RIDE BEN CHI RIDE ULTIMO. E GRILLO LO SA BENE - IL “FINANCIAL TIMES” SPERNACCHIA LA STAMPA ITALICA CHE PARAGONA GRILLO A MUSSOLINI – ‘’NON C’È DUBBIO CHE LE ANALOGIE FRA IL PERIODO STORICO CHE STIAMO VIVENDO E I PERICOLOSI ANNI ’30 SIANO PARECCHIE. MA LA NOSTRA EUROPA È MOLTO PIÙ RICCA E, PER FORTUNA, NON HA SUBITO UN TRAUMA COSÌ FORTE COME QUELLO DI UNA GUERRA MONDIALE. E DA QUI A PARAGONARE BEPPE GRILLO E IL SUO M5S AL FASCISMO, CE NE PASSA”…

Andrea Andrei per Dagospia

Da "Financial Times"
http://on.ft.com/W2hef1

Altro che fascismo, altro che dittatori. L'Europa di oggi, che sempre più spesso piange e sempre più raramente ride, vuole i comici al potere. Nello stravolgimento che la crisi ha portato nel Vecchio continente, la gente tende a credere di più a chi scherza per lavoro che a quelli che invece per mestiere dovrebbero dire sempre la verità. Segno evidente di quello che sia diventata la politica e di come, conseguentemente, venga percepita dai cittadini.

Non c'è dubbio che le analogie fra il periodo storico che stiamo vivendo e i pericolosi anni '30 siano parecchie. C'è una crisi economica devastante in atto, la disoccupazione è alle stelle e l'austerità picchia duro. Stanno nascendo nuovi movimenti politici come reazione, spesso più disperata che rabbiosa, da parte della gente che si ritrova inghiottita da un disastro che sembra piovuto chissà come, chissà da dove. Ma da qui a paragonare Beppe Grillo e il suo Movimento Cinque Stelle al fascismo, ce ne passa.

Il giornalista del "Financial Times" Gideon Rachman spiega perché l'ultima moda di gridare al ritorno dei totalitarismi in Europa sia, per usare un eufemismo, abbastanza ingiustificata.
Innanzitutto, negli anni '30 il continente usciva da una delle guerre più sanguinose della storia. Solo pochi anni prima erano morti circa il 40 per cento degli uomini francesi e tedeschi di età compresa fra i 19 e i 21 anni, e in Europa circa 10 milioni di soldati persero la vita. Un bilancio durissimo, che compromise la futura visione politica, tant'è che sia Hitler che Mussolini erano veterani di guerra. I paesi erano ridotti alla fame.

La nostra Europa è molto più ricca e, per fortuna, non ha subito un trauma così forte come quello di una guerra mondiale. Se proprio si dovessero cercare parallelismi con il periodo della nascita dei totalitarismi, il paese che più si presterebbe a un paragone simile è la Grecia, dove il partito di estrema destra Alba Dorata ha raccolto il 10 per cento delle preferenze alle urne. L'estrema sinistra è diventata addirittura la seconda forza politica. Ciononostante però, a vincere le elezioni è stato comunque un partito centrista moderato.

La Grecia rimane in ogni caso un'anomalia rispetto agli altri paesi in cui la crisi si sta facendo più sentire, come Italia, Spagna e Portogallo. Qui i partiti di estrema destra o di estrema sinistra sono ancora molto minoritari. In Spagna sta riemergendo il nazionalismo catalano, cosa che però non ha niente a che vedere con il franchismo. In Italia anche la Lega Nord ha perso consensi. Chi invece di consensi ne ha guadagnati (e tanti) è il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo.

Ora, per quanto il suo stile sia particolarmente diretto, non si può certo dire che sia di stampo militarista, né che rifiuti la democrazia. Tutt'altro. Ed ecco che emerge la differenza di cui prima: gli europei, stremati dalla crisi, preferiscono "distruggere il sistema" votando uno che fino a qualche anno fa li faceva ridere nei teatri piuttosto che appoggiare dei fascisti. Così è stato anche in Islanda, dove il comico Jon Gnarr è diventato sindaco di Reykjavik.

Eppure, ricorda Rachman, una volta al potere, questi personaggi si ritrovano a dover fronteggiare dei problemi molto seri. Ne sanno qualcosa i grillini di Pizzarotti a Parma, che governano una città fortemente indebitata e che hanno dovuto operare grossi tagli alle spese.

C'è da dire che in effetti qualche proposta del M5S, fatta sull'onda dell'entusiasmo (o della rabbia, che dir si voglia), può destare qualche perplessità. Ad esempio quella di sospendere il pagamento del debito o quella di abbandonare l'euro. Sembra che i politici italiani tendano comunque ancora a considerare Grillo solo un comico, e che loro per primi non accettino l'idea del cambiamento in atto.

Evidentemente, c'è talmente poco da ridere in quello che sta accadendo, che pure l'umorismo è diventato una cosa seria. Come si dice, ride ben chi ride ultimo, e Grillo lo sa bene.

 

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