renzi zingaretti

''IL PD E' DIVENTATO LA SESTA STELLA'' - RENZI DOPO IL SUO NIET ALLA RIFORMA BONAFEDE LANCIA LA “FEDERAZIONE DEL BUONSENSO” (CON CALENDA E BONINO) CONTRO IL PD ZINGARETTIANO CHE RISCHIA DI “MORIRE GRILLINO: SONO A RIMORCHIO DELLA CULTURA GIUSTIZIALISTA''. GLI UOMINI DI ZINGA LO BASTONANO: “È STATO RENZI PER PRIMO A PROPORRE IL GOVERNO CON IL M5s”...

Laura Cesaretti per ''il Giornale''

 

renzi zingaretti

La chiama «federazione del buonsenso», che si posiziona contro una sinistra piddina che rischia di «morire grillina».

 

Matteo Renzi respinge le accuse del Nazareno, che lo sospetta di voler «spaccare la maggioranza», di «votare con la destra» per la sua opposizione alla contro-riforma Bonafede che cancella la prescrizione, e di avere, sotto sotto, intenzione di «far saltare il governo» per andare a votare con le regole attuali, che gli garantirebbero un maggior numero di parlamentari.

 

Nulla di tutto ciò, dice l' ex premier: ma se si arrivasse al voto anticipato, magari sull' onda di una clamorosa sconfitta del centrosinistra alle regionali di Emilia Romagna e Calabria, Renzi cerca di preparare la trincea della resistenza: la «federazione del buon senso», appunto, un' alleanza anti-populista che metta insieme le fragili sigle che si richiamano ad una sinistra riformista, liberale e aperta ai moderati. Italia Viva insieme a Azione, il movimento fondato da Carlo Calenda, e a Più Europa di Emma Bonino: per ora, ognuno per conto proprio, annaspano nei sondaggi al di sotto della fatidica soglia del 5% che (proprio in funzione anti-Renzi) la maggioranza giallorossa vuole fissare nella futura legge elettorale proporzionale.

zingaretti renzi

 

Ma insieme, su un programma politico snello e «chiaramente riformista», potrebbero rappresentare un' alternativa per quella parte di elettorato che tra centrodestra salviniano e Pd contian-grillista non saprebbe dove sbattere la testa.

 

Che vada a finire così, viste le inimicizie passate e l' istinto da primedonne dei diversi partitini, è tutto da vedere. E infatti Calenda si premura di dire che «a livello nazionale» l' intesa è improbabile. Ma intanto si proverà a sperimentare l' alleanza su alcune delle piazze elettorali regionali.

 

A cominciare da quella Puglia dove il Pd ha riconfermato il rumoroso ras Michele Emiliano, causando smarrimento e rabbia in quella porzione di centrosinistra che lo considera un pericoloso proto-grillino e che lamenta i disastri e i fallimenti inanellati in questi anni di governo della regione: dall' Ilva alla xylella, dal No Tap al pesante declino economico. «Un populista arrogante e irresponsabile», lo bolla la ministra di Iv Teresa Bellanova.

 

Matteo Renzi, attaccato a ripetizione dalle batterie del Nazareno, rivendica a gran voce la scelta di non votare con la maggioranza sulla controriforma della giustizia: «Se il governo ci propone di votare una schifezza come la riforma Bonafede, che è stata varata dall' esecutivo gialloverde di Lega e M5S», la risposta di Italia Viva resta: no.

 

NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI

Ed è triste, sottolinea, che invece i Dem si siano allineati: «La vera novità di oggi, purtroppo, è vedere il Pd a rimorchio della cultura giustizialista di M5s. Questo fa male e fa male a chi vede nel Pd la casa dei riformisti e non dei giustizialisti». Quando la proposta Costa, che blocca l' abolizione della prescrizione made in 5Stelle, arriverà in aula il 27 gennaio, Italia Viva tornerà a votarlo: «Assolutamente sì. Su questo tema si gioca la coerenza e la credibilità dello stato di diritto in Italia».

 

zingaretti di maio

Gli uomini di Zingaretti bastonano il reprobo: «È stato Matteo Renzi per primo a proporre il governo con i 5 stelle per salvare l' Italia da Salvini, con il quale ora si sta alleando a partire dal voto di ieri sulla riforma Bonafede», affermano sorvolando sul piccolo particolare che Salvini aveva approvato la Bonafede. Replica Renzi: «Se il Pd dovesse fare un campo largo da D' Alema a Toninelli lo rispettiamo, ma noi abbiamo fatto il governo per salvare l' Italia dalle follie di Salvini, non per seguire i grillini. Noi non siamo la sesta stella».

NICOLA ZINGARETTI E LUIGI DI MAIO BY CARLIFOTOMONTAGGIO – LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTIRENZI ZINGARETTI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA”. MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...