PRESCRITTO O PROSCRITTO, QUE VIVA EL BANANA! - L’ELEFANTINO FERRARA CELEBRA L’INVINCIBILE POMPETTA DE-MILLSIZZATO: “CAVARSELA VUOL DIRE ESSERE FURBI, RICCHI, SFRONTATI E PRESUNTI COLPEVOLI. E VINCERE I PROCESSI, IN UN MODO O NELL’ALTRO. QUELLI CHE LO HANNO SFIDATO IN POLITICA STANNO PEGGIO DI LUI, E QUELLI CHE SI SONO ACCANITI SUI SUOI BENI PER DISTRUGGERLO SI RITROVANO CON LE PIVE NEL SACCO, TRISTI, AFFLITTI, INCAPACI DI COMMENTARE LA LORO SCONFITTA”...
Giuliano Ferrara per "il Foglio"
Bisogna fare qualche allegra glossa al giubilo con cui noi berluscones, sordidi manutengoli di un gangster tirannico, abbiamo appreso che il Cav. se l'è cavata nel grottesco processo per una presunta dazione corruttiva al suo avvocato, Mr David Mills. Il pm di Milano, diciamo quello più sfortunato e sotto le cui attenzioni può succedere di essere più sfortunati di lui, non è riuscito a dimostrare in tempo giudiziario acconcio quel che voleva dimostrare.
Ha perso il processo, e non è la prima volta che a Milano perdono lunghi, tortuosi e sinistri processi contro l'uomo politico e l'imprenditore che fu fatale alla patria negli ultimi vent'anni. Quando poi si dimostrerà che Papi non era un corruttore di minorenni né un concussore di vicequestori, al massimo un matto godereccio e un seduttore con estro libertino, il cerchio sarà definitivamente quadrato. E la quadratura è che Berlusconi ha buoni avvocati, una resistenza bestiale e cattivi persecutori in giudizio. Ammetterete che sono soddisfazioni.
Nel nuovo clima determinato dal suo tutto sommato onorevole e furbo ritiro in panchina, tanti anni dopo la famosa discesa in campo che gli procurò parecchie grane, massime quelle giudiziarie, l'eco dei processi che si consumano ai suoi danni ha qualcosa di spettrale e insieme di ridicolo.
Berlusconi aveva beni al sole, come mi disse Craxi poco prima di partire per il suo esilio o latitanza, lo colpiranno duramente. Invece ha vinto tre volte le elezioni, se ne è andato da capo della maggioranza con una riverenza da prima ballerina, ha seguito e sta seguendo l'evoluzione dell'emergenza nazionale, affidata al Collegio di facoltà della Bocconi e alle banche, con senso di responsabilità encomiabile e perfino eccessivo, come tutto è eccessivo in lui.
Quelli che lo hanno sfidato in politica stanno peggio di lui, e quelli che si sono accaniti sui suoi beni al sole per distruggerlo in quanto Arcinemico, quelli che hanno cercato di penetrare con arnesi di scasso anti-giuridici in quella zona grigia semilegale che è la pasta di cui sono fatte le relazioni economiche e commerciali in questo paese da che mondo è mondo, quelli che non hanno mai alzato un dito contro veri potenti in occasioni di vera giustizia, si ritrovano con le pive nel sacco, tristi, afflitti, incapaci di commentare la loro sconfitta.
I republicones e affini avranno detto in coro che ingiustizia è fatta, che la legge non è uguale per tutti, immagino (infatti scrivo di sabato per il giornale del lunedì, noi berluscones siamo poverelli, non possiamo permetterci di stampare con il sovrapprezzo della domenica). Bè, uguale per tutti proprio no.
Provate a corrompere un vigile, e vediamo se un tribunale avrà il coraggio di dire che la corruzione decorre da quando il vigile fellone ha cominciato a spendere i soldini, e non da quando li ha presi, e che dunque i tempi della prescrizione del reato vanno allungati di un paio d'anni.
Prova a dare una festa con tante belle ragazze in casa tua, e a cercare di dare una mano a una di loro incappata in un guaio in Questura, e vediamo se ti intercettano, ti spiano, ti pedinano, ti coprono di obbrobrio per prostituzione minorile e concussione, a parte le molte diagnosi psichiatriche per sex addiction, neanche fossi un DSK. Vediamo se ti accusano di ricattare, poi no, di essere ricattato, o viceversa, a seconda del foro legale di circostanza.
Vediamo se i giornali e le tv ti fanno a fette, si buttano come orchi su un tuo divorzio tempestoso. Provati a fare politica con successo di popolo, e vediamo se anche a te capiterà di essere messo sotto, magari obliquamente, per strage e per mafia e per chissà che cos'altro.
Con Berlusconi, via, la giustizia è stata più uguale che con gli altri. E' stata politica, ideologica, una campagna culturale di piombo all'insegna del più falso e maligno dei moralismi, nutrita di belle parole e di interessi non sempre dichiarabili, e comunque mai dichiarati da alcuno dei gentiluomini coinvolti nella caccia all'uomo.
Diranno che non si può festeggiare una prescrizione di reato. Come per Andreotti e la mafia. I reati prescritti ovviamente non esistono dal punto di vista di uno stato di diritto che non ammette colpe non dimostrate entro i termini di legge, non possono vivere in motivazioni che non portano da nessuna parte e al massimo salvano la faccia pubblica di qualche pubblico ministero. Ma non fa niente.
Chi è prescritto è proscritto, secondo una certa logica d'assalto. Invece i proscioglimenti tecnici sono una bella cosa, dimostrano che nonostante tutto c'è all'occasione un giudice che dubita della propria onnipotenza, che certe forzature non possono travalicare il senso del limite legato a un giusto processo.
Quanto alla politica, la sentenza Mills riscatta un'Italia magari irriverente, magari non impeccabile, ma meno cinica di quella che la avversa digrignando i dentini e considerandosi infallibilmente onesta, un'Italia che mette sulla bilancia un po' di presunta colpevolezza e un discreto bisogno di libertà, un sorriso benevolo che ha scopi personali e politici e una verità che si pretende togata mentre veste la divisa di un odio politico e culturale evidentissimo, e sceglie per quello che considera il meglio.
Cavarsela vuol dire tante cose. Vuol dire essere furbi, ricchi, sfrontati e presunti colpevoli (e Berlusconi è un presunto colpevole fatto e finito, qualunque cosa faccia) e vincere i processi in un modo o nell'altro. Cavarsela vuol dire anche evitare una trappola, far fessi i lupi travestiti da sacerdoti della giustizia che ti vogliono addentare, vuol dire difendersi nella boscaglia delle faziosità e dei pregiudizi. Cavarsela, come nelle novelle del Boccaccio e nel romanzo di Cervantes, vuol dire mettere l'ironia, il chiasso del carattere, una sottile forma di saggia follia, al posto della cupa malinconia di un regime istituzionale vizioso, ma senza scampo.
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