intervista di renzi alla tv cinese

RENZI SI ATTACCA ALLA TV - IN VISTA DEL REFERENDUM IL PREMIER CAZZONE SI PREPARA A INVADERE IL TELESCHERMO - I SOSTENITORI DEL “NO” INVOCANO LA PAR CONDICIO E ATTACCANO L’AGCOM - CHE INSALATA CONTRO RENZI: D’ALEMA, BRUNETTA E GRILLO ORMAI PARLANO LA STESSA LINGUA - GLI ATTACCHI A NAPOLITANO

Ugo Magri per “la Stampa

 

RENZI BOSCHIRENZI BOSCHI

Renzi accoglie speranzoso i sondaggi (Euromedia e Ipsos) che lo danno 3-4 punti indietro nel referendum. Non sono bei numeri, è vero, ma potrebbe andargli peggio. E comunque, tra il «sì» e il «no» la forbice rimane stretta, all' interno dell' errore statistico. Ci sono due mesi esatti per provare la rimonta. Anzi, se si considera che «i partiti favorevoli alla riforma della Costituzione sono al 35 per cento e gli altri al 65», ciò significa «che abbiamo già recuperato molto», argomenta il premier.

 

Conta sugli indecisi, che pare siano uno sproposito, circa la metà del totale: devono ancora farsi un' idea, in qualche caso nemmeno sanno di cosa si tratta, eppure saranno loro l' ago della bilancia. Secondo Renzi, stanno a dimostrare che «è una partita aperta». E lui se la vuole giocare con mente sgombra, senza pregiudizi neppure sull'«Italicum».

 

RENZI TOCCA LA SCHIENA DELLA BOSCHIRENZI TOCCA LA SCHIENA DELLA BOSCHI

«Se serve si cambia»: una promessa giudicata sincera negli ambienti istituzionali più elevati. Non ci sarà una proposta nero su bianco; però Renzi profitterà della direzione Pd per indicare fino a che punto è disposto a spingersi. Darà mandato ai capigruppo di sondare le altre forze politiche e vedere in concreto cosa correggere. C' è chi ci scorge pure un calcolo astuto, separare Cuperlo dal resto della minoranza Pd, «dividi et impera».

 

paolo romani renato brunetta deborah bergaminipaolo romani renato brunetta deborah bergamini

Guerra mediatica

Di qui al 4 dicembre, Renzi sarà mediaticamente ovunque, come il prezzemolo. E a quanti obiettano che in questo modo finirà per ripetere l' errore iniziale, «personalizzando» il referendum, trasformandolo in un giudizio sull' operato del governo, i suoi un po' negano, un po' ammettono che Matteo è fatto così: un lottatore sempre all' attacco. Ha solo smesso di minacciare le dimissioni in caso di sconfitta; già tanto, visto il caratterino.

 

Nel timore dell' invasione della Rai, e magari pure di Mediaset, le opposizioni insorgono contro Agcom. Accusano il garante delle comunicazioni di non pubblicare i dati sulle presenze tivù, che dimostrerebbero un clamoroso squilibrio a vantaggio del «sì».

L' aspetto più interessante è proprio questa consonanza che ormai si manifesta a 360 gradi.

 

MASSIMO D'ALEMA IN BARCAMASSIMO D'ALEMA IN BARCA

D' Alema parla come Brunetta, il quale a sua volta si esprime col linguaggio di Grillo. Renzi è pronto a rivedere l'«Italicum»?«Faccia di bronzo», lo apostrofa Brunetta, «si vergogni!». D' Alema scuote la testa: «Che tristezza una legge elettorale «messa sul mercato per cercare voti al referendum...». Grillo mette nel mirino Napolitano che «se avesse un briciolo di dignità dovrebbe dare da mangiare ai piccioni al Pincio».

 

È l' ex presidente il colpevole «più grande dello sfacelo attuale», spara sul blog. Grillo gli rimprovera di voler cambiare l'«Italicum» solo adesso che farebbe vincere i Cinquestelle. Ricorda della volta che con Casaleggio (Gianroberto) lo andarono a trovare: «Ci sembrò un vecchio normale, ma fu un abbaglio». Brunetta sottoscrive al cento per cento: «Napolitano chieda scusa e si dimetta da senatore».

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…