LA RAVA E LA FAVIA! - NUOVA GAFFE PER IL GRILLINO TRANSFUGA PASSATO CON INGROIA: DOPO AVER PONTIFICATO CONTRO IL VITALIZIO REGIONALE, FAVIA SI È “DIMENTICATO” DELLA SCADENZA PER UFFICIALIZZARE LA RINUNCIA - SOLO IN EXTREMIS, DOPO TELEFONATE DI GIORNALI E AGENZIE DI STAMPA, I DUE GRILLINI DELLA REGIONE EMILIA HANNO RINUNCIATO - MAGRO BOTTINO PER LE CASSE PUBBLICHE: MOLLANO IL VITALIZIO 14 CONSIGLIERI SU 50…

Pierpaolo Velonà per "Il Corriere di Bologna"

Il termine per presentare le domande scadeva ieri a mezzanotte. Qualcuno però aveva la testa a Roma e altro a cui pensare. Altri si sono ricordati della dead line solo in tarda serata. Qualcuno invece ha pensato bene che i diritti acquisiti (fossero anche privilegi) non si toccano. Fatto sta che alla fine solo 14 consiglieri regionali su 50 hanno deciso di rinunciare volontariamente al vitalizio.

La giornata di ieri passerà agli annali anche per la gaffe del consigliere regionale del M5s Andrea Defranceschi e del suo collega - espulso dal movimento - Giovanni Favia. I due - dopo aver fatto dell'abolizione del vitalizio un cavallo di battaglia «anti-casta» - si sono ricordati solo in tarda serata, dopo le telefonate di giornali e agenzie, che il limite per consegnare la disdetta stava per scadere.

Un pasticcio scongiurato in extremis. Ecco i nomi dei consiglieri che hanno rinunciato al vitalizio. Dieci sono del Pd: il presidente uscente dell'assemblea Matteo Richetti e Palma Costi che prenderà il suo posto, il segretario regionale del partito Stefano Bonaccini, Thomas Casadei, Antonio Mumolo, Rita Moriconi, Damiano Zoffoli, Giuseppe Pagani, Giuseppe Paruolo, Anna Pariani.

Due sono della Lega Nord: Manes Bernardini e Stefano Cavalli. Infine i due grillini. A costoro la Regione dovrà rimborsare, senza interessi, i contributi fin qui versati, circa mille euro al mese. Altri due consiglieri, Alberto Vecchi (Pdl) e Roberto Corradi (Lega) a partire da quest'anno non verseranno più ulteriori contributi ma usufruiranno della pensione maturata negli anni precedenti.

Dopo aver abolito i vitalizi a partire dal prossimo mandato, lo scorso 18 dicembre l'assemblea legislativa aveva previsto per i consiglieri della legislatura in corso la possibilità di rinunciare al vitalizio su base volontaria. Con un'avvertenza contenuta nella deliberazione: le domande dovevano essere presentate «entro il termine perentorio» del 15 gennaio (con una seconda finestra in luglio).

I grillini Favia e Defranceschi avevano esultato: «È ovvio che ora il Movimento 5 Stelle rinuncerà immediatamente al vitalizio». Per questo sembrava strano che nessuno dei due, alle 18, di ieri, avesse presentato la domanda. Forse aveva altro per la testa l'ex grillino Favia, che ha trascorso il pomeriggio in diretta su Sky, per parlare della propria candidatura alla Camera nella lista Ingroia.

In un'agenzia delle 18.40 Favia spiegava così il disguido: «Certo che vogliamo rinunciare al vitalizio, la proposta l'abbiamo fatta noi, e mi sembra strano e non corretto che la presidenza non si sia posta il problema di avvisarci». In realtà, il 7 gennaio la presidenza dell'assemblea aveva inviato a tutti i consiglieri una lettera per ricordare la scadenza, con tanto di moduli da compilare.

Un memorandum evidentemente sfuggito ai due grillini: Defranceschi era all'estero in vacanza, Favia incerto se accettare la candidatura in parlamento con Ingroia. In serata i due hanno rimediato, ufficializzando la rinuncia al vitalizio. «Non credevo che il limite scadesse oggi (ieri, ndr)», si era giustificato all'inizio Defranceschi. Poi, una volta corso ai ripari, ha aggiunto: «Ho appena inviato la comunicazione. Non manco di ricordare che è il M5s ad aver introdotto questa battaglia sin dall'arrivo in Regione...».

Chi ha deciso, come il capogruppo Pd Marco Monari, spiega così la sua scelta: «Avendo alle spalle una legislatura e mezza dovrei chiedere indietro tantissimi contributi e sarebbe un costo enorme per le casse della Regione. Conviene a me e conviene alla Regione che io mantenga il vitalizio».

Mentre il vicecapogruppo Pdl Galeazzo Bignami, che forse si candiderà in Parlamento, si limita a dire: «Non ci ho pensato proprio, in ogni caso posso ripensarci a luglio». Il leghista Bernardini che ha rinunciato alla pensione da consigliere, è convinto di aver fatto la scelta giusta: «La politica si fa con i fatti. È un segnale in una fase in cui tante famiglie faticano ad arrivare a fine mese».

 

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