GOOGLE TE LO METTO IN QUEL POSTO - PUR DI ATTACCARE L'UNIONE EUROPEA “NEMICA”, TRUMP USA A PRETESTO LA MULTA DA CINQUE MILIARDI INFLITTA A GOOGLE PER ABUSO DI ANDROID METTERE DAZI SULL'IMPORTAZIONE DI AUTO, PER LA GIOIA DELLA GERMANIA - BRUXELLES: “REAGIREMO CON UNA LISTA DI CONTROMISURE”
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
«Ve l'avevo detto! L'Unione europea ha appena imposto una multa da cinque miliardi di dollari a una delle nostre grandi compagnie, Google. Si sono davvero avvantaggiati alle spalle degli Stati Uniti, ma non continueranno a farlo a lungo!». Il presidente Trump si è preso 24 ore per riflettere, ma ieri mattina alle 9 e 11 minuti è arrivata via Twitter la sua reazione alla multa comminata da Bruxelles contro la compagnia di Mountain View.
Come prevedibile, non è entrato nel merito del provvedimento, che accusa Google di usare Android allo scopo di penalizzare le compagnie concorrenti. Invece lo ha inquadrato nella disputa commerciale in corso con la Ue, che durante la visita dei giorni scorsi aveva definita «una nemica». E questo proprio mentre al Dipartimento del Commercio era in corso un' audizione per discutere la minaccia di imporre nuovi dazi sull' importazione delle auto dal Vecchio Continente.
Gli americani accusano in generale gli europei di prendere di mira le aziende digitali Usa per punirle del loro successo. Siccome i paesi della Ue non sono riusciti a sviluppare la loro innovazione tecnologica, cercano di penalizzare quella degli Stati Uniti con cause e provvedimenti protezionistici vari.
Bruxelles risponde che il suo obiettivo è solo garantire il rispetto delle leggi sulla concorrenza e della privacy dei consumatori, e non mancano i cittadini americani che cominciano a convidere l' idea di regolamentare meglio i colossi digitali, in particolare dopo scandali come quello dei dati passati a Facebook a Cambridge Analytica.
Trump però non è interessato a questo dibattito. Lui vede la multa solo come una nuova dimostrazione delle pratiche adottate dalla Ue per approfittarsi degli Usa, e quindi della necessità di trattarla come nemica. Finora i suoi dazi hanno riguardato soprattutto aziende basate in stati come Pennsylvania, Ohio, Michigan, perché là vivono gli elettori che lo hanno mandato alla Casa Bianca, e saranno essenziali per restarci nel 2020. La sfida di Bruxelles a Google però gli consente di aprire un nuovo fronte, per cercare di ingraziarsi anche la Silicon Valley e la California, finora bastione della «resistenza» al suo governo.
L' incontro Il nuovo scontro promette di complicare anche il vertice che avrà mercoledì prossimo alla Casa Bianca con il presidente della Commissione europea Junker, che ha lo scopo di discutere in particolare la questione delle auto. Trump infatti minaccia di imporre dazi tra il 20 e il 25% sulle importazioni dal Vecchio Continente, soprattutto per colpire la Germania guidata da Angela Merkel, considerata la principale rivale economica e politica.
Nuove tasse sull' industria
Nel 2017 gli Usa hanno importato auto per 176 miliardi di dollari, camion per 36, e parti per 147 miliardi. L' Europa ha esportato in America veicoli per 60 miliardi di dollari, registrando un surplus di 32 miliardi. La Ue impone tariffe del 10% sulle auto degli Usa, che invece hanno dazi del 2,5% sulle macchine europee, ma del 25% sui camion. Il dipartimento al Commercio ha avviato un' indagine basata sulla Section 232 del Trade Expansion Act del 1962, per stabilire se questo squilibrio rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale, e quindi va corretto con le tariffe.
I produttori, raccolti nell' American Automotive Policy Council, sono contrari, perché i dazi del 25% sarebbero una tassa da 83 miliardi imposta su loro e i consumator i. Un gruppo bipartisan di senatori e 149 deputati hanno esortato Trump a fermarsi, ma il sindacato Uaw è favorevole e il presidente punta ai voti dei suoi iscritti. Ieri il segretario al Commercio Ross ha detto che «è presto per dire se i dazi verranno imposti», ma gli osservatori li danno per scontati, e la Ue sta già preparando la rappresaglia su beni come carbone, farmaci e prodotti chimici.