renzi pd

DIPARTITO DEMOCRATICO - DA QUANDO I DEM HANNO ROTTO CON BERLUSCONI, NON GLIENE È ANDATA DRITTA UNA: DISFATTA IN TOSCANA E NELLE ROCCAFORTI ROSSE DEL NORD - RENZI, BOSCHI E MARTINA HANNO LASCIATO MACERIE NEL PD E GIUSEPPE SALA ORGANIZZA UN PRANZO MULTIETNICO IN PARCO SEMPIONE ALLA VIGILIA DEI BALLOTTAGGI, SALVO POI SCOPRIRE D'AVER REGALATO ALLA LEGA ANCHE CINISELLO BALSAMO

Alessandro Giuli per “Libero Quotidiano

RENZI BOSCHI

 

Una prece per il caro estinto, un minuto di silenzio per il Partito democratico che giace esanime nell'obitorio politico che ai bei tempi fu l'incubatore di Matteo Renzi e del suo Giglio magico: la Toscana. Rovinosamente sconfitto nella città-stato di Siena, il Pd, per la prima volta dal secondo Dopoguerra; scacciato dalla coltivata e schizzinosa Pisa; esiliato dalla tormentata Massa posta a metà tra due insediamenti pentastellati come Carrara e Livorno.

 

RENZI E BOSCHI

Solo un anno fa era stata la volta di Pistoia, ma già nel 2015 erano giunti i primi e inascoltati segnali di crisi in quel di Arezzo, passata al centrodestra ben prima che Maria Elena Boschi diventasse l' effigie del renzismo impaludato nell' affaire Banca Etruria. Toscana infelix.

 

Insomma il Pd è morto o poco ci manca, e quando mostra di esistere con qualche guizzo di vitalità lo fa rimettendosi in combutta con tutto ciò che sta alla sua sinistra, da Leu in poi. Così è avvenuto nella portuale Ancona, roccaforte delle Marche sempre meno rosseggianti.

Così nella medioadriatica Teramo (decisiva la ragnatela delle liste civiche) e nella piatta terra del rimorso, la Puglia, come dimostra il caso di Brindisi.

 

PUNTIGLIOSA ANALISI

esterino montino

Così nelle isole del vecchio potere veltroniano, per esempio nella Fiumicino in cui è stato riconfermato con il pieno di voti il sindaco uscente Esterino Montino, ex segretario romano dei Ds ed ex capogruppo del Pd in regione Lazio. Nel glorioso Partito comunista, oggi, il Comitato centrale avrebbe il suo bel dafare con una puntigliosa «analisi della fase» anzitutto dedicata a quell'elettore su due che è rimasto a casa, presumibilmente disgustato da un'offerta politica misera e confusa.

 

Il paesaggio complessivo mostra un Pd frantumato e senza guida, in ritirata progressiva dai luoghi del disagio sociale (vedi il caso della neoleghista Terni), della borghesia produttiva settentrionale e dell'antico massimalismo emiliano, benestante e industrioso, con la bella Imola appena finita nelle mani del MoVimento Cinque stelle.

MARIA ELENA BOSCHI DA' IL CINQUE A MATTEO RENZI

 

Dopodiché la dice lunga il fatto stesso che si fatichi a individuare una leadership alla quale attribuire le colpe del tracollo. Di chi, dunque, la responsabilità primaria? Maurizio Martina ha equivocato sul termine «reggente» assegnatogli dopo la sconfitta del 4 marzo, si è creduto davvero qualcosa di diverso da un amministratore di condominio pro tempore. Carlo Calenda, greve neofita, ha scambiato il Pd per una zattera utile a traversare il guado che separa dall' illusione di un movimento che vada oltre la sinistra, cioè a destra dove però c' è già il tutto esaurito.

 

giuseppe sala matteo renzi

Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ci ha messo del suo con quel ridicolo pranzo multietnico in Parco Sempione alla vigilia dei ballottaggi, salvo poi scoprire al lunedì d' aver regalato alla Lega anche Cinisello Balsamo, a un anno dalla sconfitta di Sesto San Giovanni: una Stalingrado via l' altra conquistate da Salvini (a questo punto, l' amico geniale che è accanto a ognuno di noi direbbe: è come se il proprietario dell' Atalanta Bergamasca Calcio trasferisse il proprio stadio a Ragusa e poi si domandasse, basito, per quale ragione non lo riempie più di tifosi...).

 

SALVINI GODE

salvini renzi

La verità - posto che ve ne sia una soltanto - è che Renzi e i suoi subalterni, percepiti ormai come un comitato d' affari paesani in disarmo, hanno lasciato dietro di sé una scia di fatua arroganza e un Pd ridotto in macerie intorno alle quali branchi di correnti randagie si disputano gli avanzi del banchetto. E non c' è nemmeno un Silvio Berlusconi a salvarli con un Nazareno a saldo. Restano in piedi i Roberto Saviano, convinti di poter finalmente egemonizzare le ultime frattaglie di sinistra con le loro assurde recriminazioni resistenziali, motivo in più per stappare bottiglie dalle parti di Salvini &Co.

 

 

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...