1- LE PRIMARIE SI VINCONO NELLE REGIONI ROSSE, DOVE SI SCONTRANO BERSANIANI E RENZIANI 2- ED È SUBITO FRANA INARRESTABILE PRO MATTEO: SINDACI, ESPONENTI DELLE COOP, BATTITORI LIBERI, IN TANTI BUSSANO DAL ROTTAMATORE CONTRO LA SPOCCHIA DEL “PARTITO” 3- ROBERTO REGGI, DIESSINO EX SINDACO DELLA CITTÀ DI CULATELLO ORA CAPO CAMPAGNA DI RENZACCIO SPARA A ZERO: “SCHEDATURE ALLE PRIMARIE? COME NEI PAESI COMUNISTI… SEGRETARI EMILIANI RIUNITI PER SOSTENERE BERSANI? ROBA ALLA CEAUSESCU” 4- “SACRILEGIO” ALLA FESTA DEL PD DI REGGIO EMILIA: UTILIZZATI I SIMBOLI DEL PALIO DI SIENA

1 - EX COMUNISTI ORTODOSSI, ESPONENTI DELLE COOP E BATTITORI LIBERI: LA FRANA PRO RENZI NELLE REGIONI ROSSE CONTRO LA SPOCCHIA DEL "PARTITO"...
Jacopo Iacoboni per "La Stampa"

A forza di irridere Renzi gli stanno facendo una grandissima campagna elettorale. Da manuale l'endorsement rovesciato di D'Alema: «Renzi? Non pare adatto a governare». Reazione sotterranea: allora lo voto. La mancanza di rispetto con la quale viene investito sta producendo una buona quantità di convertiti a Renzi; gente che magari non lo avrebbe mai votato perché non è così attratta dalle sue idee, ma ora ci sta pensando.

Prendete un nome del miglior Pd, Cristiana Alicata, romana, una che nelle assemblee si è sempre alzata a dire quello che pensava senza mai farsi intimidire da nessuno ma senza neanche cedere alla retorica della rottamazione. Ecco, twitta «voterei Renzi solo per la spocchia di Scalfari che dice che è un ragazzino e non può rappresentarci in Europa. Siete stati bravi voi». E in pochissimi minuti in cin quanta la sostengono. Lo stesso concetto della milanese Teresa Cardona.

Vero: il 90 per cento dell'apparato sta con Bersani e, come dice Matteo Richetti, numero due di Renzi, il sindaco di Firenze pesca di più tra la base e le élite, e di meno appunto nella burocrazia interna. Ma a parte che potrebbe non essere un male, non è del tutto così. Stanno accadendo piccoli movimenti da cogliere.

Non si tratta di deputati (solo Vassallo, Sarubbi e Adinolfi hanno detto apertamente che voteranno Renzi, anche se molti dell'area veltroniana sono tentati), ma di una sensazione alimentata da alcuni indizi sintomatici. A Reggio Graziano Delrio ha scritto quasi un manifesto del dissenso, «se l'Inghilterra ha fatto a meno di Blair e la Germania di Kohl, forse l'Italia potrebbe fare a meno di D'Alema, no?».

Ma prendete per esempio Imola, un vecchio feudo dalemiano. Nella città dove vive Renato Zangheri, un mito della sinistra comunista, c'è un ex sin daco e ex deputato - Raffaello De Brasi - che ha fatto tutto il cursus honorum nel Partito e non è certo vicino a Renzi anagraficamente (ha 62 anni). Bene: ha detto che lo voterà. Lo stesso accade nelle coop, e dalle coop di Imola veniva Mirco Cantelli, poi passato a Firenze con Renzi.

Di storie così ce ne sono a mucchi, basta captarle. Il sindaco di Scandicci, Simone Gheri, era un ex diessino superfedelissino, come quello di Vinci, Dario Parrini, o di Figline Valdarno, Riccardo Nocentini. Idem accade in Umbria, col presidente della provincia di Perugia Vinicio Guasticchi, o il sindaco di Umbertide Giampiero Giulietti.

Se anche dalle parti di Bologna c'è qualche smarcamento Stefano Sermenghi, sindaco di Castenaso, 40 anni, avvocato, classica vita nella militanza post Pci - qualcosa s'è rotto. Cioè, la spocchia ha rotto. E a Pesaro il presidente della provincia, legato alla segreteria come Matteo Ricci, scherza, sì, ma è rivelatore quando fa la battuta «se continua così tra qualche settimana finirò a votare anch'io Renzi»... La stessa di Alicata.

Ha ragione Ivan Scalfarotto, «l'atteggiamento di sufficienza verso Renzi dà l'impressione di una casta chiusa, e sta producendo molti ripensamenti». Ha dato fastidio anche a Michele Salvati, che voterà Matteo come «per dare un calcio a una radio rotta». Marco Pannella, un rabdomante, l'ha capito, «riterrei la vittoria di Renzi sicuramente una cosa interessante»; e chi vieterebbe a un democratico come lui di votare alle primarie?... Beh, aiutami a dire convertiti.

2 - IL CAPO CAMPAGNA DI RENZI (EX DS): "SCHEDATURA DEI VOTANTI ALLE PRIMARIE? ROBA DA REGIME COMUNISTA"
Dall'intervista di Andrea Carugati a Roberto Reggi per "L'Unità"


«Io proprio non capisco perché occorra cambiare le regole delle primarie che hanno sempre funzionato. Sono le stesse regole utilizzate qui a Piacenza, la città mia e di Bersani, ai gazebo di pochi mesi fa, il segretario ha votato e non ha avuto alcuna obiezione...», dice Roberto Reggi, sindaco per 10 anni della città emiliana e ora coordinatore della campagna di Renzi.

Un cambiamento delle regole in realtà per voi è necessario: la modifica dello statuto per consentire ad altri del Pd, oltre al segretario, di correre alle primarie di coalizione...
«Questa più che altro è una precondizione perché siano primarie vere. E poi è stato Bersani a dire che non voleva trincerarsi dietro un notaio. Secondo me ha fatto bene, perché così si batte 1'antïpolitica».

Dunque le regole possono cambiare, ma solo per favorire Renzi?
«Io dico che quella è l'unica novità che noi condividiamo, e che peraltro è stata proposta dal segretario».

C'è poi il tema di chi può presentarsi alle urne. Una delle ipotesi è vincolare il diritto di voto ai gazebo a una liberatoria sulla privacy, per poi rendere pubblici gli elenchi dei votanti ed evitare le incursioni degli elettori Pd.
«Mi pare una forma di schedatura che rischia dì allontanare tante persone che non hanno alcuna voglia di vedere il proprio nome pubblicato. Una roba da regime comunista, che alle primarie non è mai stata fatta e contro cui faremo muro. Sono sicuro che non passerà».

Fioroni e altri 30 parlamentari Pd chiedono che possa candidarsi solo chi ha programmi «compatibili» con quello dei Pd. Non chi vuole il referendum sull'articolo 18, come Vendola...
«L'unico riferimento per tutti dev'essere la carta d'intenti. Il programma nel dettaglio sarà quello del candidato vincente. Altrimenti a cosa servono le primarie?».

Gli undici segretari provinciali dell'Emilia Romagna si sono riuniti con il leader regionale Bonaccini per sostenere Bersani. Lei ha detto che è una cosa «alla Ceausescu». Perché?
«E ovvio che a titolo personale possono sostenere chi vogliono. Ma come segretari devono essere super partes, mettere la struttura del partito a disposizione di tutti. Possibile che non lo capiscano?».

3 - PD: BERSANI A RENZI,STRUTTURE NEUTRALI MA A TUTTI DIRITTO PARLARE...
(AGI) - Pier Luigi Bersani ha respinto le critiche arrivate dallo staff di Matteo Renzi alla riunione dei segretari dell'Emilia Romagna per sostenere la sua candidatura alle primarie. "Ognuno - che sia dirigente, militante o cittadino - ha diritto di dire la sua", ha spiegato il leader del Pd a margine della presentazione della sua squadra per la campagna delle primarie. "Le strutture devono essere neutrali, poi ognuno può essere protagonista", ha insistito. "E' curioso che vengano queste critiche quando un segretario, che per statuto avrebbe diritto a fare il candidato, si mette in discussione", ha tenuto ad aggiungere.

4 - "SACRILEGIO" ALLA FESTA DEL PD DI REGGIO EMILIA: UTILIZZATI I SIMBOLI DEL PALIO DI SIENA, SENESI SUL PIEDE DI GUERRA...
Dal "Corriere Fiorentino"


Autogol del Pd senese. In occasione della Festa Nazionale che si è svolta a Reggio Emilia, sono stati esposti senza autorizzazione nello stand «Terre di Siena» fazzoletti e bandiere appartenenti alle Contrade. Il passo falso non è passato inosservato a Siena e il Consorzio per la Tutela del Palio, autorità preposta a vigilare e concedere l'utilizzo di simboli legati ai 17 rioni, non appena è venuto a conoscenza del fatto, diffuso dal blog «Il Santo di Siena», ha diffidato il partito, al quale, secondo l'ente di vigilanza, avrebbe fatto capo lo stand. (Aldo Tani)

 

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