MA QUALE RAZZISMO! UN VICINO DI CASA "SBUGIARDA" LA KYENGE: DIETRO GLI ATTI VANDALICI ALLA SUA ABITAZIONE CI SAREBBE SOLO UNA LITE E UNA PRESUNTA INCIVILTÀ DA PARTE DEL MARITO: "NON RACCOGLIE LE FECI DEL SUO CANE"
Chiara Sarra per il Giornale
Altro che razzismo contro l'ex ministro ed europarlamentare Pd Cécile Kyenge: dietro gli atti vandalici ci sarebbe solo una lite tra vicini e una presunta "inciviltà" da parte del marito, accusato di non raccogliere le feci del suo cane.
Lo racconta il Resto del Carlino, che riporta le parole di un residente di Gaggio di Castelfranco - dove appunto abita la Kyenge -: "Non si è trattato di atto xenofobo ma di un gesto di esasperazione verso un atteggiamento incivile", dice l'uomo che chiede di restare anonimo, "Me ne scuso, ma certe volte quando sale la rabbia cedi a reazioni spropositate".
Ma cosa ha scatenato "l'esasperazione" del vicino? Lo spiega proprio lui, puntando il dito contro l'ex marito del ministro: "Non raccoglie mai le deiezioni del loro cane di grossa taglia e all’ennesimo episodio non ci ho visto più dalla rabbia, ho rimosso le feci e le ho gettate nel giardino. Più di una volta abbiamo visto coi nostri occhi che suo marito lasciava il cane farla dove capitava e lo abbiamo invitato a smetterla, ma niente. Finché l’animale fa le sue cose in mezzo all’erba può anche passare, ma il discorso è diverso quando ci ritroviamo le feci sulla ciclabile o sulla strada dove camminiamo coi nostri bambini. È da tempo che accade la stessa cosa e sinceramente non sono l’unico ad essermi stancato".
E anzi sembra che più volte in passato il marito sia stato richiamato ad una maggiore attenzione nei confronti dei vicini. L'ultima volta appena due settimane fa. Ma giovedì sarebbe stato raggiunto l'apice dello scontro. "Camminavo sulla ciclabile, ero distratto e sono finito col piede dritto sui bisogni voluminosi del cane", racconta il vicino, "Poco più avanti c’erano altre sue ‘tracce’ e, come sempre, nulla era stato pulito. Ammetto che mi si è chiusa la vena, ho raccolto tutto e ho gettato l’escremento nel loro giardino sporcando anche il muro. Non è stato un bel gesto, lo so, ma non avete idea quante volte ci siamo ritrovati nelle medesime condizioni di disagio".
Stessa storia venerdi: "Ero fuori col mio cane e nello stesso punto c’era il medesimo spettacolo, con addirittura un grumo di pelo del loro animale accanto", assicura l'uomo, "Questa volta ho mantenuto la calma, ho messo tutto in un fazzoletto e poi l’ho lasciato davanti al cancelletto della villetta. Personalmente non sono mai entrato nel giardino della loro abitazione in nessuna delle due occasioni e ribadisco che l’unica intenzione è stata quella di sfogarmi per una situazione che ormai si ripete da troppo tempo".
Eppure sembra che la Kyenge abbia fatto "orecchie da mercante": sabato sera aveva denunciato "con sconcerto" su Facebook di "atti vandalici" come "chiara intenzione di mandarmi un messaggio di cui ignoro il contenuto" e sottolineando "l'apparente rilievo politico del gesto". E ancora oggi, in un'intervista a La Stampa, ribadita di essere "presa di mira dagli xenofobi perché esempio per i migranti".
DOMENICO GRISPINO MARITO DI CECILE KYENGE.
Peccato che - almeno stavolta - sembra che non c'entrano né il razzismo, né il ruolo ricoperto in passato dall'europarlamentare. "Chi ha sproloquiato di allarme razzismo, chi parlava di campagna di odio e di 'vile attacco razzista' forse dovrebbe bersi una camomilla, darsi una calmata e abbassare i toni", commenta Paolo Grimoldi della Lega, "Perché alimentare le paure della gente e gettare benzina sul fuoco di polemiche inventate è rischioso. Fino a quando questa sinistra allo sfascio per sopravvivere si inventerà fantasmi riesumati da un passato, che per fortuna non ritorna, perderà solo voti".
martina kyenge alla marcia di milano