navalny ricordo

“PUTIN ASSASSINO”, LO SLOGAN CHE NON VEDREMO NELLE NOSTRE PIAZZE DOPO LA MORTE DI NAVALNY – RAMPINI: “È RAGIONEVOLE DUBITARE CHE NAVALNY DIVENTERÀ UN’ICONA DELLE “PIAZZE” PACIFISTE OCCIDENTALI CHE ACCUSANO DI GENOCIDIO E FASCISMO SOLO L’AMERICA, I SIONISTI. I CORTEI DI MASSA CONTINUERANNO AD ESSERE SOLO CONTRO ISRAELE. LE PROTESTE DAVANTI ALLE AMBASCIATE RUSSE? POCHI, SPARUTI GRUPPETTI..." - A MOSCA DISTRUTTO IL MEMORIALE DEDICATO A NAVALNY - VIDEO

 

Federico Rampini per corriere.it - Estratti

 

 

MANIFESTANTI IN RUSSIA RICORDANO NAVALNY

Da Roma a Berlino, da Londra a Parigi, da New York a Los Angeles, sfilano i cortei contro Vladimir Putin. Molti giovani manifestanti hanno confezionato gigantografie con il ritratto di Alexei Navalny, e sotto la scritta «Putin assassino». Altri brandiscono striscioni con lo slogan: «Russia Stop Nukes», denunciano le voci di un’escalation nucleare di Mosca con i progetti di guerre spaziali. Le ambasciate russe di tutto il mondo sono assediate dalle proteste.

 

 

Purtroppo non sta accadendo né accadrà niente di tutto questo. I cortei di massa continueranno ad essere solo contro Israele. Le proteste davanti alle ambasciate russe? Pochi, sparuti gruppetti, nell’indifferenza generale. I graffiti che imbrattano le nostre città accuseranno di genocidio e di fascismo solo l’America, i sionisti. Quei popoli che hanno la sfortuna di soffrire per la violenza di autocrazie non occidentali, o anti-occidentali – in Corea del Nord o nello Xinjiang, in Iran o in Venezuela – non meritano la stessa attenzione e non mobilitano le piazze.

 

(…)

MANIFESTANTI IN RUSSIA RICORDANO NAVALNY

Alexei Navalny, se e quando saranno confermati tutti i dettagli sulla sua morte in carcere, avrà concluso i suoi 47 anni di vita come un martire della libertà e dei diritti umani. Era quasi un suo coetaneo George Floyd, il 46enne afroamericano che il 25 maggio 2020 fu ucciso da un poliziotto bianco a Minneapolis. Un poderoso movimento di proteste antirazziste sconvolse tutte le città d’America nei giorni successivi, e da lì si allargò al mondo intero. La fine atroce di Floyd ebbe un impatto nazionale e mondiale sull’immagine degli Stati Uniti. Da allora i ritratti di Floyd si sono diffusi ovunque, non solo in America: dai murales giganteschi alle t-shirt. Il suo volto viene usato per dimostrare la tesi che l’America è una società razzista, oppressiva, strutturalmente ingiusta. E tuttavia il poliziotto criminale che lo assassinò non ebbe la copertura dello Stato, anzi fu sconfessato dai suoi superiori e da tutti i livelli di governo; incriminato, processato, condannato al carcere con sentenza definitiva.

 

 

MANIFESTANTI IN RUSSIA RICORDANO NAVALNY

Navalny non avrà diritto a questo tipo di riabilitazione postuma da parte dello Stato russo. È morto vittima di un omicidio di Stato, per le persecuzioni che gli sono state inflitte dalla massima autorità del suo paese. I suoi carcerieri e i responsabili della sua morte non saranno processati e condannati dal regime di Putin. È lecito sperare che il suo volto diventi un’icona almeno altrettanto potente e universale del volto di Floyd. Ma è ragionevole dubitarne. L’asimmetria della “piazza” occidentale vale per molti altri esempi.

 

NAVALNY

Il terribile destino di tanti palestinesi costretti ad abbandonare le loro case e a fuggire altrove, evoca parole come «deportazione» o addirittura «genocidio». Non c’è ragione di minimizzare questa tragedia, la sensibilità dell’opinione pubblica americana su Gaza resta acuta e di conseguenza il tema occupa tanta attenzione della classe dirigente, a cominciare dall’Amministrazione Biden. Qui a New York siamo invasi da migranti in arrivo dal Venezuela, costretti a fuggire dalla fame creata dal regime di Maduro. Non si vedono cortei contro Maduro per le vie di Manhattan e di Brooklyn.

MANIFESTANTI IN RUSSIA RICORDANO NAVALNYMANIFESTANTI IN RUSSIA RICORDANO NAVALNY

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