virginia raggi frigo

RAGGI IN FREEZER - LA FRONDA ANTI-VIRGINIA SFRUTTA LA BOIATA DEL ''FRIGO-GATE'' PER FARLA A PEZZI: ''È FUORI CONTROLLO, DÀ INTERVISTE A 'REPUBBLICA' E OSCURA LE NOSTRE LOTTE'. ROBERTA LOMBARDI SUONA LA CARICA, DALLA CASALEGGIO FRENANO: ASPETTIAMO GENNAIO PER LA RESA DEI CONTI - UNA SARABANDA DI FOTOMONTAGGI PER LA POVERA VIRGI INSIDIATA DA GRANDI ELETTRODOMESTICI

 

1. RAGGI, M5S IN RIVOLTA “È FUORI CONTROLLO OSCURA LE NOSTRE LOTTE”

Tommaso Ciriaco per la Repubblica

 

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Il trentottesimo parallelo del Movimento spacca in due piazza dal Campidoglio. «Beppe – tuonano i parlamentari romani più in vista, capitanati da Carla Ruocco - Virginia ha superato il limite, ma cosa si è messa in testa? Sembra eterodiretta, non puoi consentire che ci passi sopra in questo modo!». Ce l’hanno tutti con la sindaca per l’intervista a Repubblica. Non è tanto la bizzarra sortita sui “frigoriferi abbandonati”, ma soprattutto il tempismo dell’uscita. In un colpo solo, Raggi oscura la missione romana del leader e la battaglia di Roberta Lombardi per dimezzare lo stipendio dei deputati.

 

La furia si trasforma presto in rappresaglia. È proprio l’ex capogruppo, sostenuta dai suoi fedelissimi, a scrivere direttamente a Beppe Grillo: «Come è stato possibile avallare una scelta tanto sbagliata, che mortifica il nostro lavoro? - è il senso del ragionamento - Ora la comunicazione si assuma la responsabilità di questo passo falso ». In un istante finisce sulla graticola l’intera filiera dello staff pentastellato, che dal Campidoglio conduce fino a Ilaria Loquenzi e Rocco Casalino. Nel mirino, insomma, finisce il braccio operativo della Casaleggio associati.

RAGGI DE VITO LOMBARDI DI MAIO FRONGIARAGGI DE VITO LOMBARDI DI MAIO FRONGIA

 

L’intervento di Raggi, in realtà, era fissato da diversi giorni. Lo ripetono i “comunicatori” che governano le sorti dei cinquestelle, provando a sedare la rivolta. E il fondatore? Nero come la pece, svuotato come piazza Montecitorio disertata dai militanti grillini, lascia la Camera avvilito. I nemici della sindaca vorrebbe lo scalpo di Raggi, «è fuori controllo - ripetono - buttiamola fuori dal Movimento! » - ma il leader non può far altro che frenare: «State calmi. Di Virginia ne riparliamo a gennaio, ora non possiamo certo mollarla». È stufo quanto loro, soltanto non può muovere un dito fino al referendum costituzionale: «È l’unico modo - ricorda - per mandare a casa Renzi».

 

Se c’è un’altra che è infastidita dalla prima cittadina della Capitale, è Chiara Appendino. Raccontano che di fronte alle critiche della Raggi sia rimasta letteralmente senza parole: «Che ingrata, io mi sono mostrata con lei nel momento più difficile - l’estrema sintesi dello sfogo - e lei mi ripaga in questo modo?». Si va avanti così, in un clima che soltanto la possibile vittoria del No rende sostenibile.

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Luigi Di Maio e Roberto Fico, per dire, continuano cordialmente a ignorarsi. Neanche lunedì sera sono riusciti a sedersi attorno allo stesso tavolo, invitati dal Fondatore. Come se non bastasse, Raggi è alle prese anche con una mega grana amministrativa: proprio ieri, infatti, il Senato ha approvato un ordine del giorno che punta al commissariamento di Atac, il colosso romano dei trasporti.

 

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Tutto ormai è in discussione, anche il meccanismo che porta alla selezione dei candidati locali. La bozza del nuovo regolamento prevede che a decidere il nuovo corso sia la triade Lombardi-Crimi- Cancelleri. E i tre sono orientati a modificare un sistema che ha portato alla scelta di Raggi e alle recenti faide grilline per individuare il candidato sindaco di Genova.

 

In mezzo al caos c’è anche chi prova a sdrammatizzare. Succede alla buvette, quando si affaccia Alessandro Di Battista con una mano fasciata. È caduto dalla bici, ma un avventore non resiste alla battuta: «Avrà provato a dividere Fico e Di Maio...».

 

 

2. IL “FRIGO-GATE” DI VIRGINIA E LE IRONIE SUL COMPLOTTO “STAI ATTENTA ALLE LAVATRICI”

Sebastiano Messina per la Repubblica

 

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C’è chi parla di «frigogate», e chi lo chiama il «complotto dei frigo», ma il caso ormai è sul tavolo. O meglio, accanto al cassonetto. Perché non era affatto una frase buttata lì, quella che Virginia Raggi ha detto nell’intervista di ieri a Repubblica, quando ha dichiarato a Mario Calabresi di «non aver mai visto tanti rifiuti pesanti abbandonati per strada», e gli ha confidato il suo sospetto: «Ci sono frigoriferi che invece di essere portati nelle isole ecologiche vengono buttati vicino ai cassonetti».

 

E non è mica un lavoro semplice portarli lì, non so neanche come facciano. Però il frigorifero è già tutto sfondato e graffitato. Mi pare strano».

 

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Ed era chiaro che in quella «stranezza » la sindaca di Roma leggeva l’indizio di una trama dei suoi avversari, forse immaginandoli indaffarati in furtivi trasporti notturni di elettrodomestici scassati, solo per dimostrare che lei non sa tenere pulita la città eterna. Dentro quei frigoriferi arrugginiti e quei congelatori rovesciati, insomma, lei vedeva le tracce di un complotto.

 

E che questo fosse più che un dubbio, lo confermava ieri mattina l’inamovibile assessore all’Ambiente, quella Paola Muraro che la sindaca difende con le unghie e con i denti perché non saprebbe a chi altro affidare la madre di tutte le grane, quella appunto dei rifiuti della capitale: «Sembra che ci sia una volontà, perché dove trovano pulito scaricano materassi».

 

Frigoriferi e materassi, scaldabagni e lavatrici, schierati nelle strade nottetempo. Da chi? La risposta l’aveva data Beppe Grillo già il 20 giugno, subito dopo la conquista del Campidoglio: «Loro molleranno la spazzatura in mezzo alla strada per dire: “Avete visto come avete ridotto Roma?”». E qualche settimana dopo l’assessora Muraro diceva di aver già trovato le prove: «I partiti hanno paura: c’è stato un golpe dei rifiuti a pochi giorni dalla vittoria della sindaca Virginia Raggi».

 

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“Loro”, “i partiti che hanno paura”, erano ovviamente quelli del Pd. Che oggi, quattro mesi dopo l’elezione della sindaca pentastellata, al Campidoglio immaginano impegnati in una subdola azione di sabotaggio guerrigliero, tutti all’opera col favore delle tenebre, piazzando sul percorso del nemico non mine o trappole ma frigoriferi rotti e materassi sfondati.

 

Qualcuno ha fatto timidamente notare che da più tre mesi – era il 18 giugno – l’Ama ha sospeso il servizio “Riciclacasa”, ovvero il ritiro a domicilio dei rifiuti ingombranti: la gara d’appalto era andata deserta. Eh no, dice la sindaca: dovete portarli alle isole ecologiche. Una parola, per una pensionata ottantenne senza patente o anche solo per un trentenne che non sia dotato di una station wagon, di un furgone o almeno di una motoape.

 

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Il fatto è che la battaglia dei rifiuti è diventata un tormentone, per Raggi. «A chi crede di poter trattare la città come una pattumiera consiglio prudenza » dichiarò minacciosa davanti ai cassonetti di Tor Bella Monaca, dove un gruppo di ragazzini aveva postato su Youtube un video dove si potevano contare 25 topi in cinque minuti, attorno alle buste sparse della spazzatura. E tre giorni dopo l’assessora Muraro annunciò la linea dura, anzi durissima: «Organizzeremo appostamenti notturni con polizia di Stato e carabinieri per cogliere in flagranza gli incivili ».

 

Certo, non è facile mettere sotto sorveglianza i 67 mila cassonetti di Roma, ma la minaccia non ha funzionato. Da qui l’ira della sindaca, che non riesce a darsi pace e ormai vede un disegno ostile, se non un complotto, dietro ogni frigorifero rotto che avvista sui marciapiedi.

 

Ma la Rete, si sa, non fa sconti a nessuno. Neanche ai grillini. Così, appena l’intervista è finita sui social media, un’ondata di sarcasmo si è abbattuta sul «Frigo-gate», titolo immediatamente appioppato alle parole di Raggi.

 

AMA RIFIUTI INGOMBRANTI FRIGORIFERIAMA RIFIUTI INGOMBRANTI FRIGORIFERI

C’è chi ha stampato sotto la foto della sindaca un celebre motto mussoliniano adattato per l’occasione: «Me ne frigo» e chi ha postato un falso segnale luminoso sul raccordo anulare: «Code di frigoriferi tra Laurentina e Tiburtina », chi ha pubblicato la foto di un centinaio di elettrodomestici stoccati all’aperto (didascalia: «Frighi in assetto militare in marcia verso Roma, si teme un attacco imminente») e chi l’immagine di Crozza-Bergoglio con un frigo sulle spalle per la via Salaria.

 

E poi, come era prevedibile, perfidie fulminanti a spiovere sul «complotto demoplutofrigomassonico». «La Procura di Trani scopre covo di frigoriferi », «C’è qualcuno che capita a Roma? No perché ho un frigo da buttare». «Quelli con lo scomparto verdure sono i più subdoli». «Anche le lavatrici stanno remando contro». «Dai Orfini esci da quel frigo, ti hanno riconosciuto». «Ad Halloween mi vestirò da frigorifero e mi abbandonerò sotto casa della Raggi».

 

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Il più bello però era quello firmato “Trastevere”, sotto la foto di un frigorifero che galleggia nel fiume: «T’invidio turista che arrivi/ t’imbevi de fori e de scavi/ poi tutto d’un colpo te trovi/ er frigo co a cena de ieri/ tutta pe te».

 

 

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