joe biden giorgia meloni michele geraci cina

QUI RADIO PECHINO: PARLA MICHELE GERACI – L’EX SOTTOSEGRETARIO DEL PRIMO GOVERNO CONTE (QUOTA LEGA), TRA GLI ARTEFICI DELLA FIRMA DEL MEMORANDUM SULLA VIA DELLA SETA, DA GIORNI SI DIMENA PER DIFENDERE LA “BELT AND ROAD INITIATIVE”, CHE CROSETTO HA DEFINITO “UN ERRORE” – OGGI GERACI FIRMA UN EDITORIALE SUL GIORNALE DI PROPAGANDA “CHINA DAILY”, DOVE PRIMA FA UNA LODE ALLA MELONI (“AVIDA LETTRICE DI REPORT, PRENDERÀ LE DECISIONI SU CIÒ CHE È MEGLIO PER L’ITALIA”), PER POI MAGNIFICARE TUTTI I RISULTATI OTTENUTI GRAZIE ALLA VIA DELLA SETA CHE, A SUO DIRE, NON VA ABBANDONATA MA "RAFFORZATA". CIAO CORE!

 

Traduzione dell’articolo di Michele Geraci per https://www.chinadaily.com.cn/

 

michele geraci

I media italiani e internazionali hanno riportato la notizia secondo cui il governo italiano starebbe valutando di uscire dalla Belt and Road Initiative, proposta dalla Cina e a cui l'Italia ha aderito durante la visita del Presidente Xi Jinping nel marzo 2019. Considerato il ruolo che ho svolto nella firma del memorandum d'intesa tra Roma e Pechino e il mio attuale coinvolgimento in questa importante questione, ritengo che queste notizie non siano basate sui fatti e non riflettano le reali intenzioni o opinioni del primo ministro italiano Giorgia Meloni.

 

La realtà è molto più semplice: il primo ministro Meloni non si è ancora concentrato completamente sulla Belt and Road Initiative, perché è stata occupata da altre questioni più urgenti, legate alla politica interna e alle crisi internazionali, come la crisi ucraina, l'inflazione, l'approvvigionamento energetico in Italia, il flusso di migranti, una crisi stagionale che l'Italia affronta ogni estate.

 

xi jinping conte

La Meloni è un'avida lettrice di report, dati e analisi, e prende sempre decisioni non per capriccio, ma dopo aver compreso a fondo le questioni in gioco, analizzando tutti i fatti e prendendo in considerazione tutte le possibili implicazioni. È un vero politico e, in quanto tale, prenderà una decisione basata esclusivamente su ciò che è meglio per il nostro Paese, l'Italia.

 

A dimostrazione di ciò, durante l'incontro di qualche giorno fa con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha sottolineato che non accetterà alcuna interferenza negli affari nazionali italiani da parte degli Stati Uniti e che la sua responsabilità come Primo Ministro è quella di proteggere e curare gli interessi dell'Italia. Pertanto, la Belt and Road Initiative è una questione che verrà discussa tra Roma e Pechino, non decisa da Washington. E la decisione sarà basata sui fatti.

 

joe biden giorgia meloni

Quindi, cosa dicono i fatti? I dati e le analisi indicano chiaramente i benefici e quindi spingono al rinnovo per altri cinque anni. Mi soffermo solo su alcuni di essi.

 

Dal 2018 al 2021, le esportazioni italiane in Cina sono cresciute del 20%, più di quelle dei principali concorrenti Francia e Germania. Anche allargando il raggio d'azione, dal 2018 al 2022, anni difficili per l'economia cinese, i dati dell'Italia mostrano che le sue esportazioni in Cina sono cresciute dell'11%, contro il 2% circa di Francia e Germania. Questo indica che il processo di recupero, che era il mio obiettivo quando ho lavorato per garantire l'adesione dell'Italia alla Belt and Road Initiative, sta iniziando a concretizzarsi, il che è incoraggiante.

 

MICHELE GERACI

I critici del Memorandum d'intesa sostengono che, mentre le esportazioni italiane verso la Cina sono cresciute, le esportazioni cinesi verso l'Italia sono cresciute a un ritmo più veloce e più elevato, aumentando il deficit commerciale dell'Italia. È vero che il deficit commerciale dell'Italia è aumentato, ma usarlo come argomento contro il rinnovo del Memorandum d'intesa è fondamentalmente sbagliato. Nessun economista guarda al surplus o al deficit commerciale in sé come misura dei vantaggi o degli svantaggi di un Paese. In realtà, il surplus commerciale era considerato una fonte di ricchezza già nel XVI secolo, durante l'era mercantilista, prima che gli economisti sviluppassero nuove teorie che lo smentissero intorno al 1800.

 

giorgia meloni con joe biden allo studio ovale

Pertanto, coloro che insistono sul fatto che "il deficit commerciale è negativo" si aggrappano a una teoria sbagliata vecchia di 200 anni. Ma nel caso specifico della crescente importazione di beni dalla Cina da parte dell'Italia, non solo non è un male, ma può anzi essere un bene per la nostra economia. Ciò che l'Italia acquista oggi dalla Cina non sono quei beni che un tempo facevano concorrenza ai prodotti nazionali (ad esempio, i prodotti tessili) e che 30 anni fa avevano creato qualche problema all'economia italiana.

LUIGI DI MAIO IN CINA CON MICHELE GERACI

 

Oggi l'Italia importa soprattutto beni che non produce e che quindi non possono essere dannosi per il consumo interno o per le imprese. L'Italia importa beni cinesi che sono componenti della nostra catena di produzione e quindi necessari per sostenere il nostro modello di crescita e di esportazione guidato dalle importazioni.

 

E poiché questi beni sono relativamente economici, contribuiscono a mitigare l'inflazione. Dei 17 miliardi di dollari di aumento del deficit commerciale italiano, oltre il 40% (7 miliardi di dollari) proviene dalle importazioni di telefoni cellulari, batterie elettriche, computer portatili e altre apparecchiature elettroniche "a basso costo" di cui abbiamo bisogno per accelerare la nostra transizione digitale e verde, oltre che per mitigare l'inflazione.

michele geraci matteo salvini

Inoltre, la Belt and Road Initiative non è solo un accordo commerciale tra Italia e Cina. È anche una piattaforma per cooperare con il resto dell'Europa, dell'Asia e, soprattutto, dell'Africa.

 

L'altro problema urgente che Meloni deve risolvere è l'afflusso di migranti dall'Africa. La soluzione non è, come sostengono alcuni media, distribuire proporzionalmente le decine di migliaia di migranti che arrivano ogni anno in Europa. La vera soluzione è come promuovere uno sviluppo sociale ed economico stabile nei Paesi africani, la cui popolazione passerà dagli attuali 1,5 miliardi a 4 miliardi entro il 2100. La Belt and Road Initative si rivelerà una risorsa d'oro per raggiungere questo obiettivo.

 

michele geraci sottosegretario allo sviluppo economico

Nei prossimi mesi, Meloni analizzerà probabilmente vari aspetti dell'iniziativa e io le fornirò tutti i dati e le analisi necessarie sull'economia globale. Mi aspetto che il memorandum d'intesa venga rinnovato con possibili modifiche linguistiche per porre l'accento su una maggiore cooperazione con la Cina in materia di azione per il clima, pace e sicurezza e sviluppo dell'Africa. Come primo e unico Paese del G7 ad aderire alla Belt and Road Initiative, l'Italia potrebbe ispirare altri Paesi europei del G7 ad aderire. Semmai, l'accordo tra Italia e Cina va ulteriormente rafforzato, non abbandonato.

MICHELE GERACI

 

MICHELE GERACIMICHELE GERACI VIA DELLA SETA il presidente cinese xi jinping, il ministro degli esteri wang yi, il vicepremier di maio e il premier conte

 

xi jinping giuseppe conte il presidente cinese xi jinping, il ministro degli esteri wang yi, il vicepremier di maio e il premier conte

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