andrea Vallascas, Mara Lapia, Roberto Rossini. A questi e ad altri si possono aggiungere gli eletti negli uninominali, come Gianluca Rospi e Nunzio Angiola. E insomma, Paragone o non Paragone, dicono ai vertici M5S: «Non sappiamo più dove girarci». Il fuoco è da tutte le parti.

Ultimi Dagoreport

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO