giuseppe conte matteo renzi salvini

L’INCIUCIONE DEI DUE MATTEI - PUR DI SFANCULARE CONTE, SALVINI È DISPOSTE A UN’ALLEANZA CON RENZI PER UN GOVERNO DI TRANSIZIONE CHE AFFRONTI L’EPIDEMIA E POI PORTI IL PAESE ALLE URNE - E SE BERLUSCONI CI STAREBBE DENTRO FORZA ITALIA LE OPINIONI DIVERGONO. MENTRE GIORGIA MELONI E’ ASSOLUTAMENTE CONTRARIA…

Da “la Stampa”

 

salvini renzi

Matteo Salvini si muove in autonomia rispetto ai suoi alleati, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Anzi si muove contro le valutazioni politiche della leader di Fratelli d' Italia, che non ha alcuna intenzioni di sostenere un altro governo nel caso in cui andasse in crisi l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte. L'ex ministro dell'Interno cerca invece un «traghettatore» che porti alle elezioni politiche, non fa nomi ma è chiaro quale sia la scialuppa che gli servirebbe: quella di Italia Viva.

 

conte salvini

Dovrebbe essere Matteo Renzi il protagonista di una crisi di governo con l'obiettivo comune di far fuori il premier e mettere in piedi una "Cosa" che traghetti, appunto, fuori dall' emergenza economica provocata dal coronavirus e metta in campo quel «piano choc» di cui ha parlato ieri Salvini. Riprendendo (non a caso) l' espressione usata nelle scorse settimane dallo stesso Renzi per lanciare il suo progetto economico basato soprattutto sul finanziamento di opere pubbliche e nuove infrastrutture. Ma «la premessa necessaria per un piano di rilancio del Paese - sostiene Salvini - è che non ci sia più Conte a fare il presidente del Consiglio».

 

MATTEO RENZI L'ARIA CHE TIRA

Di fatto il «traghettatore» dovrebbe essere Renzi, poi chi sarebbe il nuovo inquilino di Palazzo Chigi è tutto da vedere. Il punto è che non ci sono nomi alternativi a Conte e la mossa di Salvini appare velleitaria non solo ai suoi avversari ma agli stessi alleati di centrodestra. Berlusconi ci starebbe a sostenere un governo di salute pubblica pur di evitare le elezioni anticipate.

 

Ma dentro Forza Italia le opinioni divergono. Per Antonio Tajani l' ipotesi di governissimo è ormai superata, «basta vedere la risposta che M5S e Pd hanno dato a Renzi». «Noi di Fi - aggiunge - restiamo all' opposizione. Se cade il Conte bis, bisogna andare al voto». Non la pensa così Mara Carfagna per la quale è necessaria una fase di «unità nazionale» per gestire la crisi economica causata dal Coronavirus. «È il momento - dice Carfagna - di avere coraggio, di uscire dal teatrino delle reciproche prove di forza». Chi non ci sta per niente è Meloni che considera qualunque operazione di Palazzo fatta con o senza Renzi un «inciucio».

 

RENZI CONTE

Giorgia ritiene il governo un' esperienza fallita ed è pronta a presentare «una mozione di sfiducia per verificare se ci sia ancora una maggioranza». Dopo ci sono solo le urne: «Ogni altra ipotesi che si dovesse mettere in campo non ci troverebbe d' accordo. I nostri voti non sono indispensabili per un governo istituzionale, che per noi rimane un inciucio: se altri vogliono, possono farlo senza di noi. In quel caso, saremo pronti a votare eventuali singoli provvedimenti utili all' Italia».

 

Di altri governi Salvini ieri non ha parlato con il capo dello Stato. A Sergio Mattarella ha presentato le proposte della Lega per affrontare l' emergenza economica e si è lamentato della messa sotto accusa dei medici dell' ospedale di Codogno dove sarebbe nato il caso del paziente uno del Coronavirus. In effetti, tutti questi movimenti di Salvini, che in questi giorni non può andare in giro per l' Italia ed è costretto a rimanere a Roma tra una conferenza stampa e una diretta facebook, servono a far vedere il suo grande impegno.

 

SALVINI E RENZI

Lui e i suoi uomini hanno incontrato categorie economiche, imprenditori, commercianti, operatori del turismo e ha raccolto il loro grido di dolore. Lo ha trasformato in proposte da inserire nei decreti del governo, le ha girate a Conte, che però nel frattempo vorrebbe abbattere, e le ha presentate pure al Quirinale. Un modo per dire che lui si fa carico dei problemi del mondo economico, che di lui ci si può fidare. Dopodichè, dice, «prima si vota meglio è». «Siamo in grado di votare da qui a 8 mesi? Probabile. Occorre però qualcun altro di più credibile di questo governo e di Conte per accompagnare il Paese al voto.

Se arriva qualcun altro, il sostegno della Lega c' è. Se qualcuno ha idee e coraggio si faccia avanti».

 

Vedremo se Renzi si farà avanti, ma attraverso Maria Elena Boschi fa sapere che la legislatura durerà fino a scadenza naturale, cioè il 2023. Salvini non lo dice ma non lo esclude se il traghettatore Matteo toglie di torno Conte. Salvini entrerebbe nel gioco delle nomine pubbliche, della definizione della prossima manovra economica e nel 2022 si siederebbe al tavolo in cui verrà deciso il nuovo presidente della Repubblica.

MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE

Visto però che Pd e M5S non ne vogliono sentir parlare del leghista, allora l' altra ipotesi è un ribaltone, ancora una volta: una nuova maggioranza di centrodestra con un pezzo dei 5 Stelle. «Non quelli, però, che credono alla decrescita felice», afferma Salvini.

Ultimi Dagoreport

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?