C’È UN SINDACO A BERLINO - RENZI SULLE ORME DEL “MAESTRO” D’ALEMA: IN GERMANIA A FARSI “BENEDIRE” COME BAFFINO NEL’97 (PRODI PREMIER)

Fabrizio Rondolino per "Il Giornale"
Quando Massimo D'Alema l'altro giorno ha scoperto - a cose fatte, come tutti gli altri - che Matteo Renzi aveva riservatamente incontrato Angela Merkel a Berlino, un ricordo deve essergli affiorato alla mente: lontano, ma incredibilmente attuale. Renzi ha seguito alla lettera le orme del maestro. Che nel 1997, in gran segreto e mentre Prodi sedeva a palazzo Chigi, aveva incontrato a Bonn il cancelliere Kohl.

Le somiglianze sono impressionanti. Uguali le modalità: un incontro privato, senza annunci né conferenze stampa, comunicato ai giornali soltanto dopo la sua conclusione. Uguali le reazioni polemiche e l'impatto politico sul centrosinistra - nel '97 il Polo della libertà parlò di «diplomazia parallela di un superpresidente» e Mastella si chiese ironicamente chi fosse il capo del governo - e uguali tanto l'imbarazzo creato a palazzo Chigi quanto le dichiarazioni impiegate per occultarlo: «Palazzo Chigi era informato e favorevole». Sì, certo: informatissima, allora come adesso. Ma chissà quanto davvero «favorevole».

Nel 1997 Prodi, uscito vincitore dalle elezioni dell'anno precedente, guidava il governo dell'Ulivo. Il duello con D'Alema - allora segretario del Pds, il primo partito della coalizione - era cominciato ancor prima della campagna elettorale ma restava, per dir così, sullo sfondo: la priorità, allora, era l'euro. E proprio per favorire la partecipazione dell'Italia alla moneta unica - aveva infatti preso a circolare con insistenza l'ipotesi di un piano europeo per rinviare l'ingresso del nostro Paese - D'Alema aveva chiesto e ottenuto l'incontro con Kohl. Così almeno spiegò l'ufficio stampa di Botteghe Oscure, definendo il vertice «positivo e rassicurante».

Ma non per questo non mancarono le polemiche, anzi. Tanto più che proprio il giorno successivo - il 7 febbraio - a Bonn sarebbe arrivato Prodi con mezzo governo (fra cui Ciampi e Dini) proprio per discutere con Kohl il destino dell'euro. L'anticipo di D'Alema fu percepito come il segno di un primato politico che a palazzo Chigi non piacque per nulla. L'incontro con Kohl durò un'ora e mezza, il doppio del previsto, e si concluse con uno scarno comunicato di due righe, diramato a metà pomeriggio e destinato a conquistare la prima pagina dei giornali. In realtà l'incontro a D'Alema servì soprattutto - e qui di nuovo c'è un'analogia con la visita di Renzi alla Merkel - per conoscere personalmente il cancelliere (allora come adesso presidente de facto dell'Europa) e, soprattutto, per farsi conoscere da lui.

Anche in quell'occasione palazzo Chigi gettò acqua sul fuoco: l'incontro «era stato programmato da tempo», la presidenza del Consiglio «ne era al corrente» e Prodi in persona aveva dato a D'Alema il suo via libera. «È perfettamente legittimo e comprensibile che il leader del più grande partito di governo in Italia venga in visita in Germania per incontrare il cancelliere. Queste cose da noi fanno parte di una tradizione politica consolidata», disse per calmare le acque Karsten Voigt, dirigente dell'Spd e in quegli anni presidente dell'Assemblea parlamentare della Nato.

Come poi andarono le cose, è noto a tutti: entrata l'Italia nell'euro, l'Ulivo cominciò a sfaldarsi sul lato sinistro, e nell'ottobre dell'anno successivo Rifondazione comunista votò contro il governo e lo fece cadere. Poco più di un anno e mezzo dopo il viaggio segreto a Bonn, Massimo D'Alema sedeva a palazzo Chigi. Chissà se a Renzi servirà tutto questo tempo.

 

 

renzii dalema k DALEMA E RENZI merkel renzi L'Ex cancelliere Helmut Kohl sulla sedia a rotelle cui è costretto per motivi di saluteprodi dalema 2006 lap

Ultimi Dagoreport

peter thiel donald trump elon musk

DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER AVERNE LA PROVA BASTA VEDERE LA PARABOLA ASCENDENTE DELLA SUA “PALANTIR” IN BORSA: IN UN MESE, HA GUADAGNATO IL 65% (IL 39 IN UNA SETTIMANA) – COSA POTRÀ FERMARE L’AVANZATA DEI MILIARDARI TECH A STELLE E STRISCE? IL LORO EGO E GLI INTERESSI OPPOSTI. IN QUESTE ORE THIEL HA ASSISTITO AL “TRADIMENTO” DEL SUO EX PUPILLO ZUCKERBERG: È STATA “META” A DIVULGARE IL CASO “PARAGON”. E THIEL HA GROSSI ACCORDI CON L’AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE PER SPIONI GRAPHITE – IL REGALONE A MUSK: CONTROLLANDO I PAGAMENTI DEL PENTAGONO, POTRÀ VEDERE I CONTRATTI DELLE SOCIETÀ CONCORRENTI A SPACEX…

fortunato ortombina barbara berlusconi diana bracco giovanni bazoli teatro alla scala

DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA SCALA SEMBRA ORMAI ESSERE QUELLO DI AVERE UNA "BARCA" DI ALMENO 40 METRI – TRA I GIÀ PRESENTI IN CDA, IL VELIERO DI FRANCESCO MICHELI È LEGGENDARIO, ARREDATO DA QUADRI E DA UN PIANOFORTE A CODA. VACANZE IN BARCA ANCHE PER BAZOLI E MAITE CARPIO CONIUGATA BULGARI - E LE NEW-ENTRY? DIANA BRACCO VELEGGIAVA SU “BEATRICE”, UN'IMBARCAZIONE IN LEGNO DI VALORE STORICO, DA LEI DONATA AL COMUNE DI IMPERIA. BARBARA BERLUSCONI, INVECE, USA IL LUSSUOSO YACHT DI PAPI SILVIO, IL “MORNING GLORY”…

michael czerny kevin joseph farrell bergoglio papa francesco vaticano pietro parolin matteo zuppi

PAPA FRANCESCO COME STA? IL PONTEFICE 88ENNE È TORNATO DAL BLITZ DI 9 ORE IN CORSICA DEL 15 DICEMBRE SCORSO CON UNA BRONCOPOLMONITE CHE NON GLI DA’ TREGUA: COLPI DI TOSSE, IL CONTINUO RESPIRO SPOSSATO, IN COSTANTE MANCANZA D'OSSIGENO - I MEDICI DELLA SANTA SEDE STANNO CURANDO LA BRONCOPOLMONITE CON DOSI MASSICCE DI CORTISONE. E CORRE VOCE CHE LO VOGLIONO PORTARE AL POLICLINICO GEMELLI PER RIMETTERLO IN PIEDI, MA LUI RIFIUTA (PREFERISCE IL FATEBENEFRATELLI) - I CARDINALI FEDELISSIMI DI FRANCESCO (TRA CUI MICHAEL CZERNY E KEVIN JOSEPH FARRELL) SI DANNO MOLTO DA FARE PER LA SALUTE DI BERGOGLIO. E TE CREDO: NELLA CHIESA VIGE UNO SPOIL SYSTEM RADICALE: IL GIORNO IN CUI IL PONTEFICE VOLA NELLA CASA DEL SIGNORE, TUTTE LE CARICHE DELLA CURIA ROMANA DECADONO…

daniela santanche giorgia meloni

LA “SANTA” NON MOLLA – DI FRONTE AL PRESSING SEMPRE PIÙ INSISTENTE DEI FRATELLI D’ITALIA, COMPRESO IL SUO AMICO LA RUSSA, E ALLA MOZIONE DI SFIDUCIA OGGI ALLA CAMERA, LA MINISTRA DEL TURISMO RESTA AL SUO POSTO. E OSTENTA SICUREZZA ANCHEGGIANDO CON PULCINELLA A MILANO. IMMAGINI CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA SEDIA I CAMERATI DI FRATELLI D'ITALIA, CHE CHIEDONO LA SUA TESTA ALLA MELONI. EVIDENTEMENTE, LA “PITONESSA” HA DEGLI ASSI NELLA MANICA SCONOSCIUTI AI PIU', CHE LA RENDONO SICURA DI NON POTER ESSERE FATTA FUORI…