C’È QUALCOSA DA TEMER - IL PRESIDENTE DEL BRASILE, MICHEL TEMER, E LA SUA GNOCCHISSIMA MOGLIE MARCELA, SCAPPANO DAL PALAZZO PRESIDENZIALE E SI SISTEMANO ALTROVE: “C’È UN' ENERGIA STRANA LÌ. FIN DALLA PRIMA NOTTE NON SIAMO RIUSCITI A DORMIRE” - LA FIRST LADY HA ANCHE CHIAMATO UN PRETE PER SCACCIARE LE “PRESENZE MALIGNE”
Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
Il potere logora, soprattutto chi è costretto a vivere in un palazzo popolato di incubi e fantasmi. Chissà se a tormentare le notti di Michel Temer, canuto presidente del Brasile, e della sua giovane sposa Marcela è stata l'ombra vendicativa di Dilma Rousseff, inferocita dal tradimento del vice che l' ha estromessa, oppure se sono stati i sensi di colpa. La risposta resta un mistero, insondabile ai più.
Ai primi di marzo, Temer e signora hanno fatto le valigie in fretta e furia e hanno abbandonato Palácio da Alvorada, residenza ufficiale sul lago Paranoá, a Brasilia. «Ha un sacco di camere, circa otto, tutte molto grandi. Ho sentito subito che c'era qualcosa di strano - assicura il capo di Stato in un' intervista al settimanale Veja -. Fin dalla prima notte non sono riuscito a chiudere occhio. L'energia non era buona. Marcela avvertiva lo stesso. Piaceva solo a Michelzinho (il figlio di 7 anni, ndr ) che correva da una parte all' altra. Abbiamo pensato: "Ci sarà un fantasma?"».
L'ex miss Marcela, rivela O Globo, avrebbe anche chiamato un prete per scacciare le presenze maligne dal palazzo di Oscar Niemeyer, l'architetto visionario che «firmò» la nuova capitale, nel centro geografico del Paese. Inaugurata il 21 aprile 1960, Brasilia era stata ideata a tavolino dall' allora presidente Juscelino Kubitschek per spostare il potere da Rio de Janeiro alle regioni spopolate dell' interno e gettare così un ponte verso l' Amazzonia.
L'Unesco l'ha promossa Patrimonio storico e culturale dell' umanità - unica città fra quelle costruite nel XX secolo - ma la «cidade ideal», con enormi viali ed edifici futuristici, non è mai entrata nel cuore dei brasiliani (e dei suoi abitanti, quasi tutti politici). Ora si scopre che è pure abitata dai fantasmi.
Il soprannaturale ha avuto la meglio e i Temer sono tornati a Palácio Jaburu, la residenza del vicepresidente dove Michel ha vissuto a lungo quand' era braccio destro di Rousseff. Il suo staff è intanto corso ai ripari, temendo un' ondata d' ilarità sui social. Il presidente cacciato dagli spettri? Macché, «Temer non si adatta a case di grandi proporzioni», ma continuerà ad usare l'Alvorada per gli eventi diplomatici.
Michel Temer stringe la mano all ambasciatore Kyriakos Amiridis
Oltre che a Michelzinho, il «Palazzo dei fantasmi» piaceva molto a Rousseff. L'ex presidente si convinse a lasciare la residenza soltanto a settembre, dopo il voto del Senato che rese definitiva la sua destituzione per impeachment. «Mi spiace non aver capito prima che il mio vice era golpista e cospiratore», disse la Dilma tradita.
Chissà se ha pure invocato le oscure forze ultraterrene.
Temer in effetti lotta con un indice di impopolarità record e l'accusa di aver usurpato un ruolo per cui non è mai stato eletto. «Preferisco essere impopolare che populista» replica lui in un' intervista a The Economist, in cui promette di «riconsegnare» un Paese «di nuovo in pista». Se deciderà di sottoporsi al verdetto degli elettori, ritroverà due ossi duri: l'ex presidente Lula da Silva, ancora in vetta nei sondaggi, e la sua «pupilla» Dilma che sabato scorso ha dato il via dalla Svizzera alla campagna per le presidenziali del 2018: «Io non sarò candidata, ma mi batterò affinché Lula possa vincere», ha detto al Forum sui diritti umani a Ginevra.
Da qui a un anno molte cose possono succedere. La crisi dilania ancora il Brasile su cui si allunga l' ombra di un nuovo, enorme scandalo: il caso Odebrecht. È stato il dipartimento della Giustizia Usa, in dicembre, a scoperchiare il vaso di Pandora della società edile brasiliana che negli ultimi vent'anni avrebbe unto a suon di mazzette i funzionari di ben dodici Paesi, dall' Angola all' Argentina. Marcelo Odebrecht, erede dell' impero, ha confermato di aver donato 150 milioni di reais (45 milioni di euro) alla coppia Dilma-Temer per la campagna elettorale 2014. Allora erano alleati, di ferro e bustarelle a detta del superpentito.
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